Iacopo Melio, campione di preferenze: "Mia paura è tradire le aspettative". L'INTERVISTA
Iacopo Melio è riuscito a fare salti altissimi, l'ultimo riguarda il risultato elettorale delle Regionali. Candidato nel collegio Firenze centro, con agguerriti candidati come gli assessori della giunta Nardella Cristina Giachi e Andrea Vannucci, a 28 anni è riuscito a ottenere il miglior risultato in termini di preferenze (11.233) con una campagna elettorale condotta da casa per le condizioni di salute. Iacopo infatti è disabile e il suo corpo è fragile. La vittoria è la riprova che non c'è limite alle imprese del giovane di Lazzeretto (Cerreto Guidi).
Intanto complimenti per il risultato, e poi una domanda: come si fa a vincere una campagna elettorale solo online, senza incontri pubblici?
Con il gioco di squadra. Con tutta la modestia del mondo, abbiamo dato una lezione di buona politica. Nessuno può fare politica da solo. C'ero io, dalla mia camera, che mi collegavo con parti diverse, con i cittadini, con gruppi di amici, gruppi di lavoro, insegnanti, studenti, cooperative. Il mio lavoro era rimbalzare da una parte all'altra e ascoltare le proposte in positivo e le idee in negativo. È una novità, di solito nei comizi i candidati parlano e la gente sta zitta. Forse questo li ha fatti sentire sinceramente ascoltati e interessati a portare un programma che non fosse il mio ma il loro.
Con me c'erano centinaia di volontari, quasi tutti molto giovani, che facevano volantinaggio per le strade di Firenze al posto mio. Questa unione di virtuale e fisico mi ha permesso di compensare, non di fare meglio, so che con paio di incontri alla settimana ci sarebbe stato un risultato migliore, il contatto comunque funziona. In questo modo abbiamo compensato una mancanza utilizzando strumenti mai usati prima. Ora siamo abituati con il Movimento 5 Stelle alla politica online, ma nessuno ha mai fatto campagna interamente online. Poteva andare benissimo come malissimo, non riuscivamo a prevedere risultato né ad avere un riscontro, non era quantificabile.
Tante critiche riguardavano anche l'impatto su Facebook. Con 663mila like su Facebook per molte persone avevi la vittoria già in tasca
Col primo libro pubblicato ero fiducioso di vendere con un post molte copie, avevo raccolto 20mila like. Poi mi sono accorto che non è così. Se io vivessi con i like sarei miliardario. Comprare un libro, andare a votare: sono cose per cui c'è bisogno di legame e motivazione in più. Per questo fino all'ultimo non potevamo prevederlo. Il consenso non è un like. Mi ha pure penalizzato, ogni tanto qualcuno diceva "Ma Iacopo vince per forza, il mio voto lo do a X perché è mio amico". I social sono ormai un ambiente politico, sono una macchina di consenso, di opinione fondamentale, ma per andare a votare e mettere una croce serve qualcosa in più, quella credibilità che si costruisce negli anni.
Ti hanno criticato per la scelta di candidati all'interno del Pd? Molti sono rimasti delusi per il partito che è erede della forza che ha governato per 40 anni
Uno ha tutto il diritto di essere deluso di un partito, non dovevo convincere nessuno. Credo che l'apertura che il Partito ha dimostrato all'unanimità (Zingaretti e Bonafé erano d'accordo), un'apertura simile alla società civile sia già un segno di cambiamento e un motivo per dargli fiducia. Se non è possibile, comunque la politica la fanno le persone. Se vogliamo un cambiamento dobbiamo dare fiducia a quelle persone che vogliano il cambiamento.
In tanti mi hanno detto "Hai scelto il Pd e il collegio di Firenze perché è più facile vincere". È il collegio con i grandi della politica,era tutto tranne che scontato. Sogno di stare nel partito di sinistra che possa tornare a convincere le persone anche attraverso segnali come questo. Ho accettato con l'idea di fare politica come ho fatto fino a oggi, portando diritti e idee. Finalmente si può provare la differenza, far fare la differenza. Per questo i miei temi riguardano tutti, sono tra sinistra e destra, le lotte interne non mi interessano. Il mio obiettivo era lavorare bene, sopra le parti. Mi sono reso disponibile a collaborare con tutti. Ho mandato mail a candidati consiglieri della mia lista, se avessero voluto il voto insieme ero disponibile. Portare avanti i miei temi, così dovrebbe essere quando.
