Mosca delle olive, la CIA: "Senza il dimetoato è a rischio l’olivicoltura toscana"
La messa al bando da parte dell’UE del dimetoato, nonostante la proroga (comunque in vigore soltanto fino al 28 ottobre), mette in forte crisi la tenuta dell’olivicoltura toscana. Il dimetoato è infatti, l’arma chimica più efficace per contrastare la mosca delle olive, e non potrà più essere utilizzato negli oliveti a partire dalla prossima stagione. Forte preoccupazione per gli olivicoltori toscani che hanno preso parte all’incontro in webinar organizzato da Cia Agricoltori Italiani Toscana Centro e Cia Toscana Nord, che ha visto la presenza di sessanta partecipanti, oltre a tecnici qualificati.
Inoltre, anche in queste settimane in cui è possibile utilizzare il dimetoato (a partire dal 1 luglio) il prodotto sembra diventato irreperibile (si trova con difficoltà in commercio solo la confezione da 5 litri prodotta da due aziende) e i problemi per gli olivicoltori sono già reali.
«Il previsto divieto di utilizzo del dimetoato – spiega Lapo Baldini, direttore Cia Toscana Centro – sta mettendo già in crisi le aziende olivicole del territorio, proprio perché non ci sono alternative altrettanto efficaci. Prodotti “ovicidi”, la cui efficacia pratica è tutta da dimostrare, sono di più difficile impiego rispetto ad un “larvicida” come il dimetoato che agisce in un raggio molto più ampio. Il rame ed il caolino (fungicidi) sono deterrenti alla mosca olearia ma non risolvono, come abbiamo già toccato con mano, il problema in casi di attacchi massicci di mosca. Il problema ormai ha assunto una ciclicità praticamente annuale, non solo nella zona costiera della Toscana, ma sempre più spesso anche nelle aree olivicole interne. Dovevano essere trovate alternative prima di imporre questo divieto, che porterà comunque a costi maggiori per le aziende e soluzioni meno efficaci».
La fine della carriera dell’insetticida, ufficializzato con regolamento Ue, dunque non è collegata a una nuova ed efficace strategia di attacco al temibile insetto mettendo a serio rischio di abbandono ulteriori superfici ad olivo, con ripercussioni non solo per le imprese ma anche per il paesaggio e l’assetto del territorio.
Fonte: CIA Toscana