"Autorizziamo spostamenti tra Regioni e nelle seconde case": l'appello dei sindaci di confine
Autorizzare gli spostamenti tra Regioni diverse e nelle seconde case dei cittadini che abitano nei territori montani e di confine: è l'appello dei sindaci di Toscana ed Emilia Romagna, che in una lettera ad Anci nazionale chiedono al presidente Decaro di farsi portavoce delle loro proposte al governo. Una richiesta forte e condivisa da Anci Toscana, con cui i primi cittadini interpretano le esigenze dei loro cittadini, abitanti di territori con caratteristiche ben diverse dalla maggioranza di città e centri urbani. Tra i sindaci toscani firmatari Giovanni Moraganti (Vernio), Tommaso Triberti (Marradi), Primo Bosi (Vaiano), Emanuele Piani (San Godenzo), Gugliemo Bongiorno (Cantagallo), Giampaolo Buti (Firenzuola), Philip Moschetti (Palazzuolo sul Senio).
"I nostri comuni risultano collocati in area interna, montana e di confine, e già questo evidenzia la difficoltà di poter offrire servizi adeguati alle persone che qui hanno deciso, nonostante tutto, di continuare a vivere e ad operare - scrivono i sindaci - Queste tre caratteristiche porteranno inevitabilmente ad un impatto forte, certamente non assimilabile a quello di aree dove è più agevole la vita. Per questo avanziamo alcune riflessioni, per noi di fondamentale importanza".
"Riguardo gli spostamenti all’interno della propria regione, essendo comuni di confine, abbiamo molte relazioni familiari (anche strette) a cavallo tra le due regioni, con situazioni che - distanziati da pochi chilometri - vedono affetti separati in due regioni diverse, e che allo stato attuale ne impedirebbe i ricongiungimenti: si rischia di creare nel giro di pochi chilometri, cittadini di serie A e cittadini di serie B. Sarebbe perciò auspicabile la possibilità di consentire, per tali casi particolari e comprovati, gli spostamenti interregionali, magari anche limitatamente al Comune immediatamente confinante dell'altra regione".
Sul tema delle seconde case "è certezza che, nonostante l’enorme sforzo messo in campo dalle nostre Polizie Municipali e dalle forze dell’ordine, con l’arrivo della bella stagione sarà impossibile intercettare tutti gli spostamenti non consentiti, ed in particolare quelli verso le seconde case di proprietà, dove per altro alcuni cittadini hanno la residenza anagrafica. E allora sarebbe forse opportuno studiare delle regole che, fermo restando il principio fondamentale e inderogabile della tutela della salute di tutti i cittadini residenti e no, consentano di rendere possibili e regolari questi spostamenti. Si potrebbe, per esempio, prevedere che lo spostamento sia di ragionevole durata, tale da garantire una lunga permanenza in loco. Lo spostamento potrebbe essere accompagnato da una dichiarazione formale da inviare al comune di destinazione, in modo che si possa avere il controllo delle presenze sul territorio. Nei nostri territori molti cittadini, originari di queste montagne, si trasferiscono per passare l’intero periodo estivo"
"Siamo profondamente convinti che i nostri territori, anche per la scarsa densità di popolazione, abbiano tutte le caratteristiche per consentire una migliore condizione di sicurezza sanitaria rispetto agli agglomerati urbani - scrivono ancofra i sindaci - Ma siamo altrettanto convinti che i provvedimenti che sono costruiti per rispondere a livello nazionale abbiano la necessità di essere 'affinati' territorio per territorio. Per questo chiediamo che a livello nazionale siano prese in considerazione le problematiche dei comuni montani e rafforzata l’attenzione e il sostegno verso le aree interne e di confine, consentendo a noi amministratori di poter disporre di tutti gli strumenti per agevolare la vita nei nostri territori, ivi compresa la possibilità di sperimentare nuovi metodi di convivenza con il Covid-19, a partire dai servizi primari quali, per intendersi, quelli socio-sanitari, scolastici e trasporto pubblico locale, che nei nostri territori hanno caratteristiche completamente diverse rispetto alle grandi città"
Appello anche della Lega
“E’ insostenibile ed inaccettabile - afferma Luciana Bartolini, Consigliere regionale della Lega in piena sintonia col Vice-Sindaco leghista di Abetone-Cutigliano, Alessandro Barachini - la situazione che si è venuta a creare, per decreto governativo, tra i comuni toscani di confine ed i dirimpettai delle altre regioni. Confini che non possono essere più valicati per le limitazioni imposte dall’emergenza Coronavirus; barriere virtuali quanto reali che dividono economie e affetti. Parenti a pochi minuti di auto, supermercati, negozi, scambi commerciali a manciate di chilometri ma il decreto , che conferma i precedenti, li vieta perché si tratta di luoghi fuori regione. Con una mozione chiediamo, dunque, alla Regione Toscana di sollecitare e fare le dovute pressioni sul Governo nazionale, così da poter rimediare a tali paradossali situazioni. Si possono percorrere quasi 300km (3h 30min) da Abetone a Orbetello, ma non una decina di chilometri per spostarsi, ad esempio, dall'Abetone a Fiumalbo in provincia di Modena che dista solo sette chilometri. Da sottolineare che nel caso specifico di Abetone molte persone hanno interscambi di ogni tipo con la parte emiliana e viceversa; pensiamo a chi frequenta le scuole medie e superiori a Fiumalbo e Pievepelago dove si sono strette amicizie tra ragazzi che ora vengono negate, senza dimenticare alla parte dei residenti che appartiene alla parrocchia di Fiumalbo dove anche i propri cari sono sepolti. Inoltre, c'è da considerare che l'ospedale più vicino è a Pavullo nel Frignano (MO). Di fatto sono comunità molto unite che condividono lo stesso tessuto socio economico e non c'è nessuna logica nel tenere separata una realtà così interconnessa. Da qui la richiesta alla regione Toscana di considerare l'eventuale "sconfinamento" in una provincia limitrofa, anche se fuori dall'ambito territoriale regionale, assimilabile ad uno spostamento interno, soggetto, dunque, alle stesse regole."
Fonte: Ufficio stampa