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Pci: "Sbarramento iniquo, unità della sinistra auspicabile ma no ai calderoni senza identità"

Vladimiro Spinelli, candidato Pci

Il voto regionale del 20 e 21 settembre ha visto la scontata affermazione di Eugenio Giani a Presidente della Giunta Regionale della Toscana. Una campagna montata ad arte da entrambi gli schieramenti elettorali principali ha fatto credere agli elettori che il governo della Regione Toscana fosse contendibile e molti elettori che si considerano di Sinistra hanno, ancora una volta, votato il “meno peggio”.

Una legge elettorale assurda, iniqua, prevede uno sbarramento del 5% se una lista si presenta da sola e impone la raccolta di circa 11.000 firme alle liste non presenti in Consiglio. Al contrario i Partiti già rappresentati in Consiglio Regionale hanno bisogno di raccogliere poco più di 100 firme per essere presenti sulle schede di tutte le Circoscrizioni elettorali.

In questo modo si vuole forzare la scelta degli elettori, favorendo gli schieramenti principali. E così in tanti si rassegnano a votare il “meno peggio”, anche se magari sono d’accordo con le proposte politiche di altri Partiti, che gli schieramenti vincitori assolutamente non rappresentano.

Nonostante ciò e nonostante i 30 anni di assenza del PCI dalle schede elettorali, abbiamo raggiunto un consenso pari a quello di Partiti che sono sulla scena da anni.

A livello regionale, sommando i nostri voti a quelli del PC di Catello e Toscana a Sinistra di Fattori, i comunisti e la Sinistra di Classe sfiorano il 5%.

Occorre che i gruppi dirigenti di questi Partiti e liste prendano coscienza che l’unità è si auspicabile, ma possibile soltanto nel reciproco riconoscimento e rispetto. Il Partito Comunista Italiano è nato per riprendere e attualizzare l’eredità culturale e politica del PCI storico di Gramsci, Togliatti, Longo, Berlinguer e Natta. Noi vogliamo riportare questa identità comunista nella politica odierna. Non siamo quindi disponibili a scomparire in calderoni senza identità.

Siamo altresì consapevoli che anche in Toscana centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori, assieme agli altri ceti popolari che pagano costantemente il prezzo delle crisi capitalistiche, chiedono di essere rappresentate in modo compatto nel segno della difesa dei diritti economici e sociali.

Ribadiamo quindi che occorre individuare una piattaforma condivisa per costruire un Fronte comune dei Partiti comunisti e della Sinistra di Classe (cioè la Sinistra anticapitalistica e alternativa al cosiddetto Centrosinistra), a pari dignità, rispettando e non nascondendo le diverse identità e culture.

A livello nazionale e regionale dobbiamo lottare per il ripristino del principio costituzionale dell’uguaglianza del voto, ovviando alla nefasta riduzione del numero dei parlamentari con una legge elettorale proporzionale senza sbarramento, che faccia tornare ad essere Camera e Senato lo specchio della volontà popolare, secondo il principio che ogni Partito dev’essere rappresentato e contare per il suo consenso reale e che maggioranza e minoranze si decidono in Parlamento e non con artifici distorsivi della volontà popolare.

Ringraziamo i 1.116 elettori ed elettrici che nell’Empolese Valdelsa (quasi 16.000 in Toscana) ci hanno accordato il loro voto. Il nostro impegno con loro e con le lavoratrici e i lavoratori è quello di far crescere sempre più il Partito Comunista Italiano, facendolo tornare ad essere uno strumento radicato ed efficace nella lotta per il miglioramento delle condizioni di vita dei ceti popolari, di difesa ed ampliamento della democrazia e di riapertura di una prospettiva di superamento del Capitalismo e costruzione del Socialismo.

Pci Empolese Valdelsa

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