[ Piombino ] Galletti (M5S) a Piombino: "La Regione ha dimenticato i cittadini"
“Negli ultimi anni a Piombino si sono moltiplicate le chiusure dei reparti dell’ospedale di Villamarina, mentre l’iter autorizzativo per l’ampliamento della discarica di Rimateria procede spedito. In pratica si continua ad avvelenare il territorio e smantellare la sanità territoriale. In poche parole, la Regione ha abbandonato i cittadini piombinesi. È il momento di imprimere un cambio di passo, ribaltando le priorità per questa città”.
Così Irene Galletti, candidata alla presidenza della Toscana per il Movimento 5 stelle, che oggi a Piombino, insieme ai consiglieri comunali M5S, Daniele Pasquinelli ed Emanuele Orlandini, ha incontrato cittadini e comitati, per poi concludere la sua giornata in piazza insieme ai candidati nella circoscrizione Livorno, Alessandra Rossi, Alessandro Aurigi, Leonardo Apolloni e Daniele Esposito.
“Per quanto riguarda la discarica – aggiunge Galletti – la miglior soluzione è quella di affamarla, rendendola non conveniente. Per farlo mettiamo a disposizione di chiunque governerà la Regione il nostro piano industriale sui rifiuti che, attraverso la realizzazione di impianti di trattamento dei materiali urbani e industriali, un miliardo di euro di investimenti e la creazione di 11mila posti di lavoro, ridurrà progressivamente i prodotti speciali di cui si nutre la discarica di Rimateria. Nel frattempo l’amministrazione avrà il tempo di fare le sue valutazioni e intraprendere le iniziative che riterrà più opportune dal punto di vista urbanistico”.
“La seconda partita fondamentale è quella sanitaria – aggiunge Galletti –: se vogliamo davvero potenziare i presidi territoriali è necessario incrementare il numero di assunzioni. Quelle attualmente deliberate dalla Regione sono sufficienti solo a coprire i pensionamenti, non a incrementare i servizi. Eppure è questa la priorità: da Piombino a Livorno l’intera provincia soffre per la mancanza di strutture sanitarie adeguate, tanto da essere scivolata al 102esimo posto su 107 province italiane. Anche qui serve un cambio di passo”.
Fonte: Ufficio Stampa