In memoria di Nivo Garrone: a Pietrasanta la serata 'BEAT 72 - L’Avanguardia Teatrale Romana'
Con tutte le restrizioni imposte da Covid 19, avrà finalmente luogo la serata intitolata “BEAT 72 - L’Avanguardia Teatrale Romana”, che nasce nella memoria di Nico Garrone, critico teatrale della Repubblica dal primo numero (nel 1976), fino alla morte, avvenuta nel 2009.
Garrone oggi è noto per essere stato il padre di Matteo, il grande regista cinematografico, ma durante la sua vita era amatissimo dal teatro, soprattutto quello giovane, d’avanguardia.
Io lo conobbi a San Miniato, nel 1979, in occasione della presentazione del mio primo libro: “La maschera e la Grazia. La politica teatrale dei cattolici attraverso le Feste del Teatro di San Miniato”. Mons. Vasco Simoncini presentò il volume in questo modo: “Questo libro esce nella collana di teatro e regia teatrale della Pàtron di Bologna, diretta da Luigi Squarzina. Squarzina è candidato alle elezioni europee per il Partito Comunista, quindi noi non possiamo essere d’accordo con quanto Mancini ha scritto”.
Era almeno una forzatura, che Garrone colse divertito, dedicando gran parte del suo articolo sulla Repubblica proprio al mio libro. Diventammo amici, mi sembra che già in quella prima sera abbiamo mangiato insieme. Lo avrei visto tantissime altre volte, per libri che abbiamo curato, per il suo festival di Radicondoli, che avrebbe invitato molte volte i miei spettacoli, per tante altre cose.
Ricordo ancora la sua casa a Roma, nella zona Parioli. Una bellissima casa, con alle pareti, opere importanti, in genere di suoi amici, come quelle di Mario Schifano e altre – ad esempio alcuni disegni di Eugenio Montale, che Nico teneva distrattamente dietro una lampada, che col tempo li avrebbe rovinati.
C’erano anche alcuni bellissimi quadri di sapore iper realista. Quando ho chiesto di chi fossero, Nico mi ha detto: “Sono di Matteo, mio figlio, è incerto tra la pittura e il cinema. Pensa che Domenico Procacci gli ha chiesto di girare, un film tratto da ‘Gomorra’, il libro di Saviano, lui è ancora incerto, ma credo che accetterà, io l’ho consigliato di dire sì”.
Poi ci siamo spostati nel suo studio, il luogo dove lavorava e lì, accanto alla scrivania c’era una montagna di carte, alta almeno un metro e mezzo e larga tre o quattro metri. Era ormai una sorta di scultura concettuale, un po’ alla Michelangelo Pistoletto, un ammasso di fogli, di programmi dei tanti spettacoli che Garrone andava a vedere, a recensire. Letti, o sfogliati magari, poi gettati lì, a rappresentare il caos del teatro italiano, e quello nella testa di uno dei suoi critici più apprezzati.
A Pietrasanta domenica 23 agosto, ci sarà modo di ricordare Nico Garrone, chi è interessato può venire, qui sotto il Comunicato Stampa e i numeri di telefono per segnalare la propria presenza.
Fonte: La conchiglia di Santiago