Liberazione, il 25 aprile in lockdown: le celebrazioni in Toscana
Oggi, 25 aprile 2020, cadono 75 anni dalla Liberazione dell'Italia e degli italiani dall'occupazione nazifascista. Quest'anno le celebrazioni hanno un sapore particolare, con l'Italia stretta nella morsa del coronavirus. Gli italiani sono chiusi in casa e non potranno partecipare a marce, manifestazioni e celebrazioni che scandiscono questo giorno da 75 anni.
I sindaci di quasi tutte le città italiane deporranno una corona insieme a un rappresentante dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia. A suo modo, questo 75esimo anniversario della Festa della Liberazione, giorno che più di ogni altro vede il popolo italiano unito sotto lo stesso segno, passerà alla storia, come momento intimo, ma con il desiderio di collettività che si soddisferà prima online, e poi culminerà nell'esporre una bandiera tricolore alle finestre e ai balconi mentre si intona una corale Bella Ciao!.
Di seguito le celebrazioni, virtuali e non, in Toscana.
In aggiornamento con le immagini che giungeranno da ogni angolo della nostra regione.
Il presidente della Toscana Enrico Rossi: W la Liberazione!
In un post su Facebook, il presidene della Regione Toscana Enrico Rossi augura buon 25 aprile a tutti. "75 anni fa il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamava l’insurrezione generale contro l’occupazione nazifascista. Quest'anno siamo responsabilmente a casa e con ancora più impegno custodiamo la Resistenza, la Repubblica e la Costituzione democratica che abbiamo ricevuto dai nostri padri. W la Liberazione, buon 25 aprile a tutti!"
Nel corso del video postato sulla sua pagina, Enrico Rossi dice: "Molti hanno usato in questo periodo la metafora bellica", affermando che "è come essere in guerra, ma non è stata la stessa cosa: penso che la guerra sia stato un fatto enormemente più spaventoso, più distruttivo, con gli italiani armati gli uni contro gli altri. Adesso abbiamo un solo nemico, il virus. Dalla Festa della Liberazione possiamo trarre lo stimolo, le idee e i valori con i quali guardare al futuro sicuri che ce la faremo".
Firenze. Dario Nardella depone la corona in Piazza dell'Unità
Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha deposto questa mattina alle 9.30, la corona ai caduti. Con una foto pubblicata sulla sua pagina Facebook, scrive: "Con la deposizione della corona ai caduti, iniziano le celebrazioni per la Liberazione. Buon #25aprile a tutti e tutte! ".
“Celebrare il 25 aprile in questo momento di emergenza per il paese ha ancora più valore perché le risorse migliori per superare questa crisi vengono dalle nostre radici, dai nostri valori, dalla nostra identità”. Con queste parole il sindaco Dario Nardella ha sottolineato l’importanza della Festa della Liberazione, ricordata oggi senza i grandi eventi di piazza per le misure anti Covid-19.
“Quando celebriamo il 25 aprile celebriamo il valore più profondo della libertà, il nostro paese, la nostra storia – ha continuato il sindaco –. Quella libertà che è il frutto del sacrificio della vita di donne e uomini e mai come oggi abbiamo bisogno di sentirci patria, paese, popolo per superare questi momenti difficilissimi. I prossimi mesi saranno molto complessi, sarà la sfida più ardua per la mia generazione e per tutti coloro che sono nati dopo la Seconda Guerra Mondiale. Così come gli italiani riuscirono a liberarsi dal nazifascismo e dare la libertà al loro paese e al loro popolo, oggi noi nipoti di quegli italiani dobbiamo vincere questa battaglia diversa ma non meno difficile contro la pandemia e contro una crisi economica e sociale da superare tutti insieme. Per questo il 25 aprile di oggi - ha concluso Nardella - è qualcosa di ancora più significativo e importante di quelli che abbiamo ricordato dalla Liberazione”.
Due questa mattina i momenti ufficiali, chiusi al pubblico e nel pieno rispetto delle disposizioni contro il coronavirus. Il sindaco ha prima deposto la corona al monumento ai caduti in piazza dell’Unità Italiana dove erano presenti anche il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani e la vicepresidente ANPI Vania Bagni. Poi si è spostato sull’Arengario di Palazzo Vecchio dove il primo trombettista del Maggio Andrea Dell'Ira ha intonato "Bella Ciao". Presenti il Gonfalone e il sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino Alexander Peirera.
Nel pomeriggio alle 16 si svolgeranno in contemporanea le deposizioni di corone in luoghi simbolici della Resistenza e della Liberazione. A Palazzo Vecchio, nel Cortile della Dogana l’assessore alla cultura della memoria Alessandro Martini e il presidente del consiglio comunale Luca Milani deporranno una corona alla lapide dei caduti, presente anche Alessio Ducci in rappresentanza di ANED. Per il Q1 Il presidente Maurizio Sguanci e Alessandro Pini dell’ANPI saranno in piazza Santo Spirito alla targa dedicata al partigiano Aligi Barducci; per il Q2 il presidente Michele Pierguidi si recherà al Sacrario del Campo di Marte; per il Q3 la presidente Serena Perini sarà al monumento ai Caduti di Pian dell’Albero in piazza Elia Dalla Costa con Rossana Carresi dell’ANPI; il presidente del Q4 Mirko Dormentoni deporrà la corona al Cippo nel Giardino dei Caduti del 44 in via di Mantignano presente anche Franco Quercioli dell’ANPI; per il Q5 il presidente Cristiano Balli sarà all’Istituto Farmaceutico Militare in via Reginaldo Giuliani alla lapide che ricorda le vittime della strage di Castello insieme a Giovanna Cini dell’ANPI.
A queste celebrazioni tradizionali si sono affiancate quelle multimediali e social. Dalle 10 la diretta su Controradio “il 25 aprile, oggi”, trasmissione realizzata insieme al Comune di Firenze ed all'Assessorato alla Cultura, con studiosi e studenti, attori e giornalisti, personaggi della cultura ed amministratori per riflettere insieme su che cosa è il 25 aprile oggi. Tra gli interventi quello del sindaco Nardella insieme ad Aldo Cazzullo, dell’assessore Martini, dell’assessore alla cultura Tommaso Sacchi che ha “intervistato” il nonno 98enne Edoardo, il partigiano Dado. Alle 12 i coristi del Maggio ognuno dalla propria casa hanno cantato “Bella Ciao”, un appuntamento on line e da vivo aperto alla partecipazione di tutti (il video sarà visibile sulle pagine social del Comune di Firenze e del Teatro del Maggio).
Sindaco e presidente del consiglio hanno deposto i fiori sotto la targa che ricorda la liberazione di Massarosa
Con una cerimonia in tono dimesso a causa dell’emergenza coronavirus l’amministrazione comunale questa mattina ha celebrato il 25 aprile, anniversario della Liberazione d’Italia.
