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Omicidio Fulvio Dolfi, fermato il vicino di casa

Omicidio Fulvio Dolfi, c'è stato un fermo da parte della polizia di Firenze. L'uomo fu trovato privo di vita nella sua casa di via Rocca Tedalda. Il cadavere venne scoperto 11 giorni fa, il 16 luglio. Nel pomeriggio sarà tenuta una conferenza stampa in questura per illustrare le indagini. Il fermo è già stato convalidato.

Pienamente accolte questa mattina dal GIP di Firenze le risultanze delle indagini della Polizia di Stato coordinate dalla Procura della Repubblica di Firenze guidata dal Dott.re Giuseppe CREAZZO che hanno condotto al fermo del ritenuto responsabile dell’omicidio di un fiorentino di anni 61, avvenuto il 16 luglio scorso in Via Rocca Tedalda n. 135 a Firenze.

Il fermato è un uomo di 74 anni, originario di Cagliari, ex carpentiere, un vicino di casa della vittima, che la Squadra Mobile di Firenze ha rintracciato e fermato il 24 luglio con l’accusa di omicidio aggravato dall’aver commesso il fatto con crudeltà. Per la polizia ci sarebbe "un quadro indiziario pesante"

Erano stati i cani di una vicina di casa che avevano fiutato la porta di ingresso dell’appartamento con insistenza unito al fatto di non vedere il padrone di casa da qualche giorno, che ha ingenerato il sospetto nella donna che fosse successo qualcosa di grave.

L’arrivo della Polizia sul luogo ha tramutato il sospetto in certezza una volta che è stato trovato il corpo senza vita del proprietario dell’appartamento.

I segni sul cadavere, trovato con evidenti ferite di arma da taglio, hanno subito mostrato una morte violenta, corroborata dall’aver rilevato, da parte della Polizia Scientifica intervenuta sul luogo, tracce di sostanze ematiche estranee alla vittima.

Ma è stato la capillare perquisizione dell’edificio che ha rilevato ancora tracce di sangue nell’appartamento di un vicino di casa non presente sul posto, così come il rinvenimento di un coltello subito sequestrato e che, già prima delle analisi scientifiche, era stato ritenuto possibile arma del delitto.

Non solo: il sopralluogo ha anche rilevato ulteriori tracce ematiche in diversi punti della scena del crimine che erano stati oggetto di tentativi di ripulitura.

Gli indizi portavano tutti in un’unica direzione: quella del vicino di casa non presente nella propria abitazione al momento dell’intervento di Polizia.

Le indagini tecniche e l’attività info investigativa della Squadra Mobile di Firenze hanno permesso di localizzarlo scoprendo che si era recato in Sardegna per poi fare rientro a Firenze ed è stato proprio in quel momento che è stato fermato, sorprendendolo con ancora evidenti segni di lotta sul corpo.

L’uomo si trova attualmente in carcere a Sollicciano dopo la convalida del fermo e della contestuale applicazione della misura della custodia cautelare in carcere.

"Il movente in questo momento non è ancora chiaro - ha spiegato in conferenza stampa Antonino De Santis dirigente della squadra mobile di Firenze - stiamo scandagliando una serie di questioni e primariamente la vicenda dei rapporti del Lai con il Dolfi e del Dolfi con i suoi vicini di casa. E' un uomo che apparentemente non incute timore fisicamente non imponente, ma agile. Gli elementi a suo carico sono sicuramente incentrati sulle tracce ematiche trovate nell'appartamento della vittima e nel suo appartamento, però c'è un quadro indiziario variegato che tiene conto anche del fatto che lui si sia allontanato dalla città e che abbia una ferita di arma da taglio compatibile con l'aggressione". Sembra che il 14 luglio, due giorni prima del ritrovamento del cadavere, Lai si sarebbe presentato al pronto soccorso di Santa Maria Nuova per una ferita da taglio alla mano destra. Ai medici avrebbe raccontato di essersi fatto male in un incidente domestico avvenuto due giorni prima.

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