CCI Italy di Montelupo trasferisce 31 dipendenti, i sindacati: "Decisione dell’azienda è inaccettabile"
Dopo lo sciopero di 2 ore di lunedì scorso, i lavoratori della CCI ITALY Srl di Montelupo Fiorentino continuano a chiedere maggiore chiarezza e certezze circa le loro prospettive lavorative.
La CCI ITALY Srl di Montelupo Fiorentino è un’azienda composta da 31 dipendenti, di cui 10 in telelavoro, che fa parte di IMI Critical Engineering. Quest’ultima conta circa 3600 dipendenti a livello mondiale e, in Italia, circa 400 lavoratori suddivisi in cinque aziende. Mentre quattro di queste sono fabbriche, quella di Montelupo Fiorentino è il fornitore di punta delle tecnologie utilizzate per il controllo del flusso nelle industrie di produzione di energia, petrolio e gas, da oltre cinquant’anni. Tutte le richieste di controllo e di commercializzazione delle valvole CCI provenienti dalle diverse aree del mondo vengono gestite in questa sede per la IMI.
Il 26 agosto l’azienda ha comunicato che, per motivi di riorganizzazione aziendale, tutti i dipendenti sarebbero stati trasferiti a Levate (BG) entro il 5 ottobre. Incentivi o indennizzi, telelavoro o lavoro agile non sarebbero state opzioni percorribili.
"Durante l’ultimo incontro con l’azienda non è emersa nessuna volontà di trattativa, né sui modi né sui tempi, in merito alla ricerca di soluzioni più rispettose nei confronti dei lavoratori e delle relative famiglie, indirettamente coinvolte”, afferma Stefano Angelini della Fiom Cgil di Firenze.
"Per la Fiom Cgil questa decisione dell’azienda è inaccettabile, soprattutto per le motivazioni che ci sono state date, poco dettagliate e poco convincenti. Questo atteggiamento dimostra un'assoluta mancanza di rispetto non solo verso i lavoratori e le lavoratrici che vivono un periodo di incertezze per il loro futuro, ma anche verso il valore economico e strategico che essi hanno portato alla sede, considerata centro di eccellenza mondiale dei Sistemi HIPPS (High Integrity Pressure Protection System), ovvero di quei sistemi di controllo e di sicurezza ad alta affidabilità usati nei processi industriali. E’ gravissimo che questo non venga adeguatamente apprezzato dall’azienda. Il trasferimento in tempi così brevi è inaccettabile. Esortiamo l’azienda a organizzare un incontro con tempi e modalità di intervento adeguate e a non insistere con il presentarci motivazioni poco chiare e progetti di trasferimento poco credibili, ma anzi a chiarire i dubbi e le perplessità sulla riorganizzazione in atto.Continueremo il confronto su tutti i punti, incontrando e sollecitando le Istituzioni di tutti i livelli ad intervenire per la ricerca di soluzioni alternative e valutando ulteriori iniziative di lotta qualora le risposte dell’azienda dovessero rimanere tali".
Fonte: Ufficio Stampa Cgil Toscana e Firenze