Alla fine l'amministrazione comunale di Pisa è riuscita a cambiare la destinazione d'uso al terreno della moschea. Questo risultato è stato ottenuto accorpando la variante anti-moschea a quella dello stadio, con una scelta per niente funzionale al nuovo stadio; al contrario, unire le due cose ha di molto rallentato l'iter della variante, e getta un'ombra di incertezza anche sul seguito, dato che incombe un ricorso al TAR con una sentenza attesa a breve. Privare la Comunità Islamica del terreno di sua proprietà è un atto ingiusto prima ancora che incostituzionale, lede i diritti di una intera comunità di cittadini pisani e induce un sentimento di sfiducia e frustrazione nella comunità musulmana. L'aspetto più squallido di tutta questa vicenda è certamente il comportamento del sindaco Conti, il quale ha mantenuto una linea di chiusura totale: non ha mai risposto alla comunità musulmana che chiedeva di aprire un dialogo per concordare una soluzione alternativa, e si è finanche ripetutamente sottratto al confronto con i cittadini. Ma la questione non finisce qui: oltre al ricorso pendente al TAR il Comitato per il Sì alla Libertà di Culto non cesserà di incalzare in ogni sede i responsabili di questa azione iniqua e continuerà a sensibilizzare le forze politiche, le associazioni sociali e culturali, le confessioni religiose e i cittadini tutti al valore civile della libertà di religione e di culto denunciando la gravità di un atto pubblico che pone ostacoli all'esercizio di un diritto dei cittadini e, peggio, di volerli discriminare sulla base della loro confessione religiosa.
Comitato per il Sì alla libertà di culto
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