La Liberazione raccontata dalla politica e dalla società civile
I partiti, le associazioni, le organizzazioni, i movimenti, la società civile, i singoli rappresentanti politici: i pensieri e i messaggi da ogni parte in questo 75esimo anniversario della Liberazione.
Profondo appare il significato di Liberazione, da non confondere con quello di libertà e con l'idea di commemorare i caduti di ogni guerra, anche quella silenziosa che si combatte contro il coronavirus, e in particolare di questo 75° anniversario.
Il 75° anniversario del 25 aprile nella nota di Anpi Pontedera
Carissimi Cittadine e Cittadini di Pontedera,
un 25 Aprile così particolare, non lo avevamo mai vissuto dalla fine della guerra.
Per la prima volta dopo 75 anni il corteo della Liberazione a Milano non si svolgerà così come non si svolgeranno le altre manifestazioni in tutte le città italiane.
Ma non per questo l'anniversario della NOSTRA LIBERAZIONE DAL FASCISMO non può e non si deve dimenticare oggi.
E’ vero, oggi le piazze resteranno vuote, ma pieni di speranza e di partecipazione ideale saranno le nostre menti perché i VALORI DELLA RESISTENZA HANNO SUPERATO UNA GUERRA CIVILE, MORTI, DISTRUZIONI e non possono essere messi in quarantena, non soffrono i distanziamenti sociali ma vivono perennemente nei cuori di ogni donna ed uomo democratico di questo paese.
E allora anche se oggi, facendo ciascuno la propria parte in maniera responsabile, restiamo a casa perché dobbiamo affrontare una drammatica e tragica crisi sanitaria che tanti lutti e dolori ha provocato e sconfiggere questo maledetto virus, nondimeno i nostri valori restano FORTI E VIVI perchè non temono questa tragica epidemia né il tempo li ha cancellati e MAI LI CANCELLERA’.
Sono i valori scritti nella nostra Costituzione nata dall'antifascismo: la democrazia, l’uguaglianza, la libertà, la solidarietà, la tutela e la dignità del lavoro.
Sono i valori indelebili scritti con un patto di sangue tra uomini liberi intorno a quel monumento che si chiama RESISTENZA.
Ebbene oggi più che MAI abbiamo bisogno di sentire quei valori come patrimonio collettivo e condiviso di una nazione che seppur, transitoriamente, ha sospeso le relazioni umane.
Oggi è il CORONAVIRUS ma un tempo non molto lontano quel distacco, quella cesura, quelle distanze tra gli uomini furono create dagli stessi uomini prima in Italia con il Fascismo, poi in Germania con il nazismo e successivamente ancora in altri Stati dove per molto tempo è stata sospesa la libertà ed annullata la dignità delle persone.
Pensavamo che anche quei virus fossero stati debellati; immaginavamo che la democrazia e i suoi valori, scritti nella Costituzione, fossero imperituri ed eterni ed invece non è così perché la democrazia così come quei valori, vanno fatti propri, vanno spiegati ma soprattutto vanno difesi ogni giorno da ciascuno di noi.
E questo è necessario farlo perché ancora oggi il fascismo non ha ammainato le sue bandiere sia in Europa che in Italia
In Europa dove sempre più forti sono i venti gelidi e portatori di valori antidemocratici delle piccole patrie, del PRIMA IO RISPETTO AGLI ALTRI, che si abbeverano alla sorgente del sovranismo e che si nutrono di razzismo, odio sociale, lotta contro l’ultimo ed il diverso perchè senza un NEMICO da combattere sarebbe in discussione la loro stessa esistenza. In Italia dove assistiamo quotidianamente ad episodi di violenza che si manifestano nelle nostre città, con il proliferare di organizzazione dichiaratamente neofasciste che aprono impunemente sedi nei nostri quartieri inquinandone il tessuto democratico in barba alla nostra Costituzione e alle altre leggi in materia, con l'uso di slogan che hanno rappresentato morte e guerra e con la profanazione dei simboli della nostra Repubblica e della nostra memoria collettiva.
Per queste ragioni oggi più che mai, nel rispetto doveroso delle leggi di questo Stato che noi rispetteremo sempre, SIAMO QUI perché quei rigurgiti oggi sempre più sguaiatamente presenti nel nostro paese siano contrastati e sconfitti, perché lo STATO DEMOCRATICO E REPUBBLICANO NON SI PIEGA.
Siamo qui per il doveroso riconoscimento al coraggio di chi ha eroicamente combattuto contro il fascismo ed è caduto in nome della libertà e della giustizia,
Siamo qui perché forte è la necessità di riaffermare con chiarezza e intransigenza, ogni giorno, i valori dell’antifascismo che sono a fondamento della nostra Repubblica e della nostra Costituzione, un prerequisito irrinunciabile della vita democratica del Paese.
