Insulti omofobi a partecipante al Toscana Pride, condannati in cinque
A Siena è arrivata la sentenza. Cinque soggetti accusati di diffamazione aggravata a mezzo social sono stati condannati. La vicenda fa riferimento a insulti omofobi nei confronti di un partecipante al Toscana Pride di Siena, tra i cinque troviamo l’ex segretario cittadino della Lega Francesco Giusti e l’attuale assessore allo sport e all’istruzione Paolo Benini (all'epoca dei fatti non in Giunta) e altri attivisti politici della destra cittadina.
Le cinque persone sono state condannate al pagamento di 900 euro ciascuno di multa, di una provvisionale di 3mila euro per quanto riguarda il risarcimento del danno e alla rifusione delle spese processuali e legali. Nacquero da una foto pubblicata da Giusti su Facebook: era ritratto un professore valdarnese vestito da angelo, il quale fu subissato di commenti e battute reputati di stampo omofobo.
"Oggi sentenza storica a Siena che conferma che l'omofobia non è un'opinione e che insultare le persone gay, lesbiche, bisessuali, transgender, intersex e asessuali è reato". Questo il commento a caldo della presidente di Arcigay Siena - Movimento Pansessuale Greta Sartarelli. "Scandalose le argomentazioni della difesa assunta tra gli altri anche dal sindaco di Siena l'avv. Luigi De Mossi in deroga ad ogni ragione di opportunità politica. Una difesa che ha strenuamente sostenuto che gli insulti omofobi diretti al professor Francesco Simoni a cui va la nostra solidarietà, fossero frutto della goliardia caratteristica dell'ambiente universitario senese. Ancora più grave, è che si sia tentato di minimizzare l'accaduto, negando il movente palesemente omofobico dei commenti, raccontando tutta un'altra storia. Si è addirittura arrivati a sostenere che gli imputati non fossero al corrente che quel giorno a Siena ci fosse il Toscana Pride e che Francesco Simoni vestito da angelo non fosse diretto alla parata, solo perché lontano da Piazza del Campo e che il suo abbigliamento violasse le regole di decoro urbano e urtasse la sensibilità di un padre di famiglia quale era uno degli accusati poi condannati. Adesso, ci aspettiamo che il Parlamento approvi una legge seria contro l'omo-bi-lesbo-transfobia in modo che non ci si debba più affidare solo alla giurisprudenza illuminata per avere giustizia. Siamo orgogliosi di poter affermare che da oggi - anche a Siena - chi odia, paga".
"Siamo pienamente soddisfatti della sentenza, finalmente giustizia è stata fatta! Speriamo che questo provvedimento sia di insegnamento per tutti, perché nel 2020 è assurdo sentir parlare ancora di omofobia - ha dichiarato Antonio Panella, l'avvocato della vittima - Per fortuna questa volta le offese hanno colpito il prof. Francesco Simoni che ha avuto la forza di reagire pubblicamente, ma chiediamoci quali sarebbero state le conseguenza se la vittima fosse stata una persona fragile".