Regionali 2020, l'intervista a Ceccardi (Cdx): "Alternanza ingrediente della democrazia. Giani taglia nastri, ma servono fatti"
È un voto 'caldo' quello delle prossime Elezioni Regionali in Toscana. Non solo perché la campagna elettorale si terrà in piena estate, ma anche perché il centrodestra crede di poter mettere le mani per la prima volta sulla 'roccaforte rossa'; e caldi, dato quel che c'è in gioco, saranno anche i toni della campagna elettorale.
gonews.it ha posto alcune domande ai sei candidati delle Regionali 2020 con altrettante interviste a cura di Giovanni Mennillo. Di seguito l'intervista alla candidata del centrodestra Susanna Ceccardi.
Dopo qualche incertezza iniziale, il centrodestra ha scelto Susanna Ceccardi come guida per la conquista della 'roccaforte rossa'. La 'leonessa' è pronta a mettere in campo il carisma che la contraddistingue per farsi voce del centrodestra e anche di tutto quell'elettorato scontento delle politiche del PD. Sulla coalizione Ceccardi parla di un "confronto aperto e dialettico" che ha permesso la sua candidatura, dicendo senza se e senza ma che "siamo tutti uniti" e di sentire "un vero sostegno al mio fianco". Nessuna pax spartitoria quindi, ma "una candidatura venuta dal basso" che porta avanti "il buon lavoro fatto dalle amministrazioni di centrodestra in Toscana". Puntare su quello che forse era il miglior candidato possibile, certamente quello più conosciuto e in grado di alzare i toni della cmapagna elettorale, dimostra che il centrodestra ci crede. Per Ceccardi "l'alternanza è uno degli ingredienti principali di ogni democrazia" e "i cittadini si stanno accorgendo della bontà delle nostre proposte", grazie anche agli amministratori locali. Salvare i posti di lavoro, aumentare la competitività delle aziende, "riavvicinare la sanità alle comunità locali", un piano rifiuti e un 'piano idrico' che permettano di abbassare le bollette, infine il miglioramento delle infrastrutture: queste le priorità. Nessun accenno al tema caldo dei migranti, ma non risparmia una barcata a Giani il 'presenzialista': "la politica di cui hanno bisogno i toscani non è quella dei buffet e dei tagli del nastro. Servono fatti concreti".
L'intervista completa a Susanna Ceccardi
1) La Lega ha lanciato la sua candidatura già da mesi, ma gli alleati hanno 'preso tempo'. La coalizione è mai stata a rischio?
La Lega Toscana ha lanciato la mia candidatura il 7 marzo di quest'anno. Dopo pochi giorni, purtroppo, tutto il mondo, Italia compresa, è stato travolto dal Covid-19 e quindi molte cose sono state, giocoforza, cristallizzate. Riguardo al confronto con gli alleati, è sempre stato molto aperto e dialettico; nessuno ha "preso tempo" ma c'è stata un'analisi complessiva del voto del prossimo settembre che riguarderà milioni di italiani. Ringrazio tutti gli alleati per una convergenza che non era scontata. Cinque anni fa eravamo divisi, oggi siamo tutti uniti e sento un vero sostegno al mio fianco non solo da parte degli alleati ma anche dalle forze civiche che ci sostengono.
2) Pare che il braccio di ferro si sia deciso a livello nazionale. Cosa risponde a chi parla di pax spartitoria e di poca attenzione ai bisogni locali?
Il Tavolo nazionale composto dai leader di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia, ha solitamente il compito di prendere le decisioni più importanti anche quindi scegliendo i migliori candidati da proporre ai cittadini dei vari territori. Non c'è stata nessuna spartizione. La mia è stata una candidatura venuta dal basso: all'unanimità, durante il coordinamento regionale, amministratori locali, sindaci, parlamentari, consiglieri regionali e segretari provinciali del movimento hanno espresso il mio nome come candidato governatore per rappresentare la nostra lunga e costante attività sul territorio.
3) Questa vicenda ha dimostrato che il cdx condivide molto, ma è anche diverso al suo interno. Il candidato adesso c'è, il programma di coalizione va ancora definito?
Il centrodestra governa brillantemente sei capoluoghi su dieci della Toscana e tanti altri comuni. In questi anni di opposizione dai banchi del Consiglio regionale abbiamo poi condotto tante battaglie di buonsenso che la sinistra ha sistematicamente bocciato per miopia politica. Voglio valorizzare questa bella eredità, a partire dalla battaglia che abbiamo condotto per l'abrogazione della riforma sanitaria Rossi-Saccardi-PD. Ci sono quindi dei capisaldi nel programma ma questo dev'essere necessariamente rivisto perché negli ultimi mesi il mondo è cambiato, a causa della pandemia da COVID-19. Nei primi 100 giorni di governo dovremo mettere a punto un piano per la ripartenza della nostra economia. A tal proposito sto incontrando i settori produttivi della nostra regione.
4) Quali sono le cinque priorità del centrodestra? Quali le misure urgenti che farebbe appena diventata presidente?
L'Istat ci dice che entro la fine dell'anno in Toscana rischiamo di avere 150mila disoccupati in più. Si tratta del 10% della nostra forza lavoro. La priorità è salvare posti di lavoro e per farlo dobbiamo valorizzare il mondo produttivo e aumentare la competitività del nostro sistema regionale.