Nessun corteo e nessuna manifestazione pubblica, come da indicazione del Ministero e della Prefettura. Presenti, ad omaggiare la ricorrenza con la deposizione di una corona di fiori, solo il sindaco Alberto Coluccini e il presidente del consiglio comunale Claudio Marlia
“L’Italia - ha dichiarato il presidente del consiglio comunale Marlia, citando il discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella - ha superato, nel Dopoguerra, ostacoli che sembravano insormontabili. Le energie positive che seppero sprigionarsi in quel momento portarono alla rinascita. Il popolo italiano riprese in mano il proprio destino. La ricostruzione cambiò il volto del nostro Paese e lo rese moderno, più giusto, conquistando rispetto e considerazione nel contesto internazionale dotandosi di antidoti contro il rigenerarsi di quei germi di odio e follia che avevano nutrito la scellerata avventura nazifascista”.
“Una cerimonia che si è svolta in uno strano clima - ha sottolineato il sindaco Alberto Coluccini e alla quale non abbiamo potuto invitare e vedere presenti, come avremmo voluto, i nostri concittadini, gli amministratori di maggioranza e di minoranza, le forze dell’ordine e le associazioni. Una nota del Prefetto lo vietava espressamente, per evitare assembramenti che in questa fase potrebbero essere pericolosi. In questo momento particolare ci sentiamo di rappresentare l'intera comunità, sicuri che il prossimo anno potremmo festeggiare degnamente con tutta la nostra gente una ricorrenza che dovrebbe sempre unire e mai essere motivo di polemica”.
Sindaco e presidente del consiglio hanno deposto i fiori sotto la targa che ricorda la liberazione di Massarosa, avvenuta in realtà il 17 settembre 1944 grazie all’intervento delle truppe alleate brasiliane: i rappresentanti della F.E.B. erano gli altri grandi assenti alla cerimonia, anche se l’ambasciata ha inviato un video-messaggio pubblicato sulla pagina Facebook del Comune di Massarosa. Il pensiero infine è andato a Gian Carlo Maria Taddei, detto Beppe, giovane concittadino di Massarosa tra le prime vittime della furia nazista nei boschi attorno a Gualdo.
25 Aprile a Rignano sull'Arno
Il 75° Anniversario della Liberazione stamani è stato celebrato in forma ufficiale, ma non pubblica.
Alle 10 si è avuta prima la deposizione di una corona alla lapide in onore dei caduti nel Parco della Rimembranza e, a seguire, al Palazzo Comunale.
Erano presenti il Presidente del Consiglio Comunale, Anna Mangani, il Sindaco, Daniele Lorenzini, e il presidente della sezione Anpi Rignano Reggello, Paolo Banci.
La celebrazione a Montecatini Terme
“Il 25 aprile, 75° anniversario della Liberazione, è stata quest’anno diverso perché, a causa dell'emergenza sanitaria, in tutta Italia non si sono svolte le tradizionali cerimonie aperte al pubblico.
Il ricordo è importante e il Sindaco Luca Baroncini assieme ai Presidenti dell'ANPI e ANMIG delle Sezioni di Montecatini Terme e del Comandante della Polizia Municipale, alle ore 12:30 del 25 aprile, ha deposto una corona di alloro al Monumento in memoria dei partigiani in Piazza del Popolo e a quello dei Caduti di tutte le guerre in Viale Verdi, ricordando tutti coloro che hanno perso la vita per la libertà.
Non hanno potuto partecipare, come di consueto, le altre autorità e i cittadini, nel rispetto delle disposizioni per il contenimento del contagio da Coronavirus, ed essendo vietata qualsiasi forma di assembramento della popolazione.
Le corone di alloro sono state gentilmente donate da un socio dell'Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra (ANMIG) di Montecatini Terme.
Si ringraziano ANMIG ed ANPI per la disponibilità e la collaborazione, oltre ai rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e D'Arma cittadine, nella speranza di poter tornare al più presto alla normalità."
Il sindaco di Prato Matteo Biffoni ha deposto la corona in piazza Maria delle Carceri
"Qualcuno ha paragonato questo periodo alla guerra e la fase successiva alla ricostruzione post-bellica. Non scherziamo, non è così. Noi siamo chiusi nelle nostre case, non mettiamo a rischio la nostra vita, non abbiamo bombe sulla testa, non soffriamo il freddo e la fame, sentiamo parenti e amici grazie alla tecnologia e la città dà prova di grandi gesti di solidarietà.
Quelle donne e quegli uomini che hanno sacrificato la propria vita per la nostra libertà ci siano da modello, da ispirazione per la forza e la tenacia e a loro vada, oggi e sempre, il nostro appassionato ricordo e la nostra infinita gratitudine."
Lomaggio del sindaco Menesini alla lapide nel piazzale della chiesa di San Cristoforo a Lammari
Un omaggio alla lapide nel piazzale della chiesa di San Cristoforo a Lammari che ricorda i cinque ragazzi fra i 9 e i 15 anni che il 27 aprile 1944 rimasero uccisi giocando con un ordigno bellico inesploso, mentre altri furono feriti. È in questo modo che il sindaco, Luca Menesini, in rappresentanza di tutta la comunità, stamani ha celebrato il 75° anniversario della Liberazione. Presenti anche il parroco don Giovanni e il trombettista Gabriele Betti, che ha suonato “Il silenzio”. Vista l’emergenza sanitaria nazionale non si è svolta nessuna cerimonia pubblica, ma il primo cittadino ha fatto visita a uno dei luoghi de “La via della Memoria” di Capannori, il percorso di valorizzazione dei punti del territorio legati alla Seconda guerra mondiale e all’occupazione tedesca e che promuovono i valori di libertà e di solidarietà.
Quello di Lammari è uno dei tanti episodi avvenuti nel territorio che racconta come la Seconda guerra mondiale abbia introdotto nella storia una violenza che rende sempre più incerta la distinzione tra combattenti e civili disarmati e che colpisce anche bambine e bambini.
