Regionali 2020, l'intervista a Catello (PC): "Parliamo ai delusi del centrosinistra. Falce e martello tornerà in consiglio"
È un voto 'caldo' quello delle prossime Elezioni Regionali in Toscana. Non solo perché la campagna elettorale si terrà in piena estate, ma anche perché il centrodestra vede la possibilità di poter mettere le mani per la prima volta sulla 'roccaforte rossa'; e caldi, dato quel che c'è in gioco, saranno anche i toni della campagna elettorale. gonews.it ha posto alcune domande ai candidati delle Regionali 2020 con altrettante interviste a cura di Giovanni Mennillo. Di seguito l'intervista al candidato del Partito Comunista, Salvatore Catello.
La falce e il martello torna sulle schede elettorali della Toscana dopo essere 'sparita' nel 2015. Il simbolo torna, ma sono due le bandiere che lo portano: quelle del Partito Comunista e quelle del partito Comunista Italiano.
Salvatore Catello rappresenterà il PC, una candidatura che definisce "una cosa naturale" perché "in Toscana la nostra organizzazione è molto cresciuta negli ultimi anni, soprattutto tra i giovani e tra i lavoratori. Abbiamo un progetto per la Toscana e sappiamo come realizzarlo". Per il PC Giani e Ceccardi sono facce diverse della stessa medaglia, quella delle "privatizzazioni e dello smantellamento dei servizi pubblici", divisi solo da "un antifascismo di facciata"; ma Catello rivendica anche la distanza dagli altri pezzi della sinistra: no a "liste minestrone con dentro tutto e il contrario di tutto" come in passato, mentre la presa di distanza da Fattori è motivata spiegando che quello del Partito Comunista "è un progetto complessivo di più ampio respiro, oltre al fatto che al centro c’è il conflitto capitale-lavoro, la centralità del lavoro, una netta posizione di rottura nei confronti dell’Unione Europea, dell’euro e della NATO". Al centro del programma del PC ci sono quindi i temi del lavoro, sanità, ambiente, casa e istruzione.
Su una sinistra sempre più 'rosa' Catello pensa controcorrente: "Noi siamo convinti che questa sia la volta buona per riportare la falce e il martello in consiglio regionale. Noi puntiamo a recuperare il voto di tutti i lavoratori che oggi delusi dal centrosinistra votano la destra o hanno smesso di votare".
1) Perché il Partito Comunista ha deciso di candidarsi alle elezioni regionali?
Ci candidiamo perché abbiamo un progetto importante per la Toscana. La Toscana che vogliamo è fatta di sanità pubblica e gratuita, di qualità, rapida e con presidi diffusi sul territorio, di scuola pubblica, di trasporti pubblici di alto livello, di politiche abitative che garantiscano una casa a tutti i cittadini. Vogliamo invertire il processo di privatizzazione dei servizi pubblici portato avanti dal Partito Democratico. Vogliamo costruire la Toscana dei lavoratori. Il Partito Comunista è ormai un’organizzazione radicata in tutta la Toscana, come in tutto il resto del Paese. In Toscana la nostra organizzazione è molto cresciuta negli ultimi anni, soprattutto tra i giovani e tra i lavoratori. La nostra partecipazione alle elezioni regionali è quindi una cosa naturale: abbiamo un progetto per la Toscana e sappiamo come realizzarlo.
2) Tommaso Fattori con 'Toscana a Sinistra' ha tentato di creare un polo di sinistra non-pd (a sostenerlo anche Rifondazione e Potere al Popolo), perché voi non avete aderito? Vi è stato chiesto?
Non ci è stato chiesto e anche se ci fosse stato chiesto avremmo rifiutato. Abbiamo poco da condividere con questa sinistra che in Toscana si presenta da sola, ma in molte parti del Paese va a braccetto con il Pd ed il Movimento 5 Stelle. Non ci interessano “liste minestrone” con dentro tutto e il contrario di tutto. Questi contenitori elettorali anno dopo anno hanno preso batoste immense, cercando di rappresentare tutti, ma in realtà non rappresentando nessuno. Ricordiamo esperienze come la Sinistra Arcobaleno, la Lista Tsipras, Rivoluzione Civile, e tantissimi altri nomi a livello amministrativo. Quasi tutti finiti nel dimenticatoio il giorno dopo le elezioni. Loro hanno un progetto locale senza respiro e senza futuro, noi abbiamo un progetto nazionale e internazionale, un forte e grande Partito Comunista radicato tra i lavoratori e le classi popolari, solo facendo tornare i lavoratori protagonisti, portando le loro lotte al cuore del potere, potremmo ribaltare i rapporti di forza presenti nella società per cambiarla davvero.
