[ Toscana ] Regionali 2020, l'intervista a Barzanti (PCI): "Pd neoliberista. No a Fattori per 'salvare' simbolo e identità"
È un voto 'caldo' quello delle prossime Elezioni Regionali in Toscana. Non solo perché la campagna elettorale si terrà in piena estate, ma anche perché il centrodestra vede la possibilità di poter mettere le mani per la prima volta sulla 'roccaforte rossa'; e caldi, dato quel che c'è in gioco, saranno anche i toni della campagna elettorale. gonews.it ha posto alcune domande ai candidati delle Regionali 2020 con le interviste a cura di Giovanni Mennillo. Di seguito l'intervista al candidato del Partito Comunista Italiano, Marco Barzanti.
Dopo essere 'sparito' dalle schede elettorali del 2015 il simbolo della falce e il martello torna in Toscana. Un 'doppio' ritorno nelle vesti del PC di Salvatore Catello, ma anche in quelle più 'vintage' del Partito Comunista Italiano: anche il PCI, 'rinato' nel 2016, si candida alle prossime elezioni regionali della Toscana candidando Marco Barzanti. Un 'vintage' che però non vuole avere niente a che vedere con una passerella di moda o una rievocazione storica in maschera: il PCI intende "rilanciare la prospettiva comunista per il XXI Secolo" dare una prospettiva a chi "non votava ormai da tempo perché stanchi del meno peggio o di contenitori di pseudo sinistra senza ideali e valori".
Forte è il 'No ideologico' al PD il quale avrebbe "abbandonato gli ideali e i valori di sinistra per trasformarsi in un partito che non ha esitato a tagliare la sanità, la scuola, privatizzando ed esternalizzando i servizi pubblici"; impossibile un accordo con il PC in quanto divisi dal "pensiero sul comunismo cinese e cubano e sulla storia del PCI italiano". Il PCI avrebbe provato a dialogare invece con Tommaso Fattori e Toscana a Sinistra, ma alla condizione della "chiara visibilità simbolica e il rispetto organizzativo di ciascuno". Per Barzanti "la presenza del simbolo è sostanza politica vera e non un capriccioso orpello identitario", e proprio sotto il peso del simbolo si è sgretolata l'alleanza: "Abbiamo dovuto verificare alla fine la non conciliabilità di due culture politiche, quella post comunista del contenitore di una sinistra generica antagonista, dove i comunisti, a patto che siano invisibili".
Al centro del progetto di Barzanti c'è il potenziamento della Sanità e del welfare, sostegno al lavoro con investimenti pubblici, investimenti in ambiente, agricoltura e scuola, infine un piano di potenziamento e messa in sicurezza delle infrastrutture.
"In Toscana, la roccaforte rossa non esiste più da tempo", da qui secondo Barzanti è necessario fare"un primo passo per ridare al concetto di sinistra quel valore storico, nobile e di massa che lo ha sempre contraddistinto. Riproponiamo un'idea altra di Toscana (“rossa” per l'appunto) che abbia tra i primi punti la rivitalizzazione dello Stato Sociale e una soluzione ai problemi della rappresentanza democratica, con la reintroduzione di un sistema elettorale proporzionale puro". Sugli obiettivi da raggiungere per Barzanti "riportare il simbolo sulle schede elettorali è già una vittoria".
L'intervista completa a Marco Barzanti
1) Perché il Partito Comunista Italiano ha deciso di candidarsi alle elezioni regionali ?
Il PCI è rinato dopo una fase Costituente che ha visto la partecipazione e adesione di Compagne e Compagni provenienti dall’esperienza di Rifondazione, dell’ex PdCI, di chi non votava più da tempo. L’obiettivo era ed è quello di rilanciare la prospettiva comunista per il XXI Secolo e le elezioni sono uno strumento straordinario da usare come risonanza mediatica per far conoscere il PCI. Ci presentiamo proprio perché stanchi di votare il meno peggio o contenitori di pseudo sinistra senza ideali e valori. Facciamo una domanda: ma rispetto a 30 anni fa le donne, le lavoratrici, i lavoratori stanno meglio o peggio ? La sanità, la scuola, i servizi fondamentali sono migliorati o peggiorati ? I giovani di oggi stanno meglio o peggio rispetto ai giovani di 30 anni fa ? La classe politica che ci governa è migliorata ? Ecco, a queste domande noi rispondiamo che la situazione è peggiorata ed è quindi urgente la costruzione di un riferimento di classe chiaro e netto come il rinato PCI. Queste le ragioni che ci hanno portato con il nostro Segretario Nazionale Mauro Alboresi alla decisione di mettere in corsa il partito in vista delle elezioni regionali.
