Anziana in difficoltà a Firenze, i poliziotti le preparano la cena
Sono le 20.30 di sabato sera. Anna (nome di fantasia), 87 anni, chiama il 113 della Questura di Firenze.
Si presenta con voce ferma ed inizia a raccontarsi. Dice che è malata, che non può alzarsi dal letto e che con il figlio avevano deciso di prendere una badante, ma non sa perché non si è presentata. E lei ha detto al figlio di non avere bisogno di lui quel giorno, di risparmiare i soldi per andare a trovarla.
Poi non ce la fa e lo ammette, con la voce incrinata: è sola, deve mettere qualcosa sotto i denti ed è troppo stanca, non si regge in piedi, non ce la fa a cucinare. E un braccio le duole.
“Signora mi dica da dove chiama e non si preoccupi. Risolviamo tutto.” Anna indica la via, il numero civico e il piano.
Il capo turno della sala operativa allora si mette alla radio:
“Volante Centro”
“Avanti”
“Portatevi in zona Coverciano, persona anziana in difficoltà”
Gli agenti arrivano all’indirizzo segnalato e provano a suonare il campanello, ma non risponde nessuno. Riescono a farsi aprire da un vicino di casa di Anna e salgono le scale: la porta di ingresso dell’appartamento è socchiusa.
I due agenti delle Volanti, Antonio e Giuseppe allora entrano, la chiamano e Anna risponde. Gli agenti trovano Anna in camera e lei gli sorride.
Non passa un attimo che Antonio e Giuseppe si mettono all’opera: accompagnano Anna sulla sedia in cucina, apparecchiano e si mettono ai fornelli. Dopo cinque minuti la cena è pronta: ravioli al pomodoro in tavola. Tutto è bene quel che finisce bene.