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Progetto Zero, 20 artisti di Prato in un concerto solidale dedicato alla città

A pochi giorni da una possibile riapertura dei luoghi di spettacolo, mentre molti festival e concerti sono già stati rinviati al 2021, Fonderia Cultart e Freaky Deaky lanciano un messaggio di ripartenza della musica e dello spettacolo, anche se ancora in modalità virtuale, con la partecipazione di venti artisti pratesi, proponendo un evento collettivo che vuole trasmettere il desiderio e la voglia di tornare a incontrare dal vivo il proprio pubblico.

Tutti gli artisti e i collaboratori alla produzione del video hanno accolto con entusiasmo la proposta dei promotori dell'iniziativa e hanno partecipato in forma gratuita.

Gli artisti e i promotori di Progetto Zero hanno deciso di donare il proprio lavoro, la propria professionalità e la propria creatività a tutti coloro che vorranno condividere questo importante ed emozionante momento di spettacolo.

Il video avrà inoltre un aspetto solidale: lo scopo del progetto è anche quello di raccogliere fondi in favore del Comitato Città di Prato Pro Emergenze Onlus. Infatti, anche se le misure di contenimento della diffusione del Covid-19 sono state attenuate è ancora necessario sostenere le persone più in difficoltà.

Uno degli aspetti più significativi del progetto è la condivisione delle testate giornalistiche locali, che, com'è auspicabile su tematiche come queste, hanno voluto aderire alla diffusione dell'evento progetto con entusiasmo e senza riserve.

Progetto zero è il segno di una ripartenza, la possibilità di poter ricominciare ad incontrarsi di persona con gli artisti che durante il periodo di lockdown hanno continuato a produrre e a fare ricerca creativa.

L'acronimo di Progetto Zero è anche P0, che identifica la provincia di Prato. Una ripartenza possibile per la città anche grazie alle energie creative della musica, del teatro o della danza.

Il video è ambientato in alcuni luoghi simbolo di Prato, i nostri luoghi del cuore diventano palcoscenici stage quali si esibiscono gli artisti: la terrazza di Palazzo Pretorio, il chiostro della Cattedrale nel complesso museale dell'Opera del Duomo, il Teatro Politeama Pratese, la Scuola di Musica Giuseppe Verdi.

Gli artisti coinvolti (in ordine alfabetico):

Blebla, Marco Cocci, Giuditta Bicchi, Matteo Bonechi, Valeria Caliandro, Simone Centauro, Andrea Franchi e la sua Franky Family, Pan Haoke, Ganoogi, Riccardo Goretti, Virginia Gradi, Giulia Mazzoni, Enrico Matheis, Edoardo Nardin, Riccardo Onori, Amedeo Ponzecchi, Sadi Ortmood, Niccolò Storai, Carlotta Tempestini, Francesco Meucci e Leonardo Sanzò di Tutte le cose inutili.

Partiamo da una considerazione molto semplice: appena uno degli artisti ha iniziato il proprio brano sul pianoforte, mentre giravamo Progetto Zero, a tutto lo staff della produzione sono venuti gli occhi lucidi, ognuno si è seduto interrompendo quello che stava facendo e l'emozione è stata così forte che ha costretto tutti noi a pensare quanto fosse meraviglioso ascoltare la musica dal vivo, l'effetto che fa il vibrato di una corda o il suono di una nota che fluttua, una sensazione fisica, una percettibile onda di endorfine che provocano un milione di emozioni diverse. Chi lavora nel nostro settore ha bisogno di queste emozioni tanto quanto dei mezzi di sostentamento.

Il sogno di tutti noi non è di tornare alla normalità ma quello di lavorare in una nuova normalità. Molti, forse per la prima volta, sono stati consapevoli di quanto la musica e ogni tipo di arte sia stata un potente conforto e incoraggiamento nel momento del lockdown e dell'emergenza.

Da artisti e operatori della cultura e dello spettacolo, per dirla con le parole dei minatori inglesi, vogliamo pane e rose, abbiamo capito che sono le due cose indispensabili per le nostre vite. Non siamo giullari, siamo coltivatori di rose.“

Fonte: Ufficio stampa

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