Montemurlo resiste nonostante il Coronavirus e celebra la festa della Liberazione
È stato il silenzio il protagonista della cerimonia ufficiale per il 25 aprile, evento fortemente voluto dal sindaco di Montemurlo, Simone Calamai, per lanciare un messaggio di coraggio e di speranza alla città in questo periodo così difficile. In piazza della Libertà, solitamente affollata per le celebrazioni della Liberazione, stamani c'erano solo il sindaco - che ha deposto una corona d'alloro al monumento ai caduti - un ispettore della polizia municipale, il giovane Lorenzo Palumbo in rappresentanza di Anpi, e il trombettista, Stefano Pratesi, che ha suonato il silenzio, mai così penetrante e struggente come oggi. Una celebrazione trasmessa dal Comune sui propri social grazie alla diretta sulla pagina Facebook. Una partecipazione virtuale, che ha voluto colmare la distanza imposta dal virus. «Quel 25 aprile di 75 anni, nella Milano oggi ferita dal Coronavirus, sfilavano fieri i partigiani e significava che una pagina della nostra Storia era stata voltata. Iniziava una fase di democrazia, di libertà e di benessere economico mai conosciuto.- ha detto il sindaco Calamai- Oggi, invece, sento solo il vostro silenzio, ma è un silenzio carico di Resistenza, perché oggi come 75 anni fa, Montemurlo Resiste con silenziosi atti di coraggio e responsabilità contro un nemico invisibile: il Coronavirus». Per il sindaco Calamai oggi è cambiato il nostro modo di resistere
«Oggi, come 75 anni fa, l'unione nella lotta contro un nemico comune è la nostra unica speranza di potercela fare. Non c'è libertà, dal nazifascismo come dal virus, se non c'è unione d'intenti, se non c'è fratellanza.75 anni fa tanti italiani salirono sui monti e si unirono nella lotta ai partigiani, come qui a Montemurlo ai Faggi di Javello. Per essere "resistenti" non era necessario imbracciare il fucile. I terrificanti proclami tedeschi promettevano la fucilazione immediata e la distruzione della casa per chiunque avesse sfamato un soldato alleato, nascosto un renitente alla leva, aiutato un ebreo, sostenuto una banda partigiana». Il sindaco nel suo discorso ha poi ricordato i nomi dei montemurlesi vittime della furia nazi fascista, Erasmo Meoni, Gino Gelli, Tamare Meucci e i bambini morti nel fiume Agna il 5 luglio 1945 a causa dello scoppio di una mina anti-uomo, scambiata per un gioco, il cittadino onorario Marcello Martini, e quindi i nuovi "resistenti" di oggi «i medici, gli infermieri il personale sanitario che ogni giorno continua a fare il proprio dovere, nonostante turni massacranti, nonostante la consapevolezza di stare combattendo una guerra avendo a disposizione poche armi. Sono eroi dei nostri giorni, che con spirito di abnegazione, sacrificano sé stessi per proteggere il bene comune, come quei partigiani e quei giovani pieni di ideali che 75 anni fa combatterono per un Italia libera». Quindi il sindaco Calamai ha voluto ricordare quegli uomini e quelle donne che combatterono per un Italia libera e che oggi, dai letti degli ospedali, delle Rsa, sono chiamati a lottare contro un nuovo nemico:« La generazione nata negli anni Trenta e Quaranta del Novecento è la più colpita dall'immensa strage del Coronavirus, che nel nostro Paese ha già fatto oltre 20 mila morti». E dunque Calamai anche da Montemurlo ha voluto lanciare la richiesta di una Giornata di Memoria nazionale in cui ricordare gli anziani, i medici, gli infermieri, i farmacisti, i preti, i volontari delle associazioni di soccorso e tutti quei cittadini morti a causa del virus.« Ricordare è necessario per impedire che si perda il ricordo di queste vite. Ogni giorno muoiono nostri concittadini a cui è negato l'ultimo conforto dei propri familiari, a cui è negato il diritto al commiato». Poi il pensiero del sindaco corre ad Angelo Grazzini ed Alfredo Gallorini, i due montemurlesi morti di Coronavirus, a tutti quei concittadini che stanno lottando contro la malattia, alle loro famiglie e ai volontari della protezione civile e delle associazioni locali che stanno loro vicini.
Il sindaco nel suo discorso poi ha parlato della ripartenza, del sostegno a tutte quelle famiglie, alle imprese, ai lavoratori che stanno pagando a caro prezzo le conseguenze dell'emergenza sanitaria.« La sfida più grande che dobbiamo affrontare è forse rappresentata dalla necessità di riaprire conciliando salute e diritto al lavoro: una battaglia che non possiamo perdere» e quindi il primo cittadino di Montemurlo fa riferimento alla politica, alla necessità di lavorare uniti per il bene del Paese:« Dovremo ripartire come nel Secondo Dopo Guerra con coraggio e impegno. In questo scenario l'Unione Europea è chiamata alla svolta decisiva, che la separa dalla dissoluzione o dalla possibilità di restare, pur nella tempesta, spazio reale di democrazia e solidarietà. Un'Europa veramente unita, capace di essere sostegno e riferimento per i cittadini e le imprese». Le parole del sindaco Calamai si chiudono con un riferimento “alla libertà importante come l'aria”, come diceva Piero Calamandrei nel suo famoso discorso agli studenti milanesi: «la libertà è come l'aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent'anni...». Quella stessa terribile mancanza d'aria causata dal Coronavirus, che ci chiude in casa, che ci limita nei nostri spostamenti e nelle nostre attività. «Verrà la Liberazione, torneranno gli abbbracci, perchè oggi come 75 anni fa, nonostante tutto, sento un'aria piena di coraggio che soffia implacabile per le nostre strade. L'aria di chi vuol tornare a respirare e a vivere. Quella stessa aria di libertà che respirarono a pieni polmoni quegli italiani finalmente liberi verso una "nuova primavera» conclude il sindaco Calamai. E da una piazza della Liberà vuota e silenziosa si alza fiero il suono dell'inno di Mameli.
Liberazione a Pisa, l'intervento del sindaco Conti
Come tutti sanno, in queste settimane le cerimonie religiose e quelle civili sono state sospese per evitare al massimo le occasioni di contagio dal Coronavirus.
Ma abbiamo, tuttavia, ritenuto opportuno non mancare all’appuntamento della deposizione della corona d’alloro e celebrare questa ricorrenza nel modo più responsabile possibile, tenendo conto delle circolari del Ministero dell’Interno che autorizzano cerimonie compatibili con la situazione emergenziale
Per questo ci ritroviamo solo in pochi in questa piazza a celebrare il 25 Aprile che per l’Italia sancì la fine delle sofferenze inferte dalla guerra, la fine della dittatura e l’avvio verso la Repubblica.
Tante volte si è discusso del valore e dell’importanza di questa giornata nel “calendario civile” del Paese. Per anni questa data è stata motivo di scontro e divisioni.
Ora, dopo 75 anni da quei fatti, credo sia giunto il tempo per affrontare una riflessione pacata, condivisa e non conflittuale, affinché i valori di libertà e democrazia che contiene questa giornata possano essere sempre più condivisi da tutti gli italiani.
