Rsa, Spi e Cgil Firenze: "Carenze sulle politiche sociosanitarie, investire su nuovo modello"
La pandemia Covid19 ha fatto venire alla luce, purtroppo al prezzo di perdite di vite umane, enormi carenze su politiche sanitarie e sociali.
Quello che sta accadendo nelle Rsa anche nel nostro territorio è anche il frutto di un deficit d’attenzione e di visione che il pubblico avrebbe dovuto esercitare, da anni, sulle politiche per la cura degli anziani e delle persone non autosufficienti.
Le polemiche di questi giorni, sulle responsabilità fra gestori delle Rsa e controllori, rischiano di sviare l'attenzione su quale dovrà essere il modello per il futuro per la salute degli anziani, su cui dovremmo cominciare a discutere.
Lo dovremmo fare traendo insegnamento da quello che sta succedendo, mettendo in campo interventi molteplici che aiutino a salvaguardare la salute delle persone con fragilità, tenendo conto dell'aumento dell'invecchiamento della popolazione e delle conseguenze del Covid 19 in materia di distanziamento e non solo.
Questa tragedia ci ha insegnato molto, forse l’insegnamento più importante è che dobbiamo superare la logica di un sistema troppo incentrato sugli ospedali e dobbiamo invece investire risorse economiche, umane e di progettualità sul territorio.
Cosa si può e si deve fare prima di arrivare in Rsa? Come e quanto investire su Silver housing, centri diurni, assistenza domiciliare, telemedicina, che sono solo alcuni degli interventi possibile per aiutare le persone anziane prima di ricorrere alle RSA.
E' necessario investire su un nuovo modello di Rsa, ma è ancora più necessario analizzare due temi di fondo: quale deve essere il ruolo delle Rsa? Sanitario o socio-sanitario? Quali le norme sull'accreditamento?
Questi per noi sono i temi su cui cominciare, quanto prima, un confronto con tutti gli attori istituzionali.
Giancarla Casini (Cgil Firenze), Fulvio Tanini (Spi Cgil Firenze)