Dobbiamo poi rafforzare la rete di protezione sociale per coloro perderanno il lavoro, attraverso un piano strutturato che veda i Sindaci come protagonisti.
Dobbiamo riavvicinare la sanità alle comunità locali, presidiare meglio i territori periferici e rimettere al centro dell'organizzazione sanitaria le professionalità mediche che rappresentano la vera eccellenza del nostro sistema. Più scienza, più tecnologia, meno burocrazia.
Dobbiamo dotare la Toscana di un piano dei rifiuti e delle bonifiche pragmatico e sostenibile, preso atto che quello vigente ha completamente fallito. Si ricorre troppo al conferimento in discarica, c'è poca differenziata, le bollette sono troppo alte e soprattutto non riusciamo a chiudere il ciclo dei rifiuti per carenza impiantistica.
Sul fronte idrico c'è da mettersi le mani nei capelli. Le bollette che pagano i cittadini sono le più salate d'Italia e la rete idrica è un colabrodo con oltre il 40% di perdite in media.
Sul trasporto pubblico locale su gomma rischiamo il caos a causa di una gara sovradimensionata che ha messo in mano francese un servizio pubblico essenziale per tutta la regione. Il passaggio di consegne sarà difficile e costellato da disservizi e perfino la magistratura ha messo nel mirino la gara ed Enrico Rossi stesso.
ll sistema infrastrutturale della Regione è arretrato. Negli ultimi 10 anni non si ricorda la realizzazione di un'infrastruttura regionale strategica. Questo immobilismo è la prima causa della Toscana a due velocità o, sarebbe meglio dire, a due lentezze.
6) Espugnare la roccaforte rossa sarebbe un risultato 'storico', mai il cdx ha governato in Toscana. Crede che i tempi siano maturi per questa svolta? Avete paura di un Emilia Romagna-bis?
Ogni elezione è una storia a parte e credo che si debba parlare della nostra Toscana, dei suoi abitanti, del suo territorio e dei suoi problemi, non di altre regioni. Qualcuno ha interesse a buttarla in caciara o a tirare in ballo altre regioni perché si fa dettare la strategia dai guru della comunicazione? A me interessano i programmi. I cittadini sono abbastanza intelligenti per capire che il mio sfidante non è Bonaccini e che io, Susanna Ceccardi, non ho né padrini né padroni.
7) Negli ultimi anni stanno nascendo varie Giunte comunali di destra. È un segnale che qualcosa sta cambiando?
L'alternanza è uno degli ingredienti principali di ogni democrazia. Le divisioni tra destra e sinistra sono ormai superate, sono categorie ideologiche che appartengono al passato. Un passato a cui, molti dei nostri avversari, fanno riferimento per cercare di denigrarci. I tempi, sono sicuramente maturi, anche perché i cittadini si stanno accorgendo della bontà delle proposte e dei programmi messi in atto dai nostri Sindaci.
8) Giani ha iniziato la sua campagna elettorale da mesi, crede che pagherete il tempo perduto a ufficializzare il candidato?
Giani, è il presenzialista per eccellenza. È in campagna elettorale praticamente da sempre, da quando ha iniziato a fare politica. Ma la politica di cui hanno bisogno i toscani non è quella dei buffet, delle inaugurazioni o del taglio dei nastri. Servono fatti concreti, l'aver dato dimostrazione di saper risolvere i problemi, prendere decisioni e risanare i bilanci, non basta la bella presenza nei salotti buoni.
9) La gestione dell'emergenza COVID inciderà sulle prossime elezioni regionali?
La questione delle mascherine prodotte in mezzo ai topi e acquistate dalla Regione e quella dei ventilatori polmonari fantasma, pagati dalla Regione e mai arrivati peseranno sicuramente ma ad incidere sulle prossime regionali sarà la gestione della fase della ripartenza post-covid. Per adesso c'è stata la riapertura delle attività, ma la ripartenza è una altra cosa. Le imprese e le città, soprattutto quelle legate al turismo, sono in estrema difficoltà e così il nostro tessuto economico e sociale. La Regione su questo versante non ha fatto nulla per aiutare enti locali ed imprese, gli effetti saranno devastanti.
10) Cosa deve imparare la politica dall'emergenza Covid-19? Può essere quella attuale anche un'opportunità per pensare un nuovo modello politico anche a livello regionale?
Non voglio pensare che serva una pandemia mondiale, tanta morte e tanto dolore, per ripensare un modello politico. Di certo questo dev'essere il momento del coraggio e delle decisioni che servono per recuperare trent'anni di ritardo che abbiamo rispetto ai più moderni sistemi istituzionali. O lo facciamo ora, per rialzarci e riprendere a crescere più forti di prima, o saremo costretti a fare i conti con una crisi non solo sanitaria ma anche economica e sociale. L'obiettivo di chi si candida a governare oggi la regione non è quindi mantenere lo status quo, le rendite di posizione, il sistema costruito negli anni dalla sinistra che ormai si sta disgregando. Il nostro obiettivo è dare un futuro alla nostra regione, rendendola nuovamente competitiva e per fare questo c'è bisogno di coraggio.
A cura di Giovanni Mennillo