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Alberi di viale 4 novembre, Cicloficcina Empolese: "No all’abbattimento"

Gli alberi sono esseri viventi, se ne devono piantare e non abbattere. Gli alberi sono vita e assicurano la possibilità della vita agli altri esseri viventi, perché svolgono una funzione importantissima: catturano l’anidride carbonica e la trasformano in ossigeno. 

Gli alberi comunicano tra loro ed hanno una grande capacità di adattamento, pur tuttavia sono esseri indifesi e alla mercé dell’arbitrio umano. È l’essere umano che decide della loro vita e della loro salute. Li abbatte, non più per esigenza di sopravvivenza, ma perché ostacolano i suoi progetti di predominio e rappresentano un freno all’espansione della propria attività. 

È con lo stesso stato d’animo con il quale assistiamo allarmati quando bruciano i boschi, o quando vengono abbattute le foreste per far posto a coltivazioni intensive, che registriamo la volontà di abbattere i tigli in viale IV novembre a Empoli.

Allo stupore si sostituisce lo sconcerto. Viene spontaneo chiedersi perché altrettanta solerzia per la salvaguardia della sicurezza pubblica non viene usata quando, sul versante dell’inquinamento atmosferico, ci sono continui e ripetuti sforamenti nelle emissioni inquinanti. Non è salute pubblica da preservare quella? I morti per cancro e malattie causate dall’inquinamento ambientale non hanno la stessa rilevanza?

Probabilmente per amministratori “corto–miranti” risulta più facile e comodo abbattere alberi indifesi — che forse una perizia frettolosa (e magari di parte) ha ritenuto pericolosi — anziché affrontare l’annoso problema dell’inquinamento atmosferico, che è causa accertata di tante morti precoci e del riscaldamento climatico, vera insorgenza ed emergenza dagli esiti destabilizzanti e distruttivi. Gli alberi devono essere piantati e, quando necessario, curati; non abbattuti.

Salvatore D’Amelio

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