Senza memoria non c’è futuro.
Sapere da dove veniamo è fondamentale per comprendere dove possiamo e dove vogliamo andare, per decidere verso quale direzione orientarsi, e per reggere virtuosamente al cambiamento bisogna avere chiaro da dove si viene, quali scelte sono state fatte in passato.
Lo scenario globale muta a velocità vorticosa, e mai come oggi la critica, la capacità di pensare ed agire in direzione di un altro mondo possibile diviene fondamentale.
In tal senso, la prospettiva storica è imprescindibile.
Scriveva giustamente Primo Levi: “Ricordate che quello che è stato, in futuro, con il sonno della ragione e la mancanza di memoria, potrebbe ripetersi e verificarsi nuovamente”.
E senza vaglio critico del passato, senza profondità storica, appunto, le conseguenze sono e sarebbero nefaste.
Oggi ogni tesi, anche se non argomentata, è ammessa nel dibattito pubblico. I concetti si svaporano. Le certezze si sfaldano. I valori si confondono.
Ecco che si può dire perfino che Mussolini ha fatto cose buone. Ecco che i fascisti rialzano la testa nel nostro Paese, e in tutta Europa e per il globo intero: xenofobia e razzismo sono pericolosamente usciti allo scoperto, a volte con nuovi linguaggi e nuove strategie, altre volte scimmiottando la retorica dei regimi totalitari novecenteschi.
Torniamo allora alla Storia. Che cosa è stato, e che cos’è oggi il fascismo?
Umberto Eco, ha parlato di un fascismo “eterno”, di un’abitudine culturale, di un insieme di istinti, di passioni e di idee che hanno una valenza meta-storica, quasi una categoria dello spirito, un modo di pensare e di sentire che è destinato a durare, a ripresentarsi sotto molteplici forme, e che richiede costantemente la nostra vigilanza democratica e antifascista.
Non ci sono dubbi, però, sulla sua matrice totalitaria sui caratteri dittatoriali e liberticidi del regime mussoliniano, nato in conseguenza di una spaventosa guerra mondiale, da una violenta reazione antiproletaria, sul cadavere di Matteotti e dei martiri della libertà, e dissoltosi poi in un secondo conflitto globale ancor più devastante, in un epilogo vergognoso e in un Paese distrutto e annichilito.
L’autobiografia di una nazione, per citare il Piero Gobetti del 1922, fragile, arretrata, immatura, sottomessa, impaurita.
Un Paese piegato, quindi, capace però di un pronto riscatto, grazie proprio alle partigiane e ai partigiani che hanno scelto di stare dalla parte giusta.
Che hanno combattuto, sofferto e vinto!!
Da loro sono nate la Repubblica e la Costituzione, FARO della nostra vita civile e sociale, che dobbiamo difendere, preservare e attuare nel modo più profondo e compiuto.
I valori della libertà, dell’uguaglianza -che tendiamo spesso a dimenticare in un mondo attraversato da enormi sperequazioni, dove una decina di individui possiede la stessa ricchezza di oltre la metà più povera del pianeta- i valori della giustizia sociale, della dignità e dell’umanità di tutte e tutti, nessuno escluso, devono essere al centro della nostra condotta quotidiana.
Non dovrebbe essere solo un’affermazione ma un impegno di vita concreto e costante.
Diceva Piero Calamandrei in un suo celebre discorso ai giovani pronunciato nel 1955: “La nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno, un lavoro da compiere”. E quanto lavoro, in effetti, abbiamo ancora da fare!
Ecco noi siamo fortunati perché abbiamo quel faro: la nostra Costituzione!!!
Ed è proprio la fedeltà ai principi fondamentali sanciti nella Carta costituzionale, è questa fedeltà che impone oggi l’opposizione ad ogni sorta di muro, ai porti chiusi, al razzismo, alla cattiveria dilagante, al rancore, all’odio in ogni sua forma contro l’ultimo, il diverso.
Che impone, ora e sempre, il rifiuto del fascismo, di ogni fascismo, quale che sia la sembianza che assume.
Occorre allora una vasta, ferma e profonda risposta in nome dell’antifascismo, appunto.
Certo, la risposta giuridica e della Magistratura non può bastare
Anche perché, accanto a un fascismo disvelato e sguaiato, si fa strada un post fascismo nazionalista più subdolo, caratterizzato da un fastidio crescente, in nome di una fantomatica disintermediazione, verso ogni forma di “mediazione” sociale e politica, appunto; da una evidente semplificazione dell’agire politico che porta con sé la crisi, per alcuni irreversibile, della democrazia rappresentativa.
