Pane, selfie e conceria: cosa è stato Matteo Salvini a Santa Croce
"Ma dal vivo è meglio, è più bello e più magro, sieh". Fuori dall'Associazione Conciatori, in una delle giornate più calde del 2020, c'è una sessantina di persone. Si tratta perlopiù di pensionati o giovanissimi perché l'orario, tra le 10 e le 11.45, è piuttosto proibitivo per chi lavora.
Affiancato da Susanna Ceccardi, Matteo Salvini sbarca a Santa Croce sull'Arno per la prima volta negli ultimi cinque anni. Lo fa con un anno e qualche mese di ritardo, stando a qualcuno a cui non è ancora andata giù la sua non presenza nella scorsa campagna elettorale. Camicia bianca e mascherina con lo stemma di Pisa, il leader della Lega incontra i rappresentanti del settore conciario, ma il vero spettacolo è fuori. All'esterno, non entra troppo nel merito delle concerie, ma a chi lo aspetta da ore poco importa.
Per usare una metafora vecchia ma sempre buona, Salvini viene accolto come una rockstar. La schiera di elettori - veri o potenziali, alcuni presenti hanno meno di diciotto anni - lo segue tra un cancello e l'altro. Lo chiama sperando che si giri e li saluti. Scruta l'interno della sede, sussulta a ogni movimento di forze dell'ordine. C'è una mini-calca. Non fosse per le mascherine, il Covid-19 (e le disposizioni ancora attive, bene ricordarlo) sembrerebbe roba da romanzo.
"Esce", "No, esce di qua dove c'è la gente, non scapperebbe mai", "No, è dentro", "Ora va su La7, chiamo il mi' marito e gli dico di guardammi in tv". Le voci al di qua del cancello sembrano la radiocronaca di una partita dei Mondiali. C'è ansia, anzi, c'è attesa, qualcuno non è riuscito a prendere sonno stanotte. Per loro Salvini è un idolo, più per il personaggio socialtelevisivo che per il ruolo politico 'percepito'. Nessuno ha intenzione di sentire discorsi politici, basta una foto o una stretta di mano. La politica sembra avulsa dal contesto, sembra di aspettare davvero un cantante o un calciatore. Un discreto numero persone è sotto il sole cocente da ore, una pensionata addirittura è arrivata alle 7.
"Ho votato per anni a sinistra, sono stata comunista, ma Salvini è il meglio" è il commento di una signora fuori dall'AssoConciatori. Il ritornello coinvolge più di metà dei presenti: nel Cuoio la vecchia guardia che ondeggiava tra PCI (in molti) e DS (un po' meno) adesso tende al verde del Carroccio.
E i nuovi, i giovani? Un gruppetto di ragazzi ha le smanie come se stesse aspettando un calciatore. Passa un'auto - siamo pur sempre su una strada abbastanza transitata -, il guidatore si sporge dal finestrino e urla una frase censurabile. Uno dei ragazzi lo prende a male parole, seguito da una delle numerose giovani in abito da sera. D'altronde è una grande occasione.
Salvini finalmente esce. Dirige lui l'opera: sposta i suoi fan, che a loro volta spostano i giornalisti sbraitando. Parte la sequenza di selfie a cui Salvini si presta con molta simpatia e disponibilità. Li fa tutti. La delusa dalla sinistra, il ragazzo albanese che lo chiama 'fratello' e gli dice che tutta l'Albania è con lui, i giovani e le giovani vestiti come se dovessero andare in discoteca, i leghisti della primissima ora, i leghisti della seconda e terza ora: a tutti si accende un fuoco di passione negli occhi al momento della foto.
Sono tutti contenti, lo ringraziano. Lo chiamano Matteo e gli danno del tu. Ormai è diventato un amico.
Gianmarco Lotti