2) Il PD secondo voi ha 'voltato le spalle' alla sinistra? Fattori ha tentato di creare un polo di sinistra alternativo, il Partito Comunista di Rizzo si presenta da solo, siete stati coinvolti in uno dei due progetti?
Il PD nel tempo si è trasformato in un partito neoliberista. Mi spiego meglio: è un partito che ha abbandonato gli ideali e i valori di sinistra per trasformarsi in un partito che pur di governare non ha esitato a tagliare la sanità, la scuola, privatizzando ed esternalizzando i servizi pubblici dei Comuni. Non dimentichiamo che l’attacco ai diritti dei lavoratori con la eliminazione dell’art.18 è venuta per mano del PD, così come il salvataggio delle banche spendendo oltre 35 miliardi di euro ma colpendo i risparmiatori.
Noi comunisti, vogliamo portare il conflitto all'interno delle istituzioni, ad ogni livello, è stato ed è un obbiettivo sempre presente, un modo per rappresentare e cercare di soddisfare nel concreto e nell'immediato gli interessi e i bisogni materiali delle lavoratrici, dei lavoratori e delle classi più deboli. Per noi il passaggio elettorale non è il fine ultimo, ma è una prassi funzionale al progetto di fondo della trasformazione sociale e politica. Gli anni del protagonismo del mondo del lavoro e dei suoi rappresentanti politici e sociali sono lì a testimoniarlo. La progressiva deriva politica-culturale verso i lidi neoliberisti di quella sinistra, sedicente, ha di fatto consentito e portato nel tempo alla estromissione dalle istituzioni.
Complice l'introduzione di quei sistemi maggioritari di stampo presidenzialista, così tenacemente perseguiti e rivelatisi perfettamente idonei all'uopo. Una sinistra ormai puramente nominale che ha fatto suoi i principi di quel neoliberismo, che fonda la sua natura sull'attacco al costo del lavoro e sullo smantellamento di quelle conquiste sociali di massa frutto del compromesso novecentesco, secondo i desiderata dell'Unione Europea.
Come Partito Comunista Italiano riteniamo che sia arrivato il momento di ricominciare a dar voce e rappresentanza alla classe lavoratrice e ai ceti subalterni e di impadronirci nuovamente di quegli spazi che un disagio sociale inascoltato ha lasciato occupare da istanze individualiste e spesso reazionarie, davanti ad una oggi più che mai evidente crisi strutturale del sistema capitalistico, sottolineata impietosamente dalla drammatica e inaspettata emergenza sociosanitaria.
Le imminenti Elezioni Regionali possono e devono costituire un primo passo in tale direzione, per ridare al concetto di sinistra quel valore storico, nobile e di massa che lo ha sempre contraddistinto, ma nel presente assai virtuale, quando non inviso. Riproponiamo un'idea altra di Toscana (“rossa” per l'appunto) che abbia tra i primi punti del suo impianto programmatico la rivitalizzazione dello Stato Sociale e una soluzione ai problemi della rappresentanza democratica, con la reintroduzione di un sistema elettorale proporzionale puro.