Certi tratti essenziali propri dell’ideologia fascista trovano molto spazio nel dibattito pubblico e anche nel sentire comune: la paura della differenza, del diverso, la ricerca ossessiva di un nemico, il fastidio verso l’informazione libera, il rifiuto della critica, la devozione al capo. Occorre dunque una risposta convincente sul piano politico e sul piano culturale.
Bisogna ridare forza e slancio alla partecipazione democratica.
Occorre trovare soluzioni concrete al disagio e alla frustrazione del popolo soprattutto nei giorni a venire.
Risignificare il lessico politico della nostra epoca confusa.
Pensare a un nuovo umanesimo radicale e inclusivo, lontano dalle retoriche dello scontro di civiltà e dal monologo dell’Occidente, e capace di coniugare le diversità che esistono e costituiscono una ricchezza in un coro a più voci.
Per questo è così importante festeggiare il 25 aprile.
Non ammainare quella BANDIERA.
La “libertà e la liberazione da vecchi e nuovi fascismi sono un compito che non finisce mai”. Il nostro sforzo, la nostra lotta, devono continuare, sempre.
Proviamo a scrivere insieme, coinvolgendo le nuove generazioni, una diversa autobiografia della nazione. E continuiamo a cantare Bella ciao, l’inno di chi lotta e di chi resiste. E oggi lo canteremo ancora più forte.
E allora buona lotta e buona liberazione a tutte e a tutti noi!
Sinistra Italiana: il 25 Aprile, una giornata particolarmente cara a tutti noi.
Vogliamo esserci, come sempre ci siamo stati, anche se quest’anno potremo festeggiarlo solo da casa e non per le strade e sulle piazze insieme, in tanti.
Abbiamo sottoscritto e aderito convintamente all'appello della bella iniziativa #iorestolibero, lanciata sul sito 25aprile2020.it che vi invitiamo a firmare.
Staremo insieme nella piazza virtuale della Liberazione con l'obiettivo si essere 1.000.000.
Abbiamo risposto all’appello dell’Anpi, e per questo vi invitiamo alle ore 15 del 25 aprile a suonare, cantare, riprodurre dallo stereo Bella Ciao in ogni casa e da ogni finestra.
Oltre a questo, oggi serve a tutti noi una raccomandazione in piu’, una dose maggiore di coraggio.
Saranno le nostre voci a renderlo possibile da ogni finestra della città.
Sarà un 25 aprile diverso, speriamo lo sia per la consapevolezza conquistata anche il futuro che ci attende, ma toccherà a tutti noi pretenderlo.
Buon 25 aprile !
Flash mob virtuale del gruppo PD in Consiglio Comunale a Firenze
Il gruppo consiliare del Partito Democratico ha effettuato un flash mob virtuale questa mattinata accompagnando idealmente il sindaco Dario Nardella che alle 9,30 ha deposto una corona al monumento di piazza dell’Unità. I consiglieri hanno seguito la cerimonia al motto “Io resto libero”.
Gandola (FI): Liberazione sia festa di tutti
Oggi più che mai il 75esimo anniversario della liberazione d'Italia della essere la festa di tutti in questo tempo di pandemia. Così si esprime Paolo Gandola, consigliere metropolitano Forza Italia - centrodestra per il cambiamento. L'auspicio è che tutti i Comuni della città metropolitana si stringano intorno ai loro eroi, uomini comuni, nostri connazionali, che hanno permesso di scrivere un’altra storia. Una storia di liberazione dai soprusi e dal dominio delle dittature, incisa sulla nostra terra dalla forza di coloro che persero la vita per onorare il sogno di un Paese libero.
È doveroso, tuttavia, ricordare anche i soldati delle forze alleate, rivolgendo a tutti, nessuno escluso, una corale preghiera davanti ai luoghi simbolo dei nostri eroi. Solo così la festa della Liberazione sarà davvero la festa della concordia, la festa di tutti, senza differenza di sorta, essendo ognuno di noi intimamente ed orgogliosamente italiano e riconoscente verso tutti coloro resistettero e vinsero in nome della libertà. Oggi più di sempre forza Italia!
Il 25 aprile delle Comunità Montane
Ci saranno le intere comunità, tutti i cittadini, domani davanti ai Monumenti che ricordano i Caduti, la Storia del Paese, la Resistenza, la Liberazione, la Libertà riottenuta. Ci saranno centinaia di cittadini alle finestre, sui balconi, o anche davanti alle "dirette" sui computer e in tv che tante Associazioni hanno organizzato. Uncem si unisce ai Sindaci nei 4mila Comuni montani italiani. Si unisce a loro e rilancia l'importanza e la determinante resilienza dei territori in questa fase di emergenza sanitaria. Il 25 Aprile in questo "tempo sospeso" è, secondo Uncem, un giorno prezioso per guardare ai Valori e alla Storia del Paese. In modo nuovo. Non retorico ma autentico. Davanti ai Monumenti, in Piazza, sui balconi, seguendo gli eventi in tv e sui social, forti di una capacità di coesione e di "costruire futuro" che nei territori montani ha alimentato la Resistenza stessa e oggi la resilienza al virus, al distanziamento obbligatorio, alle criticità per le imprese e per le famiglie, anche alla crisi climatica. Comunità che resistono. Con un cammino - come in montagna sui sentieri - prezioso e determinante.