3) In cosa siete 'diversi' dalla coalizione di Giani e da quella di Fattori?
Beh, rispetto a quella di Giani siamo all’opposto perché il renziano dice le stesse cose della Ceccardi sull’economia, sulla sanità, sui servizi. Lega e Pd sono il partito unico delle privatizzazioni e dello smantellamento dei servizi pubblici. L’unica cosa che differenzia Giani dalla Ceccardi è un antifascismo di facciata, da vetrina. Nient’altro. Invece come detto prima, rispetto a quello di Fattori il nostro è un progetto complessivo di più ampio respiro, oltre al fatto che al centro per noi c’è il conflitto capitale-lavoro, la centralità del lavoro, una netta posizione di rottura nei confronti dell’Unione Europea, dell’euro e della NATO che bloccano qualsiasi forma di investimento pubblico per rilanciare l’economia.
4) Mentre la sinistra risulta sempre più 'spaccata' il centrodestra si è ricompattato ed è molto vicino a Giani. Non siete preoccupati?
Centrosinistra e centrodestra sono due facce della stessa medaglia, le differenze sono minime. Vorrei ricordare ad esempio il decreto Minniti che ha spalancato le porta a quello di Salvini dopo. Oppure il taglio ai piccoli presidi ospedalieri, ai posti letto e la lunghezza delle liste d’attesa, esattamente la stessa politica fatta dalle regioni governate dalla destra. Giani e la Ceccardi sono la stessa cosa. Il centrosinistra è uguale al centrodestra sui temi centrali. Questo vogliamo mostrare agli elettori toscani. L’unico partito che difende davvero gli interessi di tutti i lavoratori è il Partito Comunista.
5) La roccaforte rossa sembra sempre più 'rosa', è anacronistico pensare di invertire la tendenza?
La storia ci insegna che niente è eterno, e che si possono avere accelerazioni improvvise, noi siamo convinti che questa sia la volta buona per riportare la falce e il martello in consiglio regionale. Penso che l’emergenza provocata dal Covid abbia aperto gli occhi a molti toscani e sono convinti che sosterranno l’unico partito che vuole tornare a riaprire i piccoli presidi, assumere a tempo indeterminato nuovo personale sanitario, investire in salute e sicurezza per tutti.
6) Quali sono le cinque priorità del PC in Toscana?
LAVORO, SANITA’, AMBIENTE, CASA E ISTRUZIONE
7) Nel caso di un ballottaggio Giani-Ceccardi dareste indicazioni di voto per Giani?
Al Ballottaggio ci saremo noi quindi non dovremo dare indicazioni.
8 ) Quale è il vostro reale obiettivo in termini di percentuale? Quale fetta di elettorato intendete raccogliere?
Puntiamo a rientrare in consiglio regionale, il 5% è un obiettivo realistico e spero che l’effetto sorpresa possa portare un risultato ancora più alto. Le prime proiezioni sono molto positive. Noi puntiamo a recuperare il voto di tutti i lavoratori che oggi delusi dal centrosinistra votano la destra o hanno smesso di votare. Tutti i lavoratori che pensano che l’unico modo per arginare la destra sia votare il centrosinistra. Mentre il centrosinistra fa le stesse politiche della destra. Il voto dei giovani che non hanno un futuro, dei pensionati che sono abbandonati a sé stessi, dei piccoli commercianti, artigiani e produttori che sono schiacciati da questa Unione Europea che tutela solo i grandi gruppi monopolistici, che permette ai colossi multinazionali di non pagare le tasse qui, mentre i nostri vengono spremuti fino all’osso, fino alla chiusura delle proprie attività, dobbiamo impedirlo in tutti i modi.
9) L'emergenza COVID e la sua gestione inciderà sulle prossime elezioni regionali?
Certamente sì. Crediamo che l’emergenza abbia fatto tornare bene in mente a tutti l’importanza della sanità pubblica, che ci ha salvato nonostante 30 anni di tagli a strutture e personale. La sanità deve essere pubblica, totalmente gratuita, capillare e veloce nel dare risposte.
10) Cosa deve imparare la politica dall'emergenza Covid-19? Può essere quella attuale anche un'opportunità per pensare un nuovo modello politico anche a livello regionale?
Sapevamo cosa fare prima dell’emergenza e lo sappiamo ancora meglio dopo. Bisogna smetterla di tagliare e tornare ad investire in assunzioni stabili e strutture adeguate. Tutto questo sarà impossibile fino a che saremo nella gabbia europea, per questo bisogna votare per l’unico partito che vuole uscire da Unione Europea, euro e NATO.
Fonte: a cura di Giovanni Mennillo