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Scomparso Luciano Bellucci, scopritore di Montereggi: Il ricordo del Gruppo Archeologico di Montelupo

Ci ha lasciato Luciano Bellucci, lo scopritore di Montereggi.

E’ deceduto nella giornata di ieri Luciano Bellucci, già Presidente del Gruppo Archeologico di Limite e poi di quello di Montelupo. Grande appassionato di storia e archeologia, Luciano aveva dedicato tutto il suo tempo libero alla ricerca delle testimonianze archeologiche del territorio. La sua straordinaria sensibilità per la ricerca sul terreno l’aveva portato alla scoperta dell’abitato etrusco di Montereggi (Limite sull’Arno,1979); seguendo alcuni lavori agricoli aveva poi rintracciato la villa romana di Vettio Agorio Pretestato, nota per l’importante mosaico del IV secolo d. C., ed aveva partecipato alla prima campagna di scavo, condotta dal Gruppo Archeologico di Limite. Numerose, poi, le ricerche relative agli insediamenti preistorici, culminate con il ritrovamento del grande abitato capannicolo di Bibbiani (Secoli XII-X a. C.). Luciano Bellucci, dopo lo scioglimento del Gruppo Archeologico di Limite, è stato a lungo Presidente di quello di Montelupo Fiorentino, ed ha collaborato con il Museo di quella cittadina a tutte le campagne di scavo da esso realizzate, sia in ambito urbano che extraurbano. L’ultima sua scoperta è stata quella del circolo funerario detto “tomba dell’uovo” nei pressi di Pulignano.

Con Luciano Bellucci scompare uno dei protagonisti di quel volontariato archeologico che, con le sua attività costante e disinteressata, può dirsi abbia cambiato l’intero quadro di riferimento storico-archeologico dell’area medio-valdarnese. Nonostante la generosità della sua azione, egli ha però dovuto sottostare negli ultimi anni della sua vita  all’incomprensibile mutamento di obbiettivi degli organi di tutela dello stato e delle stesse amministrazioni locali che ritengono di porre in secondo piano le attività del volontariato in ambito archeologico. Tutti coloro i quali lo hanno conosciuto, però, non dimenticheranno mai il suo entusiasmo e la sua incredibile capacità di lavoro e di applicazione, che non ha mai fatto mancare, neppure quando la malattia ne ha, lentamente ma inesorabilmente, intaccato la fibra.

 

Fonte: Gruppo Archeologico di Montelupo

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