Su questo presupposto programmatico-strategico, consapevoli della opportunità di costruire un fronte d'azione unitario ampio, coinvolgendo le forze della sinistra di classe, abbiamo volutamente aperto, con incontri ripetuti, un confronto con il coordinamento della lista Sì Toscana di Tommaso Fattori e con PaP. Con estrema franchezza, in un clima rispettoso, abbiamo posto la sola condizione della chiara visibilità simbolica e il rispetto organizzativo di ciascuno, nient'altro. Con altrettanta chiarezza abbiamo spiegato come per il Partito Comunista Italiano, ricostruito per rilanciare la questione comunista, la presenza del simbolo fosse sostanza politica vera e non un capriccioso orpello identitario. Abbiamo dovuto verificare alla fine la non conciliabilità di due culture politiche, quella post comunista del contenitore di una sinistra generica antagonista, dove i comunisti, a patto che siano invisibili, sono bene accetti solo come portatori di una istanza culturale, al pari di altre, e quella che ci appartiene, rimessa in campo con tutt'altra prospettiva strategica, pur nella consapevolezza di un percorso lungo quanto necessario. Il nostro impegno massimo deve ora essere rivolto alla raccolta delle firme in ogni territorio per la lista del PCI, pur in un clima non facile. Il Partito e il suo patrimonio strategico ne guadagneranno in visibilità e crescita. Questa sarà la nostra campagna elettorale, perché questo è l'obbiettivo prioritario di fase. Se, come affermiamo, i passaggi elettorali sono uno strumento, questo non è che l'inizio. Rimaniamo naturalmente aperti al confronto, auspicando un fronte comune per un'unità d'azione sulle tematiche che condividiamo, da comunisti, con altre forze della sinistra di classe.
Con il partito di Rizzo, che vive una fase difficile dovuta ad una profonda scissione, ci divide il pensiero sul comunismo internazionale e sul PCI italiano. Rizzo è contro la Cina e ritiene che non sia un paese comunista, è contro Togliatti e Berlinguer. Noi crediamo che il patrimonio politico del Pci è il nostro patrimonio compresi errori che comunque devono essere contestualizzati alla fase storica. Per noi la Cina, Cuba sono paesi comunisti a cui ci sentiamo legati.
3) Perché l'elettore di sinistra dovrebbe votare il Partito Comunista Italiano?
Perché è il solo modo per riportare il disagio sociale all'interno delle istituzioni nel solco di un progetto politico di lungo corso. Guardandoci indietro si stava meglio rispetto ad oggi. Perchè, spesso il voto viene visto attraverso due possibili alternative una di centrodestra originale e più sociale e l’altra di politiche neoliberiste che fa riferimento al PD. Qui la scelta del meno peggio, spesso viene dato un voto con lo scopo di arginare la Lega, senza rendersi conto che i diritti ai lavoratori, riforma Fornero, tagli alla sanità sono arrivati proprio da chi si manifesta di centrosinistra come il PD. Invece, tutti noi abbiamo un grande potere ed è quello di votare chi ci è più vicino ideologicamente, con valori e principi saldi e un programma chiaro di ritorno alla gestione pubblica dei servizi, che rimetta al centro i bisogni delle donne e degli uomini.
4) Torna la falce e il martello sulle liste elettorali, simbolo 'sparito' nel 2015. Cosa rispondete a chi sostiene sia anacronistico il ritorno di quell'universo ideologico nella politica odierna ?
Il Pci storico ebbe un ruolo fondamentale nella conquista dei diritti, nella conquista della libertà della donna di essere uguale all’uomo. Oggi, i diritti sono stati eliminati riportando le lancette dell’orologio al periodo geologico del triassico inferiore. In questi ultimi 30 anni ci hanno spiegato che gli ideali e i valori non servono, si deve essere moderni e la modernità ha portato la politica ad assumere spesso le sembianze e gli schemi del sistema mafioso, dividendosi poteri, appalti, interessi. In questi giorni la notizia che i consiglieri tutti hanno ricevuto rimborsi spese di trasferta pur stando a casa per il Covid 19. in alcuni casi si arriva a rimborsi di oltre 10.000 €uro e questo avviene in Toscana. Ebbene, dopo esperienze fallimentari di contenitori di pseudo sinistra, esperienze post comuniste ma con la sete della sedia, crediamo sia arrivato il momento di costruire una forza comunista, ancorata al Marxismo e a Lenin. Infine, faccio notare che nella crisi e nel fallimento del sistema sanitario del capitalismo e quindi anche quello italiano, chi è venuto ad aiutarci sono paesi comunisti, coma la Cina e Cuba. Abbandonati dall’Europa e dagli Stati Uniti. Il fallimento sanitario del capitalismo lo si vede anche meglio negli Stati Uniti dove ogni giorno muoiono migliaia di uomini e donne perché non possono permettersi di pagare la sanità, che ricordo a tutti è privata. La stessa privatizzazione introdotto in Italia con visite in intramoenia, ticket sanitari e strutture convenzionate.
