Strage dei Georgofili, Rossi: "Mai abbassare la guardia contro la criminalità organizzata"
Un invito a non abbassare la guardia. E’ quello che rivolge il presidente della Toscana Enrico Rossi nella maratona on line iniziata stamani per commemorare la strage dei Georgofili che ventisette anni fa portò morte e distruzione a Firenze. Cinque persone persero la vita, altre quarantuno rimasero ferite.
Ventisette anni sono passati. La criminalità ha cambiato nel frattempo grammatica. Ha imparato a mimetizzarsi, ad agire sotto traccia. “Ma il potere delle organizzazioni criminali non è finito” avverte Rossi -. Tutt’altro, purtroppo: esso è presente ormai stabilmente anche nei nostri territori, come ci mostrano i rapporti annuali elaborati da tre anni, su nostra richiesta, dalla Scuola Normale sui fenomeni di criminalità organizzata e corruzione”.
E l’epidemia che l’Italia ha dovuto affrontare e le ripercussioni economiche che il lockdown prolungato ha prodotto amplificano il rischio. “Approfittando proprio delle difficoltà economiche degli operatori – spiega il presidente - la mafia e le organizzazioni criminali possano infatti oggi trovare nuove occasioni per espandersi. “Non di meno – annota – dobbiamo vigilare sulla situazione dei penitenziari che ha portato durante la crisi sanitaria alla scarcerazione di alcuni capi-mafia, rispetto a cui giustamente ha richiamato l’attenzione l’Associazione delle vittime”.
Per Rossi la memoria delle stragi e la ricorrenza dunque anche dei Georgofili deve essere l’occasione per recuperare i principi fondanti della nostra convivenza: un monito a rinnovare l’impegno contro tutte quelle organizzazioni mafiose “che mettono in discussione la vita civile, la democrazia, la fiducia dei cittadini nello Stato e nelle istituzioni” e riprendere la strada “anche quando questa sembra smarrirsi”.
“E di fronte alle strategie di queste organizzazioni la prima arma è la consapevolezza – conclude il presidente -, la costruzione di una cultura delle istituzioni, di una cultura autenticamente democratica e ispirata ai principi di legalità. La sola azione repressiva, pur fondamentale e necessaria, infatti non basta da solo. Lo strumento principale per contrastare la criminalità organizzata sta nelle mani della politica democratica e nella partecipazione collettiva. La bussola resta quella della Costituzione, dei principi della nostra Repubblica a cui ancora una volta dobbiamo tornare”.
Fonte: Regione Toscana - Ufficio stampa