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Pillola abortiva in ambulatorio, Marcheschi (FdI) contrario

Paolo Marcheschi

Sulla somministrazione della RU-486 in ambulatorio, Marcheschi (FdI), si dice contrario e presenterà una mozione per richiedere che la delibera sia ritirata. In un messaggio il presidente della Toscana, Enrico Rossi, parla invece di evoluzione attesa.

Pillola abortiva in ambulatorio, Rossi: "Evoluzione tanto attesa"

I protocolli nazionali ma anche di altri Paesi più avanzati, non danno mano libera sulla pillola abortiva RU486 proprio perché, al di là delle ideologie o falsi moralismi, si tratta di un'interruzione di gravidanza che ha rigidi protocolli medici da rispettare -dichiara il Consigliere regionale Paolo Marcheschi-. L’assunzione della Ru486 è già prevista in Italia e prevede un percorso ospedaliero ( più giorni di ricovero) che non hanno certo una valenza ideologica, ma solo di tutela della donna. L’intero processo di interruzione di gravidanza dura 15 giorni e non è una cosa da prendere alla leggera. Facilitare un aborto farmacologico per ridurre la burocrazia mette in grave pericolo la donna che, seppur volontariamente, deve sapere bene che ci sono possibili conseguenze e complicazioni, con un tasso di mortalità superiore 10 volte superiore all’aborto chirurgico. Usando la pillola come fosse un medicinale, si minimizza l’aspetto della preparazione all’aborto, della consapevolezza dell’atto che quasi sempre è un momento doloroso e o di solitudine per una donna, lasciandola sola a sé stessa anche nel momento del ‘follow up’ conseguente all’assunzione della Ru486. L’aborto è già garantito come diritto per legge. Non sono necessarie fughe in avanti. La maternità anche se non voluta, non può essere declassata ad una malattia da curare con una pasticca. Di questo passo la pillola abortiva diventerà un prodotto da banco” aggiunge Marcheschi.

Fonte: Ufficio Stampa

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