I complimenti che ti sono arrivati giungevano anche dall'Empolese Valdelsa, dove risiedi e dove hai iniziato le tue prime battaglie con #Vorreiprendereiltreno. Molti si aspettano che tu risponda anche alle istanze di quel territorio, come se tu fossi il 'secondo' consigliere regionale eletto per quella circoscrizione
È vero che sono candidato consigliere regionale, è anche vero che le mie battaglie sono trasversali. Quando ti parlo di ambiente, di parità di genere, di inclusione e non discriminazione, si parla di cose universali. Il mio territorio non lo dimenticherò, essendo consigliere regionale mi sono candidato per l'intera Toscana. Devo anche ricordare che sono stato candidato a Firenze e le 11mila persone mi hanno votato a Firenze. In primis è da Firenze che dovrò rilanciare la Toscana. Da Firenze partirà un laboratorio progressista per i temi dei diritti. Mi sembra giusto non tradire la fiducia di chi mi ha scelto.
Il tuo nome viene accostato a quello di Elly Schlein in Emilia Romagna, sono candidati progressisti e in qualche modo radicali che hanno avuto successo. Vedi nel panorama nazionale altri nomi che possono emergere in futuro?
Non si dà molto spazio all'attivismo, ci sono tantissimi ragazzi che si impegnano ogni giorno e fanno politica nel senso più alto del termine fuori dalle istituzioni, ma non lo si racconta abbastanza, Magari c'è un altro Iacopo Melio anche più bravo che non ha la giusta risonanza. Si dovrebbe andare sul territorio a cercare persone capaci che non sono personaggi pubblici però sono capaci. Questo è il senso della politica che si apre alla società civile.
Per le tue battaglie che porterai in Consiglio regionale cercherai l'approvazione anche di altre forze in Consiglio regionale?
Assolutamente sì. Chiunque vorrà dare voce alle libertà e all'autodeterminazione dei cittadini è ben accolto. La politica funziona se andiamo nella stessa direzione. Credo che ogni proposta sia utile. Rimane complicato immaginare che quella destra che lascia morire la gente in mare o vede disabili come pazienti da rinchiudere in istituti e Rsa possa collaborare con chi va contro tutto questo.
E se ci fossero 'nemici interni' anche all'interno del Pd?
Sono ottimista, ho visto l'entusiasmo con il quale sono stato accolto, le mie idee sono chiare da sempre, le persone mi conoscono. È chiaro che non possiamo essere d'accordo su tutto, sarò io il primo a non essere d'accordo su qualcosa, la questione sarà da affrontare sul momento. Ci lavoriamo e troviamo punto di incontro. Devo continuare a fare esattamente quello che ho fatto oggi, spingere e fare pressione affinché certi temi abbiano il loro spazio. Vedremo quale sarà il modo più utile.
Hai passato questa settimana a rilasciare interviste, sei ancora più conosciuto nel panorama italiano. C'è qualcosa che non ti hanno chiesto?
Mi hanno chiesto di tutto, se ero fidanzato, quanto peso, c'è rimasto poco da dire.
Non mi è stata chiesta qual è la mia paura più grande: che le persone, visto il grande entusiasmo e l'aspettativa, si possano dimenticare che essere eletti non significa risolvere problemi nel giro di un anno in maniera autonoma. Ci sono equilibri, molte cose non si potranno fare per questioni economiche o politiche, il nostro lavoro sarà fare pressione affinché le cose possano essere fatte. La mia paura è tradire le aspettative.
Nel 2023, salvo crisi impreviste, si tornerà a votare per il Parlamento. Visto il tuo successo alle Regionali, pensi di candidarti?
Non penso, vedremo. Io mi sono candidato per l'interesse dei cittadini e per fare bene, nel 2023 sarò a metà mandato, onestamente dopo aver criticato Susanna Ceccardi per essersi candidata a metà mandato alle Europee e alle Regionali non mi sognerei mai di fare la stessa cosa, ho un impegno e la fiducia da mantenere. Vedremo quando sarò a fine mandato. Molti stanno fantasticando su essere assessore. A me non interessa, a me basta fare bene ed essere utile. Sarà Giani a decidere qual è il modo migliore per farmi essere utile. L'impegno lo manterrò al 100% dando il massimo, vedremo il futuro. Cinque anni in politica sono un secolo.
Elia Billero