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Coronavirus in residenze per anziani e disabili, Cgil preoccupata: "Strutture non adeguate per casi positivi"

Alessandro Giorgetti

In queste ore riceviamo dalle lavoratrici e dai lavoratori delle Rsa e Rsd, le residenze per anziani e per disabili sul territorio, notizie preoccupanti sulla situazione in relazione ai crescenti casi di ospiti positivi al Covid19. Ne risultano già almeno 75 in 9 strutture dell’area della città metropolitana.

Siamo preoccupati non solo dai numeri che, se pur importanti, sono il frutto di auspicate indagini di laboratorio a tutti i residenti di quelle strutture. Anzi pensiamo che come per tutti gli operatori della sanità, anche per le Rsa e le Rsd debbano essere fatti test di laboratