Spaccio nei boschi tra Rosignano e la Valdicecina: 11 arresti
Colline bianche, l'operazione dei carabinieri
Su ordine della Procura di Livorno, che ha diretto le indagini, i Carabinieri della Compagnia di Cecina in Livorno, Rosignano Marittimo (LI), Santa Luce (PI), Riparbella (PI) e Lucca, con il supporto dell’Arma territorialmente competente, dei Nuclei Cinofili di Firenze e San Rossore (PI), del Nucleo Elicotteri di Pisa e del Battaglione “Toscana”, hanno dato esecuzione a un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Livorno, nei confronti di 11 indagati ritenuti responsabili di traffico illecito di sostanze stupefacenti in concorso.
Il provvedimento è stato emesso a conclusione dell’indagine codificata “Colline Bianche”, condotta dal N.O.R.M. della Compagnia cecinese ed avviata all’inizio del 2018.
A partire dal febbraio di due anni fa, nell’ambito della quotidiana attività di controllo del territorio, i Carabinieri ebbero modo di accertare che soggetti, di origine italiana e straniera, si approvvigionavano, nelle aree boschive del rosignanese al confine con la provincia pisana, di discreti quantitativi di sostanze stupefacenti destinati alla successiva vendita al dettaglio sul mercato locale.
Furono, così, sviluppate delle mirate attività investigative che, protratte sino al 2020, anche in piena emergenza Covid-19, hanno consentito di accertare l’operatività di un gruppo criminale composta da 11 persone di nazionalità marocchina, dimoranti in capanni di fortuna nei boschi di Rosignano Marittimo, Santa Luce e Riparbella, dediti al confezionamento ed alla vendita di cocaina e marijuana.
Torrette di avvistamento per evitare i controlli
I maghrebini avevano attrezzato le loro dimore anche con torrette di avvistamento, erette tra gli alberi. Dei bivacchi, in pessime condizioni igienico–sanitarie, ove gli indagati a rotazione alloggiavano conducendo i loro traffici illeciti. I cittadini marocchini, per gli appuntamenti con i loro acquirenti, avevano a disposizione delle utenze telefoniche cellulari che gli stessi lasciavano stabilmente all’interno dei loro ricoveri: una sorta di “call center” che il cliente sapeva di poter contattare quando aveva bisogno di rifornirsi di stupefacente.
Sono stati documentati, in quasi 3 anni di indagine, episodi di spaccio al dettaglio di cocaina e marijuana, pressoché quotidiani, da parte degli indagati nei confronti di numerosi acquirenti, per un volume d’affari di decine di migliaia di euro.
Gli indagati magrebini di fatto hanno costituito l’anello intermedio nella catena distributiva dello stupefacente, risultando i fornitori dei venditori al dettaglio.
I Carabinieri con questa operazione, interrompendo, di fatto, la filiera della commercializzazione della cocaina e della marijuana, hanno inferto un duro colpo al mercato della droga nella Valdicecina.