Coronavirus, chiusura delle discoteche: i commenti di politici e Silb Fipe Confcommercio
Il Governo, in seguito all'aumento dei nuovi casi Covid-19 dell'ultimo periodo, il 16 agosto ha deciso per la chiusura delle discoteche. L'ordinanza, firmata domenica dal Ministro Roberto Speranza, riconosce però un sostegno economico alle attività costrette a fermarsi. L'ordinanza inoltre ha introdotto l'obbligo, dalle 18 alle 6, di mascherina anche all'aperto negli spazi di pertinenza dei locali e dei luoghi aperti al pubblico e negli spazi pubblici che per caratteristiche favoriscono gli assembramenti. (Qui la notizia).
La nuova ordinanza emanata dal Governo ha sollevato però qualche polemica, da parte di politici e lavoratori del settore.
Sindaco Giovannetti: "Non dovevano chiudere discoteche ma porti e frontiere"
“Mi auguro che in seguito a questa nuova ordinanza del Ministero della Salute, il Governo aiuti i comuni a garantire un controllo quotidiano e più capillare nei confronti dei luoghi dove gli assembramenti sono più frequenti e dove il distanziamento non è sempre matematico. Più che controlli spot, abbiamo bisogno di un’attività di controllo quotidiana in coordinamento con le polizie locali per tenere alta l’attenzione sulle normative anti-Covid. Altrimenti è inutile fare ordinanze se non sei in grado di farle rispettare”: così il sindaco di Pietrasanta (Lu), Alberto Stefano Giovannetti commenta la nuova ordinanza del Governo che prevede dalle ore 18.00 alle ore 06.00 sull’intero territorio nazionale di usare protezioni delle vie respiratorie anche all’aperto, negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico nonché negli spazi pubblici (piazze, slarghi, vie) ove per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti anche di natura spontanea e/o occasionali.
Il primo cittadino di Pietrasanta aveva già sollecitato, anche in occasione del ferragosto, un maggiore coordinamento dei controlli. “Non sono favorevole alle chiusure delle attività che devono rispettare, questo si, regole e protocolli se vogliono continuare ad esercitare. Il governo non doveva chiudere le discoteche ora perché così sa molto di presa in giro. Avrebbe dovuto chiudere piuttosto porti e frontiere settimane fa dopo i primi casi evidenti di contagio importato ed obbligare tutti al test e alla permanenza in casa o in strutture fino a che non sarebbe arrivata la risposta. Probabilmente il quadro oggi sarebbe molto diverso”.
Alberti (Lega): "Chiudere le discoteche disperde i ragazzi, controlli più difficili"
“Ancora una volta, il Governo ha dimostrato di non avere una visione lungimirante sulla pandemia – dice il Consigliere regionale della Lega, Jacopo Alberti - chiudere tutte le discoteche non è l'argine al dilagare del contagio, è, anzi, l'apertura delle dighe. Adesso i ragazzi si andranno ad assembrare nelle piazze e nei locali, alla ricerca del divertimento, e sarà molto più difficile per le forze dell'ordine tenere sotto controllo le folle. E in caso di contagio, sarà un vero caos riuscire a a individuare i contatti delle serate dello sballo. L'errore è stato fatto all'inizio, quando sono state riaperte: non si capisce con quale criterio alle discoteche non sia stato imposto di avere gli elenchi dei nominativi e i contatti per rintracciare i frequentatori, dato che sono luoghi con capienze anche di mille persone, mentre una parrucchiera di provincia è obbligata a segnare i dati dei clienti e tenere tutto per 14 giorni. Chiudere tutte le discoteche indistintamente è stato un errore, il provvedimento poteva essere preso solo sui locali che non seguivano le regole, così si è messo in ginocchio tutto il comparto”.
“Adesso dovremo affrontare due nuove emergenze: centinaia di addetti delle discoteche senza lavoro, che non sapranno come mandare avanti le famiglie, e ragazzi riversati per le strade e nelle piazze senza alcuna possibilità di controllo da parte delle forze dell'ordine e della Asl in caso di contagio. Dato che Nardella si è casualmente ricordato della Movida molesta dell'Oltrarno e di Santo Spirito proprio in periodo di campagna elettorale, annunciando di voler anche incontrare i residenti snobbati per anni, chiedo al sindaco – conclude l'esponete della Lega - di muoversi tempestivamente, in vista del prossimo fine settimana, e attivare quanti più controlli possibile. E rilancio anche con forza l'idea di istallare delle telecamere collegate direttamente alla Questura”.
Silb Toscana: "Stavamo seguendo tutte le regole, non c'era motivo di far chiudere discoteche e sale da ballo"
Alessandro Trolese, presidente regionale del Silb Fipe Confcommercio, l'associazione italiana delle imprese di intrattenimento, ha commentato lo stop delle discoteche. "Siamo stati i primi a chiudere, gli ultimi a riaprire e adesso dalla sera alla mattina si è deciso di chiudere un intero settore che dovrà mandare a casa centinaia di lavoratori". Il presidente ha inoltre aggiunto: "Se c'è un locale che sbaglia è giusto chiuderlo o sanzionarlo ma quella del Governo è stata un'altra scelta, si è voluto criminalizzare il settore".
In Toscana il comparto dell'intrattenimento da ballo e spettacolo conta 16mila addetti in circa 150 locali professionali con un giro di affari che si aggira intorno ai 500 milioni di euro. L'emergenza Covid, come dichiarato ancora da Trolese, era stata gestita dal settore con "più personale, venivano presi nomi e contatti degli avventori" e fatte indossare le mascherine. Il presidente regionale ha dato una sua versione dei fatti: "Questo governo sta cercando in tutte le maniere di trovare una scusa per posticipare le elezioni. Non ha minimamente supportato il settore, stavamo seguendo tutte le regole, non c'era motivo di far chiudere discoteche e sale da ballo".
Anche Maurizio Pasca, presidente del Silb, è sulla stessa linea del presidente regionale. Dopo aver preso atto del provvedimento, basato sull'aumento dei contagi, Pasca ha dichiarato che il settore non si sente responsabile poiché le attività hanno lavorato al pari di altri settori della società. "Ma la discoteca è come sempre un grandioso capro espiatorio" ha dichiarato in una nota, aggiungendo "Se uno su tremila non rispetta le regole non significa che gli altri 2.999 siano rei di comportamenti irresponsabili".
Infine il comparto, per la voce del Silb, chiede al Governo "aiuti fattivi per le nostre aziende, che sono chiuse da fine febbraio e hanno dipendenti, affitti, tasse da pagare come tutte le altre realtà imprenditoriali. Voi siete responsabili dei 100mila lavoratori, dei 4 miliardi di fatturato persi, dei professionisti e delle famiglie rimaste senza reddito".