Coronavirus, certificato lavorativo per soggetti 'fragili', i medici di famiglia: "Non era stato rinnovato, non potevamo rilasciarlo"
Il Governo aveva stabilito che il medico di famiglia, fino al 30 aprile, avrebbe potuto rilasciare un certificato medico ai lavoratori considerati "fragili" per patologie pregresse o stato di salute, in modo da esentarlo dal lavoro e ridurre il rischio di contagio da Covid-19. Scaduto quel termine, però, non sarebbero state date disposizioni in merito. Solo oggi, 14 maggio, il Governo ha comunicato di prolungare quella modalità fino al 31 luglio.
Per due settimane, attenendosi alla lettera alla norma, alcuni medici di famiglia non hanno acconsentito a rilasciare i certificati, incontrando anche le critiche da parte delle associazioni dei lavoratori. Su questa situazione interviene l'associazione La Voce del Curante, che attraverso una nota spiega che in assenza di disposizioni del legislatore i medici di famiglia non potevano rilasciare i certificati nel periodo dal 30 aprile al 14 maggio, altrimenti si sarebbe potuto incappare in un rifiuto da parte dell'INAIL in quanto i medici non erano 'abilitati' a farlo.
LA NOTA
Ok, siamo noi i cattivi.Quelli che da quasi tre mesi sono al fianco dei loro pazienti 7 giorni su sette per 12 ore al giorno. Siamo quelli che si rifiutano di mettere a casa le persone “che potrebbero essere malate ma non si sa”, quelli che si rifiutano di mettere i pazienti fragili a casa facendo rischiare loro la vita. Ma è proprio perchè siamo rimasti gli unici accanto ai nostri pazienti siamo anche quelli sempre attaccabili.
Gli ospedali giustamente si sono convertiti al covid, rinviando tutto il rinviabile, mentre noi continuavamo a stare in ambulatorio e ,quando serviva, a visitare pure a domicilio. Alcuni servizi pubblici hanno temporaneamente chiuso, come l' INAIL, e in molti casi sono state sospese le visite fiscali.Ma noi, no. Siamo sempre stati dove dovevamo essere. Sommersi di burocrazie, delibere regionali, decreti del presidente del consiglio, da interpretare velocemente e soprattutto correttamente per il bene dei nostri pazienti. Stabilire se un paziente è fragile è cosa complessa. Forse per un non medico non lo sembra, ma vi garantiamo che è così. Banalmente... è fragile per la malattia o per le terapie che fa? È fragile perchè può prendere il virus più facilmente? Oppure è fragile in relazione del lavoro che fa? Domande banali ma che nascondono un mondo complesso, tant'è che per fare il medico del lavoro bisogna essere specialisti, e non ci si può improvvisare tali.
Così complesso che chi paga (ovvero lo stato) nella situazione di emergenza ha stabilito delle regole, modificandole poi a 3 giorni dalla fine del periodo in cui il lavoratore “fragile” poteva essere messo a casa ,stabilendo che poteva esere fatto anche dal anche dal medico di famiglia su indicazione del medico legale o del lavoro indipendentemente da uno stato precedentemente riconosciuto da una commissione (legge 104). Solo oggi ci è stato comunicato che, sempre con le stesse modalità, possiamo andare avanti fino al 31 luglio.
Si potrebbe aprire poi il capitolo del fatto che tutti i medici sono abilitabili a fare certificazione on line INPS, ma qui si aprirebbe un altro capitolo, e capiamo che sia sempre più facile scaricare sul quello che è raggiungibile tutti i giorni, anche se deve certificare cose decise da un altro (e qui si aprirebbe anche un capitolo di deontologia medica, ma tralasciamo anche questo).
Riassumiamo. Lo stato stabilisce delle regole, il medico di famiglia le applica e viene accusato di non essere disponibile a venire incontro ai suoi pazienti. Forse qualcuno crede che la certificazione medica non sia un atto medico, che fa assumere AL MEDICO la responsabilità di quello che scrive, e non ad altri, non al paziente, non allo stato né tanto meno ad altri enti. Facile trovare un capro espiatorio, senza mettersi a discutere con chi realmente può cambiare le cose.
Ma noi non ci stiamo a questo scaricabarile. Siamo stanchi, ma sempre pronti a far valere le nostre ragioni, in ogni sede. I medici di famiglia sono a fianco dei loro pazienti e fanno tutto ciò che possono per loro, lavorando ben oltre le ore che un qualunque sindacato riterrebbe umanamente tollerabili. Una sola cosa non facciamo per i nostri pazienti. Infrangere la legge.
Fonte: La voce del curante