Spesa al supermercato vietata sotto 50 euro, ordinanza a Crespina Lorenzana
Per limitare una spesa troppo frequente nei negozi di vicinato e nei supermercati in tempi di emergenza coronavirus, il sindaco di Crespina Lorenzana Thomas D'Addona ha emesso un'ordinanza su tetti minimi di spesa, che riguarda anche tabaccai e farmacie. Nello specifico, per i panifici è necessario spendere almeno 5 euro di generi alimentari, 20 euro per i negozi di vicinato di generi alimentari tra cui anche le macellerie. Per i supermercati il limite sale a 50 euro. Nei tabacchini è vietata la vendita di meno di tre pacchetti di sigarette da 20, non però se l'acquisto avviene ai distributori automatici. Non ci sono però limiti per valori bollati. Infine nelle farmacie non si possono acquistare altri prodotti se non abbinati a farmaci o parafarmaci. Quindi giocattoli per bambini, ad esempio, potranno figurare nello scontrino solo se acquistati assieme a medicinali. In questo caso non c'è limite di spesa. In caso di comprovata necessità, l'acquisto presso alimentari e tabacchi è concesso in importi inferiori tramite comunicazione tramite posta elettronica al Servizio di Polizia Municipale (polizia.municipale@comune.crespinalorenzana.pi.it) in cui sia indicato il nominativo del soggetto, la motivazione dell’acquisto, data e ora.
Il provvedimento ha destato sdegno specialmente tra i rappresentanti di categoria. La prima a farsi sentire è stata Confesercenti.
“In questo momento delicatissimo per tutti, cittadini e imprese, ancora in piena emergenza Covid 19, non c’era bisogno di ordinanze creative da parte dei sindaci. Tra l’altro in evidente contrasto con le direttive del governo. Per questo, sul caso Crespina-Lorenzana, abbiamo scritto al Prefetto e alla Regione perché intervengano sul provvedimento del sindaco D’Addona”. E’ perentoria la presa di posizione di Confesercenti Toscana Nord, con il suo responsabile area pisana Simone Romoli, contro l’ordinanza del Comune di Crespina-Lorenzana sui tetti di spesa imposto negli esercizi commerciali.
“Abbiamo interessato il Prefetto Castaldo ed il governatore Rossi – dice ancora Romoli – della vicenda perché siamo di fronte ad una ordinanza più restrittiva delle norme governative e che quindi può essere firmata solo dalla Regione. Chiedendo quindi il suo annullamento”.
Il responsabile area pisana di Confesercenti Toscana Nord entra poi nel merito delle norme introdotte dal sindaco D’Addona. “Ci sono davvero tante motivazioni per contestare il provvedimento. A cominciare ad esempio dal fatto che il territorio non sembra, più di altri, essere investito da una emergenza contagi tale da intervenire in maniera così drastica – insiste Romoli - . Poi una evidente sperequazione a favore della media distribuzione dove sicuramente sembra più facile spendere 50 euro (visto la quantità di prodotti) rispetto ai 20 in un alimentari o addirittura 5 in un panificio. E che dire delle farmacie, dove ad esempio una neo mamma ogni volta che dovrà acquistare i pannolini o il latte in polvere, dovrà per forza abbinarci anche un farmaco. Poi non dimentichiamo che a qualcuno spendere 50 euro in una volta potrebbe essere difficile viste le difficoltà economiche del momento”.
La conclusione. “Ci auguriamo che il sindaco D’Addona, anche se animato da una volontà di garantire la salute ai cittadini, si accorga comunque di avere firmato una ordinanza sbagliata e che quindi la revoca. Senza la necessità di un intervento di un organo superiore come la prefettura”.