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#ImpattoToscana, le imprese chiedono ai candidati un 'piano industriale'

Le imprese toscane chiedono un “piano industriale” per la regione. Presentato, oggi, lo studio realizzato dall’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per conto di Confindustria Toscana sulle direttrici di sviluppo per l’economia della regione.

Otto le direttrici di sviluppo identificate – Economia Circolare, Ricerca e Innovazione, Sanità Salute e Benessere, Industria 4.0 e Digitale, Transizione energetica, Infrastrutture, Mobilità e Sviluppo, Agro-alimentare, Formazione e Capitale umano – quattro i pilastri su cui far crescere la manifattura di domani: digitalizzazione per una Toscana in rete; infrastrutture per una Toscana connessa con se stessa e con il mondo e per sfruttare la domanda pubblica interna in una fase di scarsa domanda privata ed estera; formazione per una Toscana intelligente e in linea con i fabbisogni delle sue imprese; pubblica amministrazione per una Toscana semplice e “amica” delle sue imprese.

“Le imprese toscane chiedono un piano industriale per la regione”, ha sottolineato il presidente di Confindustria Toscana Alessio Marco Ranaldo, nell’introdurre i lavori “una visione di sviluppo e crescita supportata da un cronoprogramma di azioni anticrisi molto serrato che rimetta al centro il lavoro e l’impresa. Temi che ancora non vediamo rappresentati in modo adeguato, nel dibattito politico”. Il presidente Ranaldo ha posto anche l’accento sulla necessità che il futuro governo della regione intervenga su questi nodi di sviluppo, attraverso interventi normativi di riforma e semplificazione e misure di agevolazione. Le risorse in arrivo dall’Europa – fondi comunitari per il periodo 2021-2027 e il piano del Next Generation EU – rappresentano in questo senso un’opportunità unica, che richiede la massima convergenza di obiettivi tra imprese e istituzioni.

“I contenuti dello studio dell’Istituto di Management sono stati pienamente condivisi nell’incontro di oggi a Firenze – ha sottolineato il professor Marco Frey dell’Istituto di Management del Sant’Anna di Pisa nel presentare la ricerca -, in modo articolato dagli industriali toscani, nelle linee generali dai candidati alla Presidenza. Appare infatti indispensabile condividere una visione di futuro per la regione Toscana collegata alla Agenda 2030 delle Nazioni Unite e Green Deal europeo, che sappia indirizzare una serie di priorità indispensabili per una ripresa dell’economia. Tra queste vi è il supporto alle transizioni in corso: quella verso l’economia circolare, quella energetica, quella alimentare, quella digitale. Per consentire i passi in avanti richiesti in queste trasformazioni è peraltro necessario potenziare i fattori abilitanti: come le infrastrutture materiali e immateriali, la ricerca e l’innovazione, il sistema sanitario, il capitale umano e sociale. Con il concorso di tutti gli attori, a partire dalle imprese, potrà essere possibile perseguire un nuovo modello di sviluppo coerente con gli indirizzi europei e con le risorse messe a disposizione dal recovery fund (una sorta di Green Deal Toscano) per consentire alla nostra regione di tornare ad essere protagonista dell’innovazione e dell’attrattività, acquisendo al tempo stesso una maggiore capacità di resilienza rispetto alle crisi della contemporaneità”

Lo studio è stato presentato oggi alla Camera di commercio di Firenze e completa il percorso della campagna #IMPATTOTOSCANA voluta da Confindustria Toscana per stimolare la riflessione sulle priorità di rilancio dell’economia regionale. Per la diffusione dei messaggi chiave sono stati privilegiati le attività digital e sui social media, tramite i profili ufficiali aperti contestualmente e pagina web sul sito istituzionale, punto di riferimento per approfondire i temi e raccogliere materiali e contributi video.

Fonte: Confindustria Toscana

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