Buon 25 Aprile.
Rifondazione Serravalle ricorda il partigiano Fedi
Oggi è il 25 aprile, quest’anno è più importante del solito per la città di Pistoia. Nel lontano 1920, nasceva l’eroe partigiano Silvano Fedi, di idee libertarie, riuscì a creare un importante formazione partigiana. Morirà in circostanze mai chiarite in località Montechiaro a Casalguidi, comune di Serravalle. In sua memoria l’amministrazione comunale di Pistoia, ha accolto una mozione presentata dal PD, per la sepoltura perpetua e la qualifica di cittadino onorario. Il territorio del comune di Serravalle è stato dove oltre a essere avvenuto lo scontro e la morte, fu liberato dai compagni della formazione S.Fedi . Liberazione pagata a caro prezzo, con cinque partigiani morti (Enzo Capecchi, Vittorio Marchetti, Rolando Chiti, Florio Lenzi e Rolando Daubisse) e quattro civili, (Marianna Pagnini, Pacino e Romano Biagini ) . Ci saremo aspettati in onore dell’anniversario, almeno un ricordo dell’amministrazione Serravallina. Invece no, nonostante siano vicini ai due monumenti generici dei Caduti non solo i luoghi di ricordo di questi eventi, sono stati ignorati . Preferendo una cerimonia asettica e generica. Ci piange il cuore , pensando a quelle giovani vite, che grazie anche a loro, il nostro comune è stato liberato. Anche se non ci fidiamo dell’amministrazione Pistoiese , questa è sta molto più accorta di quella di Serravalle. Pultroppo a causa dell’emergenza sanitaria , per il momento non potremo fare nulla non mancheremo alle prossime ricorrenze. Riposa in pace Silvano e perdona loro, perché non sanno quello che fanno.
SPC: "Torneremo nelle piazze"
Palagi e Bundu: “A distanza ma non in silenzio. In delegazione nei luoghi della Resistenza e tanti video e flash mob telematici”:
“Il 25 aprile è la festa di tutte e tutti.
Noi lottiamo per la libertà dei popoli e delle repubbliche.
Il problema è di chi si oppone a questa libertà. Perché crede che la propria libertà sia un privilegio da conquistare togliendo qualcosa a chi ha intorno.
Noi invece – sottolineano i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – crediamo che la libertà si costruisce al plurale e debba essere costruita insieme.
Per questo la sentiamo nostra e festeggiamo il 25 aprile. Lo facciamo senza rispondere alla lettera del vice presidente del Consiglio comunale di ieri, promettendoci però di farlo a breve, in un momento meno importante rispetto a questa giornata.
Oggi con le sezioni ANPI a cui siamo iscritti abbiamo reso il nostro ringraziamento alla Resistenza, in delegazioni numericamente limitate, per le piazze che ci hanno sempre visto insieme e che torneremo a far vivere presto. E saremo alle 15 con Firenze Antifascista a ricordare Potente.
Buon 25 aprile dunque a tutta la Città!
Un video realizzato da Rifondazione Comunista per questo 25 aprile qui: https://youtu.be/FqLo76bfbJk
Tanti altri – concludono Palagi e Bundu – saranno realizzati nel corso di questa giornata, dall'ANPI, dalle associazioni e dalle altre forze politiche della nostra coalizione”.
Cei e Arcenni (FdI Valdera): "Il 25 aprile sia festa di tutti, no dei Bella Ciao"
Apprendiamo con rammarico che l’amministrazione comunale di Capannoli ha deciso di aderire al flash-mob organizzato dall’Anpi per il 25 aprile, un'iniziativa in cui si invita tutti i cittadini a cantare "Bella Ciao" dai balconi di casa. Ancora una volta si usa una celebrazione per dividere anziché unire. Sarebbe auspicabile il 25 aprile cantare una canzone che rappresenti davvero tutti gli italiani e non è il caso di “Bella Ciao” che divide gli italiani in una parte sbagliata e una giusta. Dopo 75 anni, non siamo ancora riusciti a uscire da queste logiche di scontro. Cantare l’Inno d’Italia sarebbe il modo migliore per ripartire come comunità capace di privilegiare ciò che ci unisce e che ci rende tutti orgogliosi di essere italiani. Anche alla luce della tragedia che stiamo vivendo, dobbiamo fare uno sforzo e trovare un punto d’incontro in occasione di questo 25 aprile, senza escludere nessuno.