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Elezioni regionali, il PCI presenta i candidati dell'Empolese Valdelsa

"La nostra grande vittoria è aver portato il simbolo del PCI sulle schede elettorali dopo 30 anni". Parte da qui il progetto di Marco Barzanti e del PCI Toscana, un progetto che non vuole essere "un piccolo orticello politico, ma il rilancio della "questione marxista" nell'arena politica. Oggi è stata presentata la lista di candidati nel Collegio Firenze 3, quello dell'Empolese Valdelsa: Barzanti ha presentato in piazza XXIV luglio la rosa di nomi del collegio, ossia Valdimiro Spinelli, Maria Assunta Piccicuto, Mauro De Felice e Debora Bianchini: "Chi si candida con il PCI non ha sedie da occupare o consigli d'amministrazione in cui accedere, metterci la faccia significa mostrare valore umano e ideologico, significa fare politica per passione. Per questo meritano tutti un applauso"

Scegliere Piazza XXIV luglio per la presentazione non è stato un caso: "Abbiamo scelto questa piazza perché qui nel 1944 ben 29 cittadini furono fucilati per rappresaglia dai soldati nazisti. Simbolicamente il PCI riparte da qui, dall'antifascismo, dal lavoro e dalla costituzione approvata nel 1948 che è il nostro programma politico". Che però ci si possa attendere un risultato positivo sembra una possibilità che realisticamente pare escludere anche Barzanti: "È difficile avere una percezione di quello che succederà, l'appello al voto utile è l'ennesimo trabocchetto che invita l'elettorato a votare il menopeggio per evitare la vittoria della destra, ma qui si dimentica che a portarci a questa situazione è stato proprio il PD con una legge elettorale fatta per non perdere e con le politiche degli ultimi anni. Per noi è una vittoria essere sulla scheda"

Il PCI toscano, in realtà, sembra molto ambizioso: non si tratta solo di vincere un'elezione o di ambire ad un posto in consiglio, ma di riallacciare una narrazione politica interrotta nel 1989 con la svolta della Bolognina. Da questo punto di vista le elezioni 2020 sono appunto un rito di passaggio politico, il primo passo verso la ricostruzione di un partito politico che prima di essere un aggregatore di voti ambisce a essere un progetto culturale di ampio respiro, come quello dello "storico PCI", che intende appunto fare da alfiere di una "sinistra di classe" da ricostruire.

Un progetto culturale che però, al momento, ha qualche 'lacuna' politica a partire dai numeri e dalle alleanze: il PCI si presenta da solo, avversario dichiarato del PD, ma anche 'diverso' da Toscana a Sinistra e persino dal Partito Comunista. Si tratta però di una 'scelta necessaria', dettata dalle situazioni, ma nel futuro Barzanti vede un'alleanza composite di forze di sinistra: "Questo è il primo passo per la ricostruzione del PCI con l'obiettivo di dare una casa ai comunisti. Sappiamo che ci sono sfumature diverse a sinistra ed è giusto così, ma chi in questi anni ha tentato di tenere in piedi una 'questione comunista' ha creato un orticello per avere un proprio partitino, non per portare nella politica riferimenti marxisti. Aabbiamo lanciato un appello alla sinistra, abbiamo chiesto di stare dentro un fronte unico. Ci sono differenze, ma un punto che ci deve unire sono i diritti dei lavoratori e l'applicazione della Costituzione che significa sanità, istruzione e welfare. In Toscana dobbiamo opporci come fronte al PD, cambiare quella legge elettorale che si sono fatti per vincere le elezioni e tornare ad un proporzionale puro. Dobbiamo unirci sui punti che condividiamo nella lotta al sistema che noi chiamiamo capitalismo, per farlo serve una sinistra di classe". Uno sguardo di apertura che non si ferma quindi al 20-21 settembre, ma guarda ad un futuro prossimo.

Poi la stoccata ai 'compagni': "In questi trent'anni senza il PCI la sinistra si è ammorbidita, è diventata fuxia, e spesso nei territori ha visto ancora un'ancora di salvataggio nel PD, per fermare la destra o per avere qualche posto politico. Si è detto più volte di voler portare il PD più  a sinistra, ma il PD ha fatto il suo e ha allontanato il popolo, la sinistra invece è scomparsa. Questa politica è stata fallimentare. La regione a guida Pd, con Rossi, ha tagliato 2600 posti letti togliendo alla sanità pubblica 600 milioni di euro che lui, il massacratore della sanità e dei diritti, considera risparmiati. Basta questo, secondo noi, perché il Pd non sia più votato"

Cosa differenzai il PCI da Giani e Ceccardi? "E' semplice. Il Pd ha promesso una Toscana moderna, sciacquandosi la bocca con l'europeismo, ma dopo dieci anni di presidenza Rossi la Toscana è in crisi profonda e ha infrastrutture arcaiche, inadeguate, con l'aggravante che quella che propone oggi il candidato del centrosinistra, il craxiano e renziano Giani, non è affatto diversa da quella che lascia il suo precedessore. La Ceccardi, ugualmente, vuole una Toscana incentrata sulle privatizzazioni e sul profitto del sistema bancario e finanziario. Giani è stato presidente del consiglio regionale mentre Rossi massacrava la sanità e la scuola pubblica. La Ceccardi, da sindaco di Cascina, si è qualificata come un'amministratrice inadeguata ed ingiusta, degna compare di Salvini. Noi, invece, vogliamo riportare in Toscana il lavoro e il diritto alla casa, alla sanità gratuita e alla scuola. Vogliamo pace, progresso, solidarietà. Vogliamo riaccendere la speranza. Ecco cosa porto di diverso da Giani e dalla Ceccardi”.

I CANDIDATI DELL'EMPOLESE VALDELSA

  1. Vladimiro Spinelli, nato a Vinci, il 21/03/1968. È delegato Cgil della RSU della Vibac di Vinci
  2. Maria Assunta Piccicuto, nata a Caltanissetta, il 10/08/1954. Lavora al Circolo pacchi di Fucecchio, è attiva nell'ANPI e in associazioni in difesa delle donne
  3. Mauro De Felice, nato a San Miniato, il 31/03/1997. Lavoratore precario ha fatto un anno come servizio civile presso l'ARCI Empolese Valdelsa. Fa parte della federazione Giovanile Comunista Italiana.
  4. Debora Bianchini, nata a Vinci, il 27/01/1979. Lavoratrice in somministrazione interinale, è stata eletta delegata RSU CGIL.

 

 

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