Molti osservatori nel descrivere il periodo che stiamo vivendo hanno parlato di “guerra”, perché simile alla guerra è la paura che ci costringe a combattere contro un nemico che
causa morte, lutti e disperazione. Si è citato la “prima linea”, rappresentata dalle istituzioni sanitarie, ospedali in primo luogo, che hanno accolto migliaia di persone colpite da questo virus letale; e si è parlato giustamente di “eroi” a proposito dei tanti medici, infermieri e personale sanitario a tutti i livelli che ha lottato per salvare uomini e donne al rischio della vita propria e dei propri cari.
Voglio cogliere questa occasione per ringraziarli tutti e dimostrare l’affetto e la vicinanza della comunità di Pisa verso il personale dell’ospedale di Cisanello, i medici di base, il personale paramedico e infermieristico e tutti quanti si sono prodigati per la nostra salute, salvando in molti casi vite umane e evitando a tante famiglie inutili lutti. Un pensiero pieno di vicinanza e di cordoglio alle famiglie che hanno perso i propri cari in queste settimane. Così come voglio che arrivi un saluto a tutte le persone che ancora oggi stanno lottando per sconfiggere questa malattia, a loro va l’augurio di trovare le forze e lo spirito giusto per superare questi momenti difficile.
È una situazione quella che stiamo vivendo inedita e certo non aspettata. La nostra generazione e quelle precedenti ci credevamo immuni dalla guerra per come l’avevano conosciuta i nostri padri e i nostri nonni e per come l’avevamo studiata nei libri di storia.
Tuttavia, quella della “guerra” è una metafora che ha un suo senso e che può aiutarci a capire meglio, come dicevo, anche la ricorrenza che stiamo celebrando oggi.
Se veramente - ora come allora – siamo in guerra, è il momento di trovare i punti di unione piuttosto che le divisioni. E questo è un compito che spetta in primo luogo alle
forze politiche - a tutte le forze politiche - alle associazioni, al mondo della cultura e alla società civile.
Alle istituzioni spetta il compito di rappresentare la Repubblica e celebrare ogni ricorrenza ufficiale, ma questo da solo non basta. Non è bastato in questo lungo dopoguerra che ha garantito al popolo italiano libertà, sviluppo e democrazia e non può bastare nemmeno quando sarà finita questa “guerra” con il nemico invisibile quando, finalmente, ognuno di noi potrà riprendere in mano la propria vita.
C’è bisogno, dunque, di una riflessione ancora più approfondita e mi auguro che, chiusi nelle nostre case, con le attività ferme e una vita sociale forzatamente impedita, si possa fare ordine sui valori, principi e le priorità che per il futuro potranno definire le nostre vite individuali e collettive.
Lo sguardo al passato deve essere occasione per abbandonare la retorica, le strumentalizzazioni, le divisioni.
Qualcuno, lo scorso anno, pose l’accento sul fatto che il 25 aprile fosse stato dedicato alla figura di Italo Bargagna, primo Sindaco di Pisa dopo la Liberazione: allora rimarcai le doti dell’uomo che fu prima uomo delle Istituzioni e poi uomo di parte, tutto dedicato alla ricostruzione della città uscita distrutta dalla guerra. E’ così che interpreto, oggi, il mio ruolo da Sindaco di Pisa.
Spesso, in questi giorni difficili, sono tornato con la mente alla sua figura e ho ripensato ai grandi sforzi profusi nel Dopoguerra. Anche grazie a lui e a uomini come lui, da
qualunque schieramento provenissero, fu possibile ricostruire la città e l’Italia, sebbene all’epoca fossero forti e marcate le divisioni politiche e ancora laceranti le ferite. Ma con l’esempio e il senso dello Stato quegli uomini e quelle donne seppero dare nuova vita alla città.
Oggi come allora, di fronte a un periodo altrettanto incerto e difficile, dobbiamo tutti trovare le energie e le forze per la ricostruzione e limitare al massimo le ragioni di divisione.
La nostra città deve sollevarsi il più rapidamente possibile da questa dura crisi e per farlo ha bisogno delle energie e delle intelligenze di tutti. La storia di Bargagna e di quella generazione insegna che invece si può ricominciare da subito.
Sono sicuro che questo insegnamento e questa giornata di celebrazione della nostra storia non saranno state vane se sapremo remare tutti nella stessa direzione, avendo come punto di riferimento la nostra Costituzione Repubblicana.
Le foto della cerimonia a Montaione
Di seguito le foto della celebrazione del 25 aprile a Montaione.
25 Aprile, le celebrazioni a Bagno a Ripoli per il 75° anniversario della Liberazione
Si è svolta stamani in forma ristretta causa emergenza Covid-19 la cerimonia commemorativa in occasione del 75°anniversario della Liberazione. Alle 10.30 la deposizione delle corone ai cippi del territorio. Alla Porta della Memoria, nella frazione capoluogo, presenti il sindaco Francesco Casini e il presidente di Anpi Bagno a Ripoli Luigi Remaschi, al cippo "Doriano Galli" di Grassina e a quello al giardino della Resistenza all'Antella presenti rispettivamente il vicesindaco Paolo Frezzi e il presidente del Consiglio comunale Francesco Conti insieme ai rappresentanti di Anpi. Il sindaco Casini e il presidente Remaschi hanno poi affidato ai social network, attraverso il profilo Facebook del Comune, un breve intervento.
"Abbiamo voluto con forza festeggiare questo anniversario, anche se quest'anno non è possibile farlo insieme. Siamo chiamati a una Resistenza nuova in questo difficile momento di emergenza sanitaria. Se non è paragonabile a quella dei Partigiani, sfida comunque il nostro senso civico, i valori della nostra comunità e ci invita a una riflessione sul futuro. Dalla Resistenza nacquero la Liberazione, la Costituzione e il futuro democratico che noi abbiamo la fortuna di aver sempre conosciuto. L’auspicio, in questo periodo in cui anche noi, anche se in un modo diverso, combattiamo contro un nemico, è che i sacrifici e l'impegno a cui siamo chiamati oggi sortiscano gli stessi effetti positivi, vitali, di ricostruzione e rinascita per la nostra comunità. Buon 25 Aprile a tutte e a tutti!", ha affermato il sindaco Casini.
"Oggi – ha affermato il presidente Remaschi - ricordiamo chi lasciò la propria vita e la propria sicurezza, per combattere una lotta impari contro il regime nazi-fascista. Donne e uomini che con coraggio, generosità e altruismo, dettero loro stessi per rispondere al bisogno di pace, giustizia, uguaglianza, per sentirsi parte di una collettività. Questo spirito, questa speranza, questa resilienza è ciò che oggi dobbiamo recuperare come una staffetta, anche per uscire da questo difficile momento che ci coinvolge. Buon 25 aprile, tutti i 365 giorni dell'anno!”.