5) Mentre la sinistra risulta sempre più 'spaccata' il centrodestra si è ricompattato e amibisce a conquistare la roccaforte rossa. Era inevitabile la divisione nella sinistra non-pd ?
In realtà la domanda pone una serie di riflessioni profonde, in Toscana, la roccaforte rossa non esiste più da tempo. Il centrodestra tenta di scalare posizioni e talvolta conquista comuni importanti in Toscana, perché il PD per primo ha abiurato la sua cultura di sinistra, spingendo sempre più a destra. A livello regionale, per ricordare un episodio di scelte politiche, il PD con Giani, Rossi e Fratelli d’Italia decisero di accogliere i golpisti del fantoccio proclamato presidente del Venezuela Guaidò, voluto dagli Usa e non difendere il legittimo Presidente Maduro votato dal popolo. Questo la dice lunga da che parte stanno quelli del PD anche in tema di politica internazionale.
A Sinistra, esiste una tendenza culturale nell’affermare di essere di sinistra e antifascista ma, in realtà cosa significa ? Sei marxista ? Sei un socialista come era Pertini ? Purtroppo dichiararsi di sinistra e poi accettare il compromesso di stare dentro un contenitore senza riferimenti è esattamente quella sinistra futile che ha permesso l’avanzata della destra e la trasformazione del PD in un partito neoliberista. Non si tratta di una divisione ma, di visione e di progetti diversi che mantegono punti comuni nella critica al capitalismo e alle scelte del PD.
6) Nel caso di un ballottaggio Giani-Ceccardi dareste indicazioni di voto?
Nel caso di ballottaggio, andremo sicuramente a votare contro Giani che rappresenta una politica di destra, fatta di privatizzazioni, esternalizzazioni e imposizioni di scelte come lui stesso ha dichiarato: “a costo di ricorrere ai carri armati”. La Ceccardi, è l’altra faccia della medaglia di Giani ex craxiano, ex renziano, ex bersaniano, in questo caso a parte le dichiarazioni in cerca di visibilità dell’onorevole Ceccardi, qui siamo di fronte alla destra, razzista, xenofoba, che vorrebbe pagare gli stipendi a seconda della Regione a cui appartiene il lavoratore. Invotabili entrambi per ciò che rappresentano.
7) Quali sono le cinque priorità del PCI in Toscana ?
Le nostre priorità sono:
Sanità: Riportare la Sanità sotto il controllo pubblico, eliminando i ticket sanitari e l’intramoenia che riteniamo sia utile solo per contribuire alla privatizzazione del servizio usando le strutture pubbliche.
Lavoro: Stabilizzazione dei medici e delle infermiere e infermieri oltre agli operatori sanitari.
Investimenti economici, diretti di partecipazione della Regione per il lavoro e la stabilizzazione dei lavoratori, sostegno per le aziende che hanno rispetto dei lavoratori. Nessun aiuto per chi sfrutta i lavoratori.
Stato sociale: il rilancio dei servizi pubblici attraverso il ritorno alle gestione pubblica degli stessi. Oggi, ogni esternalizzazione costa in media il 30% in più rispetto alle gestione pubblica.
Viabilità: Messa in sicurezza e adeguamento della nuova Aurelia da Grosseto Sud fino a Civitavecchia. Completamento della Grosseto/Siena. Se ci poniamo in questa prospettiva sicuramente una delle infrastrutture prioritarie dovrà essere il completamento della prima parte dell’allargamento a mare del porto di Livorno conosciuto come darsena Europa tale infrastruttura che servirà a liberare spazi, insieme all’allargamento del canale di entrata, lo scavalco ferroviario del Calambrone che collegherà il porto all’interporto Vespucci il potenziamento delle linee viarie e ferroviarie con la rete nazionale dovranno essere il fulcro di un sistema logistico efficiente.
