'Montemurlo Arte e lavoro' si chiude col libro sul sindaco Menicacci
Anche quest'anno, nonostante l'emergenza sanitaria in corso, chiude il programma dell'estate montemurlese la manifestazione “Montemurlo Arte e lavoro”, promossa dal Comune con la Pro-loco Montemurlo. Una festa in versione ridottissima, che mantiene però l'appuntamento di domenica 27 settembre dalle ore 9 alle 19 con la mostra mercato in piazza Don Milani. Nel rispetto delle norme anti – Covid di distanziamento sociale, quest'anno ci saranno solo 55 banchi di artigianato. Gli ingressi saranno regolati grazie all'ausilio dei volontari dell'associazione dei Carabinieri in congedo di Montemurlo.
Al Borghetto di Bagnolo (via Bagnolo di sopra, 24) dopo il successo della scorsa domenica prosegue intanto la mostra “Impressioni di settembre”, una collettiva di artisti montemurlesi a cui partecipano Luciano Baglioni, Anna Bellucci, Elena Brilli, Fiorenzo Buti, Riccardo Cocchi, Alessandro Falconi, Marco Fontani, Enzo Mazzanti e Anna Ruggeri. Orari di apertura: sabato 26 settembre 16 - 19,30 e domenica 27 settembre dalle ore 10-12 e dalle ore 16 alle 19,30. « Seppur in forma ridotta, Montemurlo Arte e lavoro è la prima manifestazione che il Comune promuove al tempo del Covid con un'associazione del territorio- spiega l'assessore alla promozione del territorio e cultura, Giuseppe Forastiero – Tutto si svolgerà nel rispetto delle norme di sicurezza anti- contagio ed è un'importante prova di normalità in un periodo non facile».
Parla di lavoro, diritti e sviluppo del territorio il libro “La metamorfosi di Montemurlo. Memorie di un sindaco e altri racconti”, una pubblicazione voluta dalla presidenza del consiglio comunale di Montemurlo nell'ambito della Festa della Toscana (rimandata a marzo scorso a causa del Covid) e curata dalla Fondazione Cdse con un'introduzione critica di Luisa Ciardi .L'appuntamento con la presentazione di “La metamorfosi di Montemurlo” è per sabato 26 settembre ore 17,30 nel parco di Villa Giamari (piazza Don Milani, 1- Montemurlo), in caso di pioggia la presentazione sarà spostata nel vicino Centro Giovani.
Il Comune di Montemurlo continua così il percorso di riappropriazione dell'identità e della memoria collettiva, soprattutto in relazione agli anni del boom economico e lo fa attraverso la pubblicazione delle memorie del sindaco Angiolo Menicacci, primo cittadino di Montemurlo dal 1951 al 1970. Vent'anni di buon governo che hanno cambiato per sempre il volto di una cittadina, che da borgata agricola è diventata in pochi anni polo industriale d'eccellenza.
« Un libro che, attraverso la figura del sindaco Angiolo Menicacci, affronta i temi dell'identità e della memoria del territorio e che ben si lega alla manifestazione “Montemurlo arte e lavoro”. - spiega la presidente del consiglio comunale, Federica Palanghi - Un lavoro iniziato prima della pandemia, che ha coinvolto anche i ragazzi della scuola media “Salvemini – La Pira” (classi 3C e 3D con le professoresse Nadia Vinciprova e Sara Galantucci n.d.r.) che hanno svolto un importante lavoro sulle memorie di Menicacci. Per il suo valore storico e sociale questo libro infatti può essere adottato dalla scuola come prezioso ausilio didattico per l'educazione civica e la storia».
La storia degli anni di maggior sviluppo del territorio vengono raccontati attraverso gli occhi di un uomo umile, integerrimo, parsimonioso e visionario, impegnato nella Resistenza, nella lotta di Liberazione, nel sindacato. Angiolo Menicacci, classe 1899, era originario de La Briglia in Val Bisenzio e, forse proprio il suo non essere montemurlese, gli permise di guardare Montemurlo con occhi nuovi, in termini di sviluppo e potenzialità, quando ancora nessuno ci avrebbe scommesso.« Il lavoro, ma anche i servizi, la cultura e l'educazione: la Montemurlo di oggi prosegue un cammino tracciato oltre cinquant'anni fa da un grande sindaco, Angiolo Menicacci. - ricorda il sindaco Simone Calamai -Sono felice che la presentazione di questo libro sia legata ad una manifestazione importante per il nostro territorio come Montemurlo arte e lavoro. Una pubblicazione che consentirà a tanti montemurlesi di comprendere le radici dello sviluppo e delle trasformazioni, che hanno coinvolto il territorio dal boom economico a oggi e di scoprire la figura di un politico con la P, maiuscola che ha speso tutta la sua vita per il bene comune».
Un grande sindaco, insomma, che in questa pubblicazione viene raccontato a partire da una lettura generale dei suoi scritti memorialistici. Segue poi il testo integrale de “La Metamorfosi di Montemurlo”, finora inedito e conservato presso l’archivio della Fondazione Cdse e quindi una scelta antologica di brani tratti dai molteplici racconti inediti scritti da Menicacci.
Raccontare Menicacci significa raccontare la storia industriale montemurlese e di come la buona politica possa indirizzare e agevolare lo sviluppo della comunità. Ma conoscere Menicacci significa anche parlare del sogno di una società ideale, dove fabbrica e comunità rappresentano il connubio perfetto per una città attenta ai più deboli, protesa verso la crescita culturale, educativa e sociale dei propri cittadini.« Lo studio dell' esperienza di Menicacci come sindacalista e amministratore offre l’occasione di aprire lo sguardo sui cambiamenti e sulle importanti trasformazioni subite dall’area pratese - e dal suo distretto tessile - a partire dal secondo dopoguerra. Un uomo semplice che è stato capace di fronteggiare le luci e le ombre del Novecento », aggiunge Alessia Cecconi, direttrice della Fondazione Cdse.
C'è poi un Menicacci più privato, è quello raccontato da Fabio Giusti, titolare della Trafi e della pasticceria Victory, nipote dell'ex sindaco:« Ero bambino e ricordo mio zio come una persona seria, umile. Un uomo che, nonostante fosse autodidatta, era sempre intento a scrivere. Ricordo la sua grafia minuta e fitta. Oggi gran parte di quel materiale è possibile leggerlo in questa pubblicazione»
Per il sindaco del boom economico,infine, l'uomo non poteva essere fatto solo per il lavoro, ma doveva crescere anche culturalmente e socialmente. Menicacci non trascurava poi la valorizzazione naturalistica del territorio né la tutela ambientale. La collina montemurlese, scrigno delle ricchezze storiche e culturali, doveva essere il luogo giusto per sviluppo di strutture socio - assistenziali, residenziali, turistiche. Una strada tracciata oltre 50 anni fa che l'attuale amministrazione comunale sta continuando a portare avanti con forza e convinzione.
Fonte: Comune di Montemurlo - Ufficio stampa