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Decreto agosto, Ristoratori Toscana fanno le loro richieste al governo

CS Ristoratori Toscana

Migliaia di posti di lavoro a rischio e di attività chiuse

Chiusure di attività e un'ondata di licenziamenti in autunno. E' quanto accadrà se il decreto agosto non conterrà delle misure concrete anche per la categoria dei ristoratori.

«Il settore della ristorazione – spiega Pasquale Naccari, portavoce dell'associazione Ristoratori Toscana, che rappresenta 9mila imprenditori del settore – è uno dei comparti più colpiti dall’emergenza Covid. Se alcune aziende sono tornate quasi alla normalità, per la stragrande maggioranza la strada è particolarmente in salita. In forte sofferenza le imprese legate al turismo internazionale e agli eventi. Nelle città d’arte, poi, per la prima volta assistiamo a un fenomeno molto preoccupante: locali chiusi ad agosto non per ferie, ma per mancanza di clienti». «Se non scatteranno ulteriori interventi governativi per sostenere la ripresa – aggiunge – andremo incontro ad un moria di attività, con conseguente ondata di licenziamenti. Una prospettiva devastante».

 

Queste le richieste al Governo della categoria:

1.      credito, erogato in tempi rapidi, per riuscire a superare la fase della post pandemia. Fino ad oggi, infatti, la burocrazia e la mancanza di ottimi rating aziendali ne hanno ritardato e anche negato l’accesso.

2.      proroga della cassa integrazione per le realtà veramente in sofferenza. Di fronte a pesanti cali di fatturato, è impossibile riuscire a mantenere intatta la forza lavoro.

3.      sostegni mirati alle imprese che per decreto ancora non hanno potuto riaprire. Tra queste, le attività di intrattenimento al chiuso e quelle legate al turismo congressuale, che hanno importantissime ricadute per il settore della ristorazione

4.      sblocco dei licenziamenti, perché con cali di fatturato così pesanti non è possibile mantenere tutto il personale che assunto prima della catastrofe Covid

5.      cancellazione  per tutto il 2020 di tributi quali la Tari e la tassa sulla pubblicità.

Fonte: Ufficio Stampa

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