Potenziamento ferroviario per i livelli turistici che per i pendolari, con linea dedicata ai trasporti merci.
Scuola e Università: Investimenti per le strutture scolastiche con potenziamento scuole nido e materne. Sedi Universitarie presenti in ogni capoluogo di provincia per evitare costi impossibili da sostenere per tante famiglie. Il diritto allo studio deve essere garantito soprattutto in questa fase di covid-19 in tutta la Toscana con corsi di laurea presenti in ogni provincia.
Ambiente: chiusura di tutti gli inceneritori e rilancio di una economia compatibile con l’ambiente, attraverso l’economia circolare, il recupero del rifiuto attraverso la raccolta differenziata premiante per ogni cittadino. Eliminazione dei carrozzoni che costano troppo e non danno servizi. Riuso e recupero del rifiuto attraverso una nuova vita dello stesso. Gestione acqua ritorno alle gestione pubblica, anche in questo caso via i carrozzoni che hanno costi elevatissimi rispetto al servizio.
Agricoltura: dopo anni di incentivi per abbandonare i terreni, si ritorni alle colture che valorizzino i prodotti della Toscana con le varie peculiarità delle singole province.
8) Che risultato pensate di raggiungere ?
Il risultato elettorale è difficile dirlo, ma quello politico in questa prima fase lo abbiamo raggiunto. Il fatto che dopo 30 anni riportiamo il simbolo storico del PCI sulla scheda elettorale con una nostra lista, il nostro programma e soprattutto il progetto che rimette al centro del dibattito politico la questione comunista, i lavoratori, le lavoratrici, i diritti, gli ideali è già una grande vittoria.
9) L'emergenza COVID e la sua gestione inciderà sulle prossime elezioni regionali ?
L’emergenza Covid ha dimostrato anche in Toscana i disastri dei tagli alla Sanità, il fallimento di un sistema che è stato più fortunato rispetto al dramma della Lombardia. Il decreto Balduzzi per il taglio dei posti letto, condiviso da un ampio schieramento di forze politiche che va da Fratelli d’Italia, passa da Forza Italia e ha trovato applicazione piena con i governi Renzi e Gentiloni ha fatto sentire i suoi effetti anche in Toscana, dove sono stati tagliati 2.500 posti letto con un risparmio stimato di circa 600 milioni di euro, che non sono diventati servizi alternativi ma hanno fatto solo cassa. Così la sanità è stata dissanguata costringendo i dipendenti a ritmi massacranti già prima del Covid. Mentre i servizi ai cittadini sempre meno e sempre più costosi. Se ogni cittadino, non dovesse ricordarlo dando il proprio voto a chi ha ridotto in questo stato la sanità poi non si lamenti che deve attendere mesi per una visita diagnostica. No si lamenti se deve pagare il ticket, non si lamenti se deve spendere 150 euro per una visita a pagamento per curarsi. Noi non lo dimenticheremo, infatti stiamo raccogliendo le firme per una petizione popolare per una sanità efficiente e pubblica.
10) Cosa deve imparare la politica dall'emergenza Covid-19 ? Può essere quella attuale anche un'opportunità per pensare un nuovo modello politico anche a livello regionale?
Noi pensiamo che questa classe politica che ci governa non è interessata ad imparare, ascoltare, ha correggere gli errori. Questa è una classe politica che pensa alle proprie necessità personali, alle proprie ambizioni, ai propri egoismi di potere e controllo. Dopo aver gridato eroi ai medici, infermieri e operatori sanitari, oggi, sono già stati dimenticati e abbandonati.
Il PCI vuole una programmazione e gestione pubblica e nazionale dei servizi primari, sanità e scuola in primo luogo. Le regioni hanno fallito il loro ruolo nella gestione dei servizi.
A cura di Giovanni Mennillo