"Il valore della memoria" 25 aprile a Santa Maria a Monte
"Quante volte, incontrandoci per celebrare il XXV Aprile, ci siamo soffermati su quanto fosse importante il valore della memoria, specie quando, come in questo caso, gli avvenimenti ricordati portano con loro il carico di pagine straordinarie fatte di sacrificio in termini di vite umane, di eroismo e ideali, che non possono essere rimosse.
Tuttavia, in questo contesto di emergenza da Coronavirus, con le commemorazioni svolte “a ranghi ridotti”, potremmo essere indotti a pensare che anche la memoria sia soggetta a subire un ridimensionamento, fino, magari, a considerarla una memoria “mutilata”.
Faremmo un grave errore. Perché il “non dimenticare” non è solamente una semplice esigenza, bensì un dovere inderogabile, ancor più quando il contesto richiama a situazioni emergenziali, come quelle vissute in queste difficili settimane.
Anzi, il fare memoria della Liberazione dell'Italia dai venti anni di dittatura fascista, che giunge in questo 2020 al suo 75° anniversario, unita alla celebrazione del ritorno dell'Italia alla libertà dopo le oppressioni e le persecuzioni di un nemico “padrone” in casa altrui, si carica, in questo particolare frangente che stiamo vivendo, di significati ulteriori, e aimè attuali, che devono farci riflettere.
In molteplici occasioni ci è capitato di sentir equiparare il Covid alla guerra, con la non sottile differenza che in quest'ultima ci si difendeva da un nemico visibile e pericoloso fatto di aerei, soldati che parlavano una lingua diversa, bombe, fucili, fame; oggi, invece, abbiamo a che fare con un nemico “invisibile” ma altrettanto pericoloso, di cui ancora purtroppo sappiamo molto poco, sgusciante, subdolo, che ci porta a diffidare l'uno dell'altro, costretti ad usare mascherine che ci tolgono il sorriso, obbligati a sottostare ad un distanziamento sociale che inevitabilmente induce a “raffreddare” i nostri rapporti.
E allora, questa inaspettata similitudine, sulla quale mai avremmo voluto fare i conti, non fa altro che farci capire quanto la temporanea sospensione delle libertà, coniugata all'inevitabile cambiamento delle nostre abitudini, ci faccia essere emotivamente “vicini” a quelle che dovevano essere, per altri motivi, le preoccupazioni dei nostri padri, angosciati per un futuro che vedevano a dir poco incerto.
L'auspicio, perciò, è anzitutto di rivivere ed essere protagonisti, come nel 1945, di una “nuova liberazione”: liberi e non più schiacciati da questo nemico che ha letteralmente rivoltato le nostre esistenze. Sia per noi di stimolo, davvero, l'esempio che ci viene dagli anni immediatamente successivi alla Liberazione, contraddistinti da quel miracolo economico che dette nuova linfa alla ricostruzione del paese. Una ricostruzione, quella di ieri, fatta di macerie, di sviluppo edilizio e di progresso industriale. La ricostruzione odierna, invece, si troverà di fronte tutt'altro tipo di macerie che potranno essere ricomposte solo nella misura in cui questo Virus avrà saputo renderci più uniti e coesi.
E allora si, una volta superati i dolori di questa “guerra”, potremo fare nostre le spensierate parole di Arturo Carlo Jemolo che nel dopoguerra scrisse su “La Stampa”: L'aria pareva più pura, persino la natura più bella; quanta fiducia negli uomini, quanta speranza che fosse sorta l'era degli uomini di buona volontà." scrive il sindaco Parrella.
“CiaoBellaCiao” il 25 aprile a Chianciano Terme
Il video è stato è nato dalla collaborazione tra l'Istituto Musicale "Bonaventura Somma"a.p.s. di Chianciano il Gruppo Corale Chiancianese e LST-Teatro con il patrocinio del Comune di Chianciano Terme
(Chianciano Terme) – Tante collaborazioni per celebrare quest’anno la Festa Nazionale della Repubblica Italiana il 25 aprile, Anniversario della Liberazione e per realizzare, in questo momento in cui le manifestazioni pubbliche non sono possibili, il video “CiaBellaCiao”. Il video inserito su You Tube è possibile vederlo il 25 aprile a partire dalle ore 11.30 a questo link: https://youtu.be/Ms5QxiLZvIM
L'Istituto Musicale "Bonaventura Somma"a.p.s. di Chianciano Terme in occasione del 25 aprile 2020
"Festa della Liberazione" in collaborazione con il Gruppo Corale Chiancianese e LST-Teatro hanno realizzato il video “CiaoBellaCiao”, strumentazione e arrangiamento di Paolo Scatena, testo letto da Gianni Poliziani, Manfredi Rutelli e Alessandro Waldergan, missaggio audio e montaggio video di Paolo Scatena. Al progetto “CioBellaCiao” hanno partecipato la Banda dell'Istituto Musicale "Bonaventura Somma" di Chianciano Terme, diretta da Paolo Scatena, il Coro di Voci Bianche dell'Istituto Musicale "Bonaventura Somma" di Chianciano Terme, diretto da Chiara Franceschelli e il Gruppo Corale Chiancianese, diretto da Luca Morgantini. Il progetto è stato patrocinato dal Comune di Chianciano Terme, ANPI sezione di Chianciano Terme e Banca Centro Credito Cooperativo Toscana - Umbria.
Paolo Scatena in merito al progetto spiega come è nato “CiaoBellaCiao”: “Tutto nasce da una mia necessità, cioè quella, in questo periodo di quarantena, di far ritrovare tra loro i componenti della banda musicale che dirigo da quasi 25 anni. Prendendo ispirazione dai video che sono ‘spuntati’ in questo periodo, ho proposto al Presidente, al Direttore della Scuola di Musica e al Capobanda dell’Istituto Musicale Bonaventura Somma, di farne uno anche noi, per cercare di ritrovarsi anche se in maniera virtuale – afferma Paolo Scatena.
“Andrea, il Capobanda, ha suggerito di suonare ‘Bella Ciao’ – prosegue Scatena - e di pubblicare il video il 25 aprile, al posto della storica sfilata lungo tutto il paese che quest’anno, per i noti motivi, non potremo fare”. “Di seguito, allora – prosegue Scatena -, viene proposto da Luca, il Direttore della Scuola, di far cantare ‘Bella Ciao’ alla Corale Chiancianese che dirige e Luciano Pucello, il Presidente dell’Istituto Bonaventura Somma, propone di inserire anche il neonato ‘Coro di voci bianche’ che avrebbe dovuto fare la sua prima esibizione per i saggi di fine anno. Io, infine, suggerisco di inserire anche una lettura come introduzione alla canzone, con la collaborazione della compagnia teatrale LST Teatro di cui faccio parte” – continua Scatena.
