Barzanti, Pci: 'Salvini in Toscana propone lo stesso modello di Giani e del Pd'
È iniziata la campagna elettorale in vista delle consultazioni regionali ed amministrative del 20 e 21 settembre prossimi. In Maremma è arrivato Salvini, il leader della Lega, con il bagaglio culturale della nuova Destra sociale che, in teoria, si pone in alternativa alle politiche neoliberiste del Pd.
“Una guerra della comunicazione, una corsa verso un elettorato sempre più lontano dai problemi reali ed accecato da un’informazione distorta sulle vere necessità del Paese, delle famiglie, delle donne e dei lavoratori”, afferma Marco Barzanti, segretario regionale del nuovo Pci, il rifondato Partito comunista italiano che si rifà alla tradizione politica del Pci che fu di Gramsci, Togliatti e Berlinguer.
“Salvini era quell’individuo che allo scoppio della pandemia voleva prima chiudere tutto e poi aprire tutto. E’ stato il ministro degli Interni che bloccò lo sbarco di disperati in cerca di un mondo e di una vita migliori, è colui che ha riconosciuto il fantoccio proclamato presidente in Venezuela per volere americano, eppure non dice nulla sulla oppressione e sulla violazione dei diritti civili, democratici e umani negli Stati Uniti da parte di un governo di destra, razzista, che con Trump ha semplicemente tolto la maschera”.
Barzanti, che è il candidato presidente della regione Toscana del nuovo Pci, prosegue: “Salvini sta in silenzio anche in merito alla trasmissione Report che ha svelato finanziamenti ed amicizie con partiti italiani di destra contro il papa e il Vaticano. La Lega e Salvini non ci hanno ancora detto dove sono finiti i 49 milioni di euro evasi al fisco, ma secondo loro è il popolino, il subproletariato, il vero danno dell’Italia. Nessuno si stupisca. L’Italia era con Mussolini alleata con Hitler per poi passare prima dello scadere con le forze di liberazione. Gli anni passano, le generazioni passano, ma i brutti vizi restano. Tutto ciò forse è dovuto al fatto che dall’altra parte c’è un partito, il Pd, che non ha più nulla di sinistra ormai da tempo, tanto che lo stesso candidato del Pd in Toscana, Giani, parla di carri armati per imporre scelte”. E ancora: “Per non parlare del revisionismo ormai completato, visto che lo stesso Giani e il Pd pensano le stesse identiche cose di Salvini sul Venezuela e su Cuba, mentre tacciono i crimini, le violazioni dei diritti umani e l’oppressione militare e di polizia in atto negli Stati Uniti. Crimini non diversi, tra l’altro da quelli commessi dal governo fascista sionista di Israele contro il popolo palestinese, su cui vi è il silenzio dei due partiti più grandi, un silenzio che parla da solo, a dimostrazione che Lega e Pd preferiscono schierarsi con i poteri ed i potenti anziché con i popoli”.
Per concludere, infine, Barzanti sposta il tiro su questioni più propriamente toscane e sulla necessità di ridurre le autonomie regionali: “Prendiamo spunto dalla legge elettorale della Toscana. E’ una nefandezza. E’ concepita per impedire l’accesso nell’assemblea regionale delle forze politiche di minore entità. E’ una legge liberticida figlia dell’autonomia delle regioni che, in molti casi, ha prodotto mostri, come ad esempio nella sanità, dove in molte realtà si è favorito la convenienza e gli interessi dei privati a discapito del servizio pubblico. Si è visto, in questo senso, il fallimento del modello sanitario della Lombardia durante l’emergenza da coronavirus, così come si è vista la debolezza del tanto sbandierato modello toscano, in cui la sanità pubblica è stata svenduta a beneficio del privato per iniziativa del presidente uscente Rossi che, adesso, vorrebbe ergersi a paladino proprio di ciò che ha smantellato, ma non è più credibile. Questi aspetti, come molti altri, mostrano il fallimento delle autonomie regionali, che hanno prodotto profonde e gravi differenze democratiche con sistemi sanitari sbilanciati ed inefficaci e leggi elettorali diverse tra le regioni e in alcuni casi fatte apposta per conservare l’esistente”.
Fonte: Pci della Toscana - Ufficio Stampa