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Dalla Camera di Commercio di Firenze: "Uscire dalla crisi con investimenti"

Questa crisi economica sarà meno lunga di quelle del 1929 e del 2007, e l’economia della città metropolitana avrà una reazione migliore della media italiana. A sostenere la ripresa saranno soprattutto gli investimenti, europei nazionali e locali, spiega nel suo ultimo report l’Ufficio studi della Camera di commercio. Il consiglio dell’Ente presieduto da Leonardo Bassilichi ha approvato oggi la manovra di aggiustamento del bilancio 2020 che contiene la prima tranche di interventi a sostegno dell’economia, 5,1 milioni già annunciati, e conferma l’impegno sul fronte del rafforzamento patrimoniale delle partecipate.

“Per accelerare l’uscita dalla crisi diventa fondamentale la leva degli investimenti: quelli privati, certo, ma anche e soprattutto quelli pubblici. La Camera sta facendo la sua parte, a cominciare dalla ristrutturazione e rilancio del polo fieristico e congressuale, uno dei volani del turismo di qualità e dell’economia fiorentina, su cui investiamo quasi 50 milioni”, dice il presidente Bassilichi.

“Il nostro impegno finanziario si somma ai tanti servizi che normalmente eroghiamo, come lo sportello Ripartenza per facilitare l’accesso delle imprese ai fondi messi a disposizione dall’Europa, dall’Italia e anche a livello regionale e locale”, sottolinea Giuseppe Salvini, segretario generale della Camera di commercio di Firenze.

Sulla durata e sull’intensità della crisi economica che stiamo attraversando è focalizzata l’analisi dell’Ufficio studi della Camera, che prende in esame tre fattori (Pil, consumi e investimenti), confrontando gli effetti della pandemia attuale con quelli della grande depressione del 1929 e quelli della crisi di origine finanziaria del 2007. Le stime fanno ipotizzare una ripresa più veloce rispetto ai grandi shock del passato. Il “Covid crush” non dovrebbe generare effetti così duraturi proprio grazie al massiccio piano di interventi attuato dall’Unione europea su produzione, occupazione e sanità, e a quelli dei vari Stati nazionali verso cui si indirizza il nostro export. Impegni che però, dice il report, per quanto riguarda l’Italia andranno rafforzati in modo particolare su infrastrutture strategiche e incentivi agli investimenti privati..

Se nel 1929 il Pil crollò bruscamente, per poi riprendersi nel quinquennio successivo, durante la crisi 2007-2016 la stessa variabile è calata sensibilmente restando sotto il livello iniziale. Nel caso del “Covid crush” invece, tutte e tre le curve (Pil, consumi e investimenti) hanno un andamento simile. Ma l’Italia esce da una lunga fase di sostanziale stagnazione, iniziata con il nuovo millennio, e la ripresa stimata da qui al 2024 non riuscirà comunque a far recuperare al Paese il livello di Pil del 2007.

Fonte: Camera di Commercio di Firenze - Ufficio stampa

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