“Mi sono messo subito al lavoro e ho scritto un'introduzione alla canzone che sarebbe servita come sottofondo alla lettura e arrangio ‘Bella ciao’ e, inoltrati i video tutorial per spiegare a tutti come fare le riprese video e audio e le parti in pdf per la banda, è iniziata l’avventura - continua Scatena”. “Da principio ho avuto timore che in pochi aderissero, non è facile registrare e registrarsi da soli e soprattutto non è facile ascoltare se stessi e, invece, alla fine, mi sono ritrovato con più di 70 video su cui lavorare” - precisa ancora Paolo Scatena.
“Nel frattempo la locale Sezione dell’ANPI ha deciso di appoggiare la nostra idea e lo stesso Comune di Chianciano Terme ha aderito con entusiasmo decidendo di pubblicizzare l'iniziativa sui cartelloni tra i festeggiamenti ufficiali e questo punto non mi restava che procedere: importazione, sincronizzazione e missaggio degli oltre 70 audio e importazione, sincronizzazione e montaggio degli altrettanti video; quello che vedrete è il risultato, magari musicalmente non perfetto, ma sicuramente fatto con il cuore e l’anima da tutti noi – conclude Paolo Scatena augurando buon ascolto e buona visione.
A Pistoia il sindaco Tomasi depone corona a caduti e ricorda partigiano Silvano Fedi 'cittadino illustre'
"A tutti noi, che oggi combattiamo contro un nemico invisibile, rivolgo l'augurio e l'invito di riuscire a trovare lo spirito e la forza che 75 anni fa animarono le donne e gli uomini che hanno ricostruito il nostro Paese dalle macerie lasciate dalla guerra". Così il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, che stamani insieme al vicepresidente dell'Anpi di Pistoia Renzo Corsini, con una cerimonia in forma privata, ha deposto una corona di alloro al monumento ai Caduti in piazza della Resistenza. "Mi preme inoltre ricordare che questo 25 aprile ricorre un doppio anniversario: i 75 anni dalla Liberazione e i 100 anni dalla nascita del partigiano Silvano Fedi. A lui sono dedicate una via, una piscina, un' associazione sportiva, una scuola, un cippo commemorativo. Presto, a seguito dell'approvazione di una mozione in consiglio comunale, gli sarà riconosciuta la cittadinanza illustre e le sue spoglie saranno trasferite al cimitero comunale".
Liberazione, le cerimonie in Versilia
Il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro, questa mattina, ha deposto una corona al monumento ai caduti in via Garibaldi in occasione delle celebrazioni per la Liberazione. A Pietrasanta il primo cittadino Alberto Giovannetti, insieme al senatore Massimo Mallegni, hanno deposto una corona ai caduti.Cerimonie anche a Forte dei Marmi dove il sindaco Bruno Murzi, insieme con il comandante della polizia municipale, il presidente del consiglio comunale e un rappresentante dell'Anpi, hanno deposto corone di fiori ai monumenti ai caduti.
Tambellini: “Ritroviamo le energie che 75 anni fa fecero risorgere l’Italia da un cumulo di macerie”
È un 25 aprile unico nella storia della nostra Repubblica, perché per motivi molto differenti da quelli che segnarono la storia italiana nella seconda guerra mondiale, anche oggi stiamo vivendo da settimane privati della nostra libertà. L’epidemia di coronavirus ci ha costretti a rimanere con le nostre coscienze e con le nostre paure, privati dell’abbraccio dei nostri amici e familiari, separati dagli affetti più cari. Il mio pensiero va alle tante italiane e italiani che in queste settimane hanno dovuto combattere la malattia in solitudine, senza una carezza, senza un bacio, senza sentire la mano stretta da quella della persona amata. Il mio pensiero corre alle persone che sono morte sole, a quelle il cui corpo esanime non è stato reclamato da nessuno oppure è finito, come è capitato in molti paesi stranieri, in sepolture comuni. Penso ai medici e agli infermieri che si sono infettati svolgendo il proprio lavoro.
Stiamo imparando a dare nuovamente il giusto significato e valore a qualcosa che ritenevamo scontato e gratuito: la libertà. Una libertà che abbiamo scambiato troppo spesso con il senso di assenza limiti, sicuri di potere ottenere tutto e subito; o peggio l’abbiamo confusa con l’esaltazione dell’individualismo in un mondo sempre più solcato da grandi differenze. Questo il 25 aprile così difficile è l’occasione per rinnovare i principi autentici della libertà e ritrovare le energie che 75 anni fa fecero risorgere il nostro Paese da un cumulo di macerie.
Quello che siamo oggi lo dobbiamo a una guerra terribile, la seconda guerra mondiale, i cui morti silenziosi e spesso dimenticati cerchiamo di onorare, perché possano avere una nuova vita nella nostra memoria collettiva. Con il 25 aprile ci siamo lasciati alle spalle l’esperienza disumana di un regime totalitario fatta di leggi razziali, di guerre coloniali, di violenza nei confronti di chi la pensava diversamente. Non sono mancati omicidi di cittadini italiani esuli all’estero, come i fratelli Rosselli. La politica aggressiva verso gli altri popoli ci spinse all’alleanza con la Germania Nazista al cui seguito abbiamo dato origine a una guerra di conquista che trascinò l’Italia nel baratro della distruzione.
La Resistenza ha permesso all’Italia di poter uscire da quell’abisso, di poter decidere il suo futuro attraverso elezioni libere. La nuova Costituzione ci ha consentito di sedere nel consesso delle nazioni più avanzate sul versante dei diritti civili e dell’organizzazione democratica, la forza non è più stata il criterio per determinare la vita politica. Siamo italiani non solo perché abitiamo la stessa penisola e parliamo una lingua. Siamo italiani perché dal 25 aprile del 1945 abbiamo deciso di fare parte delle nazioni civili e libere, abbiamo stabilito che era possibile vivere in pace a fianco degli altri popoli europei; perché siamo stati capaci di rimettere in piedi il Paese guardandoci in faccia fra avversari ma collaborando per ricostituire una società in precedenza dilaniata. Il 25 aprile ha permesso a tutti - perfino a chi prima negava la libertà - di potersi esprimere.
Nell’ansia e nell’incertezza di un’Italia segnata oggi dal dolore, dal blocco delle attività, dai danni economici e sociali che stanno toccando e toccheranno tanti, possiamo guardare alla Resistenza e alla ricostruzione del secondo dopoguerra come a un solido esempio per tornare a alla pienezza della vita, per ricostituire attraverso la solidarietà e l’unità quel filo d’oro invisibile che ancora oggi ci tiene idealmente assieme e che ci consente nella maniera più profonda di essere comunità.
Le celebrazioni a Empoli, Mantellassi: «Il grazie di Empoli a chi ha lottato per la nostra libertà»
La 75a Festa della Liberazione si è svolta questa mattina, sabato 25 aprile, a Empoli con il classico programma: messa in suffragio dei caduti nella Collegiata di Sant'Andrea e poi la deposizione delle corone.
Il solito programma, ma certamente un 25 Aprile molto diverso.
Senza gente, senza tutti rappresentanti istituzionali, senza le associazioni. Per il Comune di Empoli era presente il presidente del Consiglio Comunale, Alessio Mantellassi, il presidente dell'Anpi di Empoli, Roberto Franchini, e il Proposto della città, Don Guido Engels.
Solo loro hanno preso parte alla manifestazione dopo la santa messa officiata dallo stesso proposto.
Non è stata una festa in corteo, con bandiere, striscioni e canti nelle strade della città come ogni anno accade; nessuna piazza gremita, nessun assembramento per evitare possibilità di contagio.
Dopo la funzione religiosa brevi cortei a piedi per raggiungere la statua di Piazza della Vittoria, quindi Piazza XXIV luglio e poi il cippo in ricordo dei 29 assassinati con fucilazione dai nazifascisti. A seguire Mantellassi, che ha anche la delega in materia di Cultura della Memoria e Partecipazione, sempre con Franchini e Don Engels, si sono spostati a Santa Maria in Piazza del Convento, dove il monumento in memoria dei due partigiani, Rina Chiarini e Remo Scappini, è divenuto una nuova tappa del 25 aprile, concludendo a Sant’Andrea - Fontanella al Cippo Ricordo, lungo la SR 429.
«Stamani con Roberto Franchini presidente ANPI, ho partecipato alla messa celebrata da Don Guido Engels e poi ho portato il grazie di Empoli a chi ha lottato per la nostra libertà. Uno strano 25aprile – ha detto Alessio Mantellassi – senza il corteo della mattina, senza i tradizionali pranzi e senza la festa a Serravalle. D'altronde questi sono giorni complessi. Bello vedere però alla finestra persone attendere la deposizione di un fiore. Grazie al cittadino di Santa Maria che ci ha accolto suonando l'inno dalla finestra e ai cittadini di Fontanella che dalle proprie case hanno cantato ‘Bella ciao’. Il mio auspicio è che questa sia la festa di tutti gli italiani, democratici e repubblicani. Viva il 25 aprile! Viva la libertà!».
Infine, in questa giornata, l’Anpi Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, quest’anno ha promosso la campagna #bellaciaoinognicasa, la canzone partigiana divenuta un classico in questa festa. I cittadini empolesi si sono riuniti sui balconi delle proprie case, affacciandosi alle finestre e alle 15 in punto cantando la canzone che parla della Libertà Nazionale e che appartiene a tutti gli italiani.
Le celebrazioni a Chianciano terme
Questa mattina si è svolta la Celebrazione del 25 aprile 2020 - la Festa della Liberazione. L’Amministrazione Comunale a causa dell’emergenza sanitaria in corso, ha sospeso il tradizionale corteo. Tuttavia, nell’esprimere la propria vicinanza a tutta la popolazione, il Sindaco Andrea Marchetti e Gianpiero Giglioni, il Presidente della locale sezione dell’ ANPI, hanno deposto le corone d’alloro nei consueti luoghi della memoria storica cittadina:
Palazzo Comunale – Via Antonio Casini
Monumento ai Caduti presso i Giardini pubblici “Bonaventura Somma” – Viale Dante
Piazza Martiri Perugini
Via Giulio Roncacci
Via Demetrio Mencattelli
Inoltre hanno registrato tutti i momenti celebrativi che sono stati inseriti nel canale You-Tube del Comune di Chianciano Terme e noi li riproponiamo con i prossimi post.
Fucecchio, il sindaco Spinelli ricorda la Liberazione
Un 25 aprile diverso da tutti gli altri. Senza la festa vera e propria, senza i cittadini che scendono in piazza. I limiti imposti dalla diffusione del Coronavirus però non hanno impedito al sindaco di Fucecchio, Alessio Spinelli, di abbracciare idealmente tutti i suoi concittadini per ricordare insieme la Festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, in occasione del 75° anniversario.
Lo ha fatto grazie alla realizzazione di un video che questa mattina ha diffuso sulle pagine social e nel quale mostra il momento della deposizione della corona in Piazza XX Settembre, di fronte al monumento ai caduti, e la sua visita a tutti i luoghi della memoria sparsi sul territorio. Insieme a lui c’erano il presidente dell’Anpi di Fucecchio, Giovanni Cartolano, e l’arciprete della Collegiata di San Giovanni Battista, Don Andrea Pio Cristiani.
“Quest’anno è un 25 aprile diverso dagli altri – ha detto Spinelli - perché non possiamo festeggiarlo insieme ma carico degli stessi valori che ci sono stati tramandati dalla Resistenza e dalla Costituzione Italiana: quelli della libertà, del rispetto dei diritti umani, della pace. Fucecchio sa quali atrocità portarono la dittatura fascista, l’occupazione nazista e la guerra. Il nostro territorio è disseminato di cippi, lapidi, croci che ricordano i nostri Martiri. Per questo motivo la Festa della Liberazione è la più importante: ci ricorda la nostra rinascita, il ritorno alla libertà, ai diritti, all’uguaglianza tra tutti i cittadini. In questo 25 aprile difficile, nel quale ognuno di noi ha perso una piccola parte della propria libertà per combattere una pandemia che ci sta mettendo a dura prova, ci rendiamo conto ancor di più di quanto sia importante la Liberazione. E quindi rendiamo omaggio ai valori della Resistenza che i nostri partigiani e i Comitati di Liberazione Nazionale ci hanno lasciato in dono e continuiamo a tramandarli ai nostri ragazzi. Mi ritrovo qui con Don Andrea e con Giovanni Cartolano, apparentemente soli ma idealmente insieme a tutta la Comunità che in questo giorno festeggia insieme a noi”.
“Eccoci in condizioni da reclusi per la nostra e altrui salute a celebrare il 75° anniversario della Liberazione dall'orrore nazifascista – ha aggiunto Don Andrea Cristiani - una festa anomala per lo più vissuta attraverso i social ma ricca di novità e di speranza. Il desiderio della prossima libertà dalle restrizioni, a cui siamo stati costretti dal governo, ci fa capire che cosa non fosse questo giorno per i nostri padri nelle case colpite dai lutti come oggi, molto più di oggi. La storia ha i suoi faticosi e lenti processi evolutivi, con dolore talvolta ma necessari per purificare la memoria. Oggi l'Italia democratica è unita nei valori universali dalla pace, della libertà della tolleranza sanciti dalla nostra Costituzione. Rende omaggio a coloro che hanno dato la vita per costruire una civiltà libera e accogliente. Celebriamo questa festa come requiem per le ideologie del passato delle quali mai la storia conoscerà l’oceano di sofferenze e il numero delle vittime. Cancelliamo dalle menti rancori, risentimenti e deliranti nostalgie. Mi pongo a fianco del nostro sindaco Alessio in nome di tutti coloro che credono in un Dio di Amore che ci vuole tutti fratelli”.
“Questo è un giorno particolare – ha aggiunto Giovanni Cartolano – perché 75 anni fa un popolo di cittadini, di operai, di contadini, per la maggior parte analfabeti, liberarono l’Italia. Questo 25 aprile ricorre in un periodo molto difficile per l’Italia e per il mondo intero. Fino a qualche giorno fa non sapevamo neppure se avremmo potuto festeggiare degnamente questo anniversario e in quel momento il mio pensiero è andato a tutte quelle partigiane e quei partigiani che ho conosciuto: temevo di non potergli rendere omaggio come meritano, svolgendo il mio ruolo di presidente dell’Anpi di Fucecchio. Sono felice di essere qui oggi per ringraziarli ancora una volta per il loro sacrificio e per il dono che ci hanno lasciato: la Costituzione della Repubblica Italiana, la cosa più bella di questo paese”.
Il video della cerimonia da Montespertoli
Il sindaco di Montespertoli ha deposto una corona di fiori per i caduti per celebrare la Liberazione. Il Comune ha postato un video della breve celebrazione avvenuta in forma ristretta a causa dell'emergenza Covid-19. Sul profilo facebook del Comune si è invitato ad esporre la bandiera dell'Italia e a cantare alle 15 'Bella Ciao' dai balconi. Inoltre sono stati realizzati dei video per celebrare la Liberazione che sono anch'essi visualizzabili sulla pagine del Comune.
Castelfiorentino, la cerimonia in diretta social
Il sindaco di Castelfiorentino Alessio Falorni ha celebrato il Giorno della Liberazione con una serie di tappe in giro per il territorio e terminata al suono di 'Bella Ciao'. È stata realizzata una diretta facebook durante tutte le tappe della cerimonia che potete riguardare qui.
Vinci, il videomessaggio del sindaco Torchia
"Il 25 aprile rappresenta una data spartiacque nella storia del nostro paese. Segna la fine del periodo più buio e drammatico del 900 italiano, ma segna anche l'inizio di una nuova fase che ci poterà alla democrazia, libertà e costituzione. Il 25 aprile è anche legato a due date della storia italiana. Il primo è il 2 giugno 1946, quando ci furono le libere elezioni e il referendum istituzionale, appena un anno e due mesi dopo la liberazione; questo fu possibile grazie alla resistenza armata e la liberazione dall'occupazione nazifascista. Senza la resistenza non ci sarebbe stato il 25 aprile e anche il 2 giugno 1946. Poi c'è un'altra data che è il 1 gennaio 1948 quando entrò in vigore la costituzione. Quella costituzione che ancora oggi regola la vita democratica del nostro paese e che all'Art.2 recita: "Lla Repubblica italiana riconosce i diritti inviolabili dell'uomo", quei diritti che prima del 25 aprile erano negati. Forse le nuove generazioni solo ora si accorgono del valore di quei diritti, oggi che per l'emergenza sanitaria quei diritti sono limitati e compressi", queste le parole del sindaco Giuseppe Torchia affidate ad un videomessaggio sulla pagina facebook del Comune dove sotot le note della interpretazione dei Modena City Rambers di Bella Ciao si mostrano le fotografie ai Partigiani scattate da Paolo Scali per la mostra "Nome di Battaglia" dell'Anpi sezione di Vinci. Il sindaco ha deposto dei fiori in onore dei caduti nella Liberazione.
Vinci, il sindaco Rossetti: " Sul 25 aprile nessuna discussione"
La celebrazione del 75° anniversario della Festa nazionale della Liberazione a Cerreto Guidi, si è svolta in modo diverso, senza la partecipazione pubblica, per la necessità di osservare il distanziamento sociale e nel rispetto delle limitazioni agli spostamenti.
La sola eccezione è stata la presenza di un esponente dell’ANPI e di un rappresentante per ciascuna associazione. Il Sindaco Simona Rossetti, con una sobria cerimonia, ha deposto delle corone d' alloro, mentre risuonavano le note dell’Inno di Mameli e di “Bella ciao”.
“Noi possiamo avere qualsiasi idea su uno Stato democratico, discutere e confrontarci su tante cose con proposte differenti da fare per il proprio Paese- commenta il Sindaco Simona Rossetti- Sul 25 aprile questo non può invece accadere, perché è veramente la festa di tutti e se tutti noi possiamo oggi parlare liberamente e poter dire la nostra opinione è grazie a coloro che hanno combattuto per la libertà.
La Festa di Liberazione specie in un momento come questo, ci deve far sentire tutti liberi e garanti di questa libertà. Non è una festa di colore o di partito, è una festa degli italiani. E’la festa di chi a un certo punto, dopo anni di dittatura, di guerra e di atrocità ha deciso da che parte stare. E’grazie ai sacrifici di allora che oggi noi possiamo impegnarci nelle Istituzioni o comunque esprimerci liberamente. Impegniamoci insieme perché questa democrazia a volte data per scontata possa essere tutelata e portata avanti da tutti i nostri cittadini”.
Il video della cerimonia a Capraia e Limite
Di seguito alcuni momenti della celebrazione di stamani durante la deposizione delle corone d'alloro ai Monumenti ai caduti pubblicata sulla pagina facbook del Comune
Montelupo, le interviste per la Liberazione
Il Comune di Montelupo Fiorentino, in occasione del giorno della Liberazione, ha deciso di realizzare una serie di interviste a cittadini e non solo per parlare di Liberazione. Tutti hanno risposto a una domanda: "Perché il 25 aprile 75 anni dopo?”. Ecco le risposte:
A Certaldo un videomessaggio di pensieri e parole
Sulla pagina facebook del Comune di certaldo è stato postato un videomontaggio di pensieri e parole inviate dalle associazioni e dagli amministratori per fare memoria della Liberazione, con un invito a creare una società migliore dopo l'esperienza del Coronavirus, seguendo ancora quegli ideali di democrazia, uguaglianza, libertà.
San Miniato celebra la Liberazione
Un video con i momenti principali della cerimonia che si è svolta questa mattina a San Miniato, per il 75° anniversario della Liberazione
A Montopoli deposizione delle corone in memoria dei caduti
Anche Montopoli in val d'Arno ha celebrato il 25 aprile, l'Anniversario della Liberazione d'Italia. Sono state deposte le corone in memoria dei Caduti e sono intervenuti con un breve discorso il sindaco Giovanni Capecchi e Giorgio Parlanti, di ANPI Montopoli - San Miniato - Sez. "Serafino Soldani". Di seguito il video della cerimoni acon gli interventi.