Bilancio a Santa Croce, Rusconi (Cdx): "Tari onerosa, sull'Irpef previsione troppo rosea"
Lunedì scorso è stato approvato dal consiglio comunale di Santa Croce sull’Arno il bilancio di previsione pluriennale 2020-22, bilancio che ha visto il voto contrario del gruppo consiliare “Per un'altra Santa Croce”, espressione dei tre partiti di centrodestra. Tra i motivi che hanno indotto i consiglieri di minoranza a votare a sfavore vi sono anche previsioni sovrastimate riguardanti le entrate di IMU, TARI e addizionale IRPEF. Sulla vicenda è intervenuto il consigliere Marco Rusconi: “la nostra amministrazione prevede di incassare 1milione e 295mila euro di addizionale IRPEF, la stessa cifra dello scorso anno, 5milioni e 200mila euro di IMU, stessa cifra dello scorso anno con l’aggiunta di 350mila euro da recupero di evasione e 2milioni e 470mila euro di TARI, stessa previsione spaccata dello scorso esercizio con 90mila euro aggiuntivi derivanti dal recupero dell’evasione. Viene da chiedersi se, nel computo delle previsioni di entrata, sia stato considerato il lockdown e il conseguente calo di lavoro e di liquidità derivante dalla crisi economica post-Covid che inevitabilmente investirà il nostro settore”.
Rusconi entra poi nel merito delle previsioni stimate per quanto concerne l’addizionale IRPEF, le cui previsioni di entrata sono identiche sia per il 2020 che per il 2021: “Questa imposta si applica al reddito complessivo, come si può pensare che nel 2020 e nel 2021 il reddito complessivo a livello di area sia lo stesso dello scorso anno? Anche se gli introiti si riferiscono all’anno 2019, soprattutto nel secondo semestre, il nostro settore ha registrato una contrazione del volume di affari importante delle nostre aziende, contrazione che si ripercuoterà sui bilanci del 2019 e quindi sugli introiti fiscali dell’anno in essere. A ciò dobbiamo aggiungere anche che la situazione dell’anno corrente sarà sicuramente peggiore, non riusciamo quindi in quest’ottica a capire come si possa prevedere un’invariabilità del gettito IRPEF anche per il 2021. Premesso che se ciò avvenisse ne saremo tutti ben contenti ed è ciò che ci auguriamo, a nostro avviso, prevedere di incassare la stessa cifra degli anni precedenti, sia per il 2020 che per il 2021, si inquadra all’interno di una previsione troppo rosea, che non tiene conto dell’emergenza sanitaria che abbiamo affrontato e che stiamo ancora affrontando e che non tiene conto della perdita di posti di lavoro e di reddito a cui la nostra città purtroppo sarà soggetta nei prossimi mesi.”
Secondo Rusconi, per quanto concerne invece la TARI “serve inevitabilmente porre l’attenzione anche sul sistema di raccolta. Forse saremo ripetitivi ma è nostro compito ribadire ancora una volta come il sistema da noi adottato sia inefficace, inefficiente, oneroso e lesivo del decoro urbano. Molte città italiane infatti stanno da tempo abbandonando questo sistema di raccolta per passare a sistemi alternativi alla luce delle criticità sopra esposte. Oramai sono diversi anni che noi abbiamo adottato questo sistema di raccolta e ciò ci permette di avere uno storico di dati da raffrontare che ci mostra un andamento a dir poco preoccupante riguardo al livello di differenziazione. Nel 2012, dati Geofor, il nostro comune produceva 1483 tonnellate di rifiuto indifferenziato, numero che è andato di anno in anno salendo fino ad arrivare alle 2000 tonnellate dell’ultimo biennio, un aumento del 34% che sicuramente non può lasciare indifferenti".
"Inoltre – continua Rusconi -, le attività che sono state chiuse per decreto non è giusto che paghino la TARI, pagherebbero un servizio di cui nessuno ha usufruito, capiamo bene che il comune in ogni caso debba farsi carico di un costo pattuito con il gestore nel periodo pre-Covid ma in questo scenario dovrebbero essere in primis la forza politica dell’ente e, in secondo luogo, il buonsenso del gestore a scendere a compromesso per il bene comune rivedendo alcuni costi con una sinergia di intenti. Inoltre, osservando le agevolazioni previste per le esenzioni TARI, notiamo come il comune abbia deciso di destinare 65000 euro alle agevolazioni per le attività che sono state ferme durante il periodo del lockdown. Restiamo in attesa di capire quante e quali attività si andranno a tutelare, ma soprattutto in quale misura, la sensazione che abbiamo è che questa cifra, a fronte della spesa annua complessiva di circa 2milioni e quattro, di cui circa la metà a carico delle attività produttive, non sia sufficiente, una cosa però l’abbiamo capita in sede di discussione, le concerie sono escluse dall’esenzione TARI, si vanno così a negare agevolazioni economiche per il nostro settore trainante rimasto chiuso per decreto, evidentemente questa amministrazione ha altre priorità”.
Fonte: Gruppo consiliare "Per un'altra Santa Croce" - Ufficio stampa