Fase 2 Coronavirus, Lega San Miniato: "Niente dovrà essere come prima"
In questi giorni di grande emergenza è opinione comune che passata la tempesta niente sarà più come prima. Nuovi modi di fare impresa, di amministrare la cosa pubblica, innovare, sburocratizzare, nuovi rapporti internazionali, dovranno diventare obiettivi da perseguire non ipotesi da temere perché l’eccezionalità degli eventi che stiamo vivendo ha fatto emergere con chiarezza carenze ed egoismi non più tollerabili.
E’ risultato evidente che l’Europa pensata nell’immediato dopoguerra da De Gasperi, Schumann e Adenauer nella emergenza in atto è stata azzerata dalle merci bloccate alle frontiere, dall’indifferenza ostentata da coloro che non erano stati ancora colpiti dal contagio, dalla totale assenza di una comune strategia per organizzare una profilassi comune. Le risposte alla emergenza economica pensate dagli Organismi comunitari dominati dai ricchi soci di maggioranza sono inadeguate, tardive, spesso offensive, come le reiterate scuse fatte all’Italia dimostrano. Abbiamo potuto contare solo sull’azione, peraltro fornita di malavoglia, della Bce che ci sta garantendo uno scudo nei confronti della speculazione finanziaria. Scudo che la recente sentenza della Corte costituzionale tedesca ha fortemente condizionato e reso incerto. Tutto quello che l’Europa ci offre nelle sue varie modalità è sempre e solo debito del quale ci verrà comunque chiesto conto alla fine della emergenza. E’ oramai evidente che questa non è la grande Europa unita e solidale che tutti immaginavamo. L’emergenza che ci ha investito dimostra l’assoluta necessità che l’Europa faccia concreti passi verso una vera comunità di destino, cessando di comportarsi come un rissoso condominio soggiogato ai voleri di chi ha più millesimi.
La burocrazia in questi momenti di estrema difficoltà ha dato ampia prova dei suoi limiti rendendo evidente la necessità di una sua profonda semplificazione. Un ente mastodontico come l’INPS è crollato di fronte ai nuovi adempimenti vedendosi costretto a rifugiarsi dietro a presunti invasioni di hacker. A distanza di settimane la cassa integrazione non è stata erogata ai più, perché non si è inteso semplificare categorie di aiuti e procedure. L’acquisto massivo da parte di soggetti pubblici degli elementari presidi sanitari come mascherine, guanti e disinfettanti ad oggi è ancora un problema irrisolto e i cittadini sono dovuti ricorrere al “fai da te” . Parliamo di quella burocrazia che per percorrere acriticamente le tortuose vie di astruse normative ha consentito che, causa pandemia, pericolosi ergastolani venissero fatti uscire dal carcere mentre nel contempo ai cittadini veniva inflitta una incolpevole ma stringente detenzione domiciliare. Il tutto ovviamente nel pieno rispetto delle regole burocratiche, ma senza un minimo di buon senso.
Terminata la emergenza sanitaria non sarà più possibile sottovalutare l’enorme ruolo economico, umano e sociale che le micro e piccole imprese hanno dimostrato di possedere e svolgere. La chiusura forzata di molte di tale attività se da un lato ha tristemente desertificato città e paesi, per altro verso ha fatto comprendere agli italiani quanto numerose sono le persone che come progetto di vita hanno non il reddito di cittadinanza ma il loro orgoglioso intraprendere quotidiano. Passata la tempesta non ci dovremo dimenticare che le piccole attività commerciali e artigianali non assoggettate a lockdown hanno reso un utilissimo servigio alle comunità nelle quali erano inserite riempiendo vuoti che la grande distribuzione non era in grado di colmare. Un comparto quello delle piccole imprese che ha subito perdite enormi, e che da subito dovrà ricevere aiuti importanti a fondo perduto dallo Stato e poter godere a livello locale di significativi alleggerimenti fiscali e semplificazioni amministrative, non solo in una logica emergenziale ma anche in prospettiva. A San Miniato una futura visione del comparto turistico e commerciale non potrà prescindere dalla valutazione delle opportunità che possono derivare da un utilizzo più esteso del suolo pubblico e da una più efficace rimodulazione delle agevolazioni connesse ai canoni di locazione delle attività commerciali e artigianali.
Fin da subito sarebbe stato necessario pensare e attivare un progetto per la ripresa, per mettere l’Italia in condizione di non essere più condizionata e ricattata. Un progetto, che al momento non ha visto ancora la luce, caratterizzato da un radicale snellimento delle norme burocratiche e che avrebbe dovuto prendere il nuovo ponte di Genova come esempio virtuoso cui ispirarsi.
Roberto Ferraro - Beatrice Calvetti - Federico Gregorini (Consiglieri Lega San Miniato)