Discarica la Grillaia, flashmob a Terricciola per dire no alla riapertura
Oltre 500 persone, tutte vestite di bianco, rispettose del distanziamento sociale post Covid ma unite in un unico pensiero, quello di dire no alla riapertura della discarica della Grillaia. È ciò che è successo ieri sera, alle 19, per le strade del borgo di Terricciola. Ogni via del paese era riempita dai manifestanti in bianco in un flashmob di opposizione alla recente delibera della Regione Toscana.
Lo scorso 25 maggio infatti, la Regione ha espresso con una delibera una “pronuncia positiva di compatibilità ambientale”, relativamente alla messa in sicurezza definitiva e al ripristino ambientale con il recupero volumetrico della Grillaia, che prevede di portarla ad esaurimento con il conferimento di 270mila metri cubi di eternit prima della definitiva chiusura.
Quella di ieri è stata una manifestazione insolita, sia per l’effetto visivo di molte persone erette, in silenzio e ordinate, ognuna ferma alla sua postazione assegnata, sia perché tutto il mondo politico si è unito in un’unica voce risuonata in tutta la Valdera, quella del no. Dai cittadini alle forze politiche, sia di sinistra che di destra, di fronte alla discarica nel Comune di Chianni non ci sono pareri contrastanti ma la stessa volontà di opporsi alla riapertura.
Al flashmob hanno partecipato i sindaci dei comuni coinvolti dal punto di vista territoriale. In prima fila il padrone di casa Mirko Bini, seguito dal primo cittadino di Chianni Giacomo Tarrini e di Lajatico, Alessio Barbafieri. Poco distanti dalle fasce tricolori erano presenti i consiglieri regionali Alessandra Nardini, Andrea Pieroni e Antonio Mazzeo, che porteranno la questione direttamente sui tavoli della Regione, tenendo strette in mano le 2mila firme circa raccolte negli anni scorsi e consegnate dal sindaco Bini, per chiedere la chiusura della discarica. Come sottolineato in precedenza, la riapertura della Grillaia è un nodo che attanaglia tutti per questo erano presenti molti esponenti del centrodestra della Valdera e alcune associazioni del territorio, come Legambiente.
“La manifestazione di oggi rimette al centro il territorio e le persone – ha affermato il sindaco di Terricciola Mirko Bini. La politica ha ripreso la scena in questa giornata, con le 504 persone presenti ma soprattutto con il sostegno che ci è stato dato in questo evento, non solo dalla politica ma anche dalle associazioni di categoria”. Un movimento totale che ha abbracciato sindaci, consiglieri regionali, associazioni e partiti diversi “per dire che finalmente quel sito va chiuso definitivamente, ascoltando la volontà delle persone, fino alla messa in sicurezza e alla bonifica a rifiuti zero”. La volontà unica, di un problema che riguarda tutta la Valdera, fa eco nella parola fine, come ha continuato Bini: “Dobbiamo aprire una nuova pagina che prevede l’intervento pubblico, perché solo così riusciremo a garantire la salute pubblica, tutelando le esigenze del territorio”.
Sulla stessa linea d’onda anche Giacomo Tarrini, primo cittadino di Chianni: “I comuni sono da sempre contrari a un progetto invasivo per quanto riguarda una zona che sta crescendo non poco dal punto di vista turistico”. Le persone che si sono mosse ieri lo hanno fatto per sensibilità di fronte alla questione “dovuta a scelte sbagliate che si pagano oggi. Il problema si risolve attraverso il sostentamento economico". Ai consiglieri regionali presenti “chiediamo di trovare le risorse per sostenere un progetto senza l’apporto dei rifiuti”.
E proprio dalle voci dei rappresentanti regionali presenti ieri, a fianco dei sindaci del territorio e in piedi di fronte alle centinaia di cittadini manifestanti, Alessandra Nardini consigliera Pd ha parlato della volontà di aprire un dialogo: “Credo che il nostro dovere sia quello di ascoltare le voci dei cittadini e cittadine, dei tre comuni di Terricciola, Chianni e Lajatico ed essere al fianco dei nostri amministratori. Dobbiamo riaprire un dialogo, una soluzione che a mio avviso non può che passare per una gestione pubblica di questa discarica. Noi abbiamo il dovere di porre fine ad una questione annosa, ovvero della messa in sicurezza, della gestione post mortem della discarica. Dobbiamo farci carico di un problema che rischia di essere una bomba ambientale, se non ci occupiamo della fase terminale”. Al tavolo, per Nardini, dovrà “sedere la Regione, i tre comuni e le aziende del territorio che si sono occupate in questi anni dello smaltimento dei rifiuti, per provare a trovare una soluzione ambientalmente e economicamente sostenibile. Come consiglieri regionali del territorio proveremo a riaprire questo tavolo, perché lo dobbiamo ai cittadini presenti oggi e agli amministratori, che con una sola voce stanno chiedendo che si apra questo percorso”.
“Abbiamo presentato una mozione che chiede la sospensione, se non la revoca della delibera della Giunta, che ha autorizzato il progetto di riapertura della discarica e il conferimento di nuovi rifiuti” ha dichiarato Andrea Pieroni, consigliere regionale Pd. “È un atto politico forte, importante anche se non ha immediatamente la valenza di abrogare la delibera. Noi confidiamo sul fatto che tutti uniti si possa avviare un percorso per trovare quella soluzione a cui abbiamo lavorato anche nei mesi scorsi. Credo che, grazie anche a questo movimento di comunità che dimostra l’ostilità alla discarica, non ci siano le condizioni per riaprirla”. “La Regione farà la sua parte anche trovando le risorse e affidandoci nella gestione a soggetti che operano nel settore dei rifiuti” ha concluso Pieroni.
Margherita Cecchin