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Riapre a Firenze il Museo di San Marco

Prosegue così, con un altro prestigioso luogo della cultura, il piano di riapertura graduale dei 49 musei statali della Direzione regionale musei della Toscana nel rispetto di tutte le norme di sicurezza previste per  i visitatori, il personale, gli ambienti e le opere, in linea con le indicazioni del Comitato tecnico scientifico nazionale e della Direzione Generale Musei del Mibact

Il Museo di San Marco ha sede nella parte più antica del convento che Michelozzo, l’architetto prediletto dai Medici, realizzò per preciso volere di Cosimo il Vecchio, ed è lo scrigno delle opere del Beato Angelico, con il ciclo di affreschi delle celle e la sua Annunciazione più famosa e conosciuta al mondo.

Appena terminato il lockdown sono immediatamente ripartiti i restauri programmati in occasione dei 150 anni dalla sua istituzione: la grandiosa Pala di Bosco ai Frati del Beato Angelico è già stata trasferita in sicurezza nel laboratorio di restauro ed è stato avviato il riallestimento della Sala dell’Ospizio che racchiude il nucleo più importante al mondo dei dipinti su tavola del ‘frate pittore’. Entrambi gli interventi sono sostenuti dalla Fondazione Friends of Florence che riconferma la generosa e costante collaborazione con la Direzione regionale musei della Toscana, diretta da Stefano Casciu.

Per questo le sale dell’Ospizio, del Refettorio grande e parte del chiostro di Sant’Antonino resteranno temporaneamente chiuse al pubblico in attesa dell’inaugurazione del nuovo allestimento delle opere, ciascuna con un’illuminazione dedicata, e un sistema di filtraggio della luce naturale. Il nuovo allestimento prevede inoltre pannelli informativi criticamente aggiornati progettati dallo studio De Vita – Schulze,  per dare un assetto scientifico più rigoroso ad uno dei luoghi museali più emozionanti di Firenze.

Il percorso di visita attraverserà in ogni caso la maggior parte degli spazi più celebri e suggestivi del convento. Il famosissimo affresco dell'Annunciazione, simbolo della fede dei domenicani e l’opera più nota del Beato Angelico, icona del museo, appare con uno straordinario effetto scenografico alla fine della prima rampa di scale che conduce alle 43 celle affrescate per i suoi confratelli e al dormitorio. Il ciclo di affreschi è uno dei più celebri del Rinascimento fiorentino. L’aspetto severo ma sereno degli ambienti evoca ancor oggi il clima di meditazione del convento, la sua vita scandita da precisi obblighi di preghiera e di studio, lontana dai clamori della vita cittadina, che hanno ispirato e accolto, tra gli altri, il silenzio e le meditazioni di Sant'Antonino, priore del convento, di Cosimo il Vecchio e di Girolamo Savonarola.
A ottobre 2019, due celle hanno ospitato la prima installazione di arte contemporanea con un’opera di Wolfgang Laib, parte della mostra diffusa Without Time, Without Place, Without Body.  Il percorso di visita prosegue con la straordinaria architettura della Biblioteca progettata da Michelozzo come una basilica a tre navate che racchiude meravigliosi codici miniati e si conclude al piano terra con il Refettorio piccolo, affrescato dal Ghirlandaio con l'Ultima cena.

Fonte: Opera Laboratori Fiorentini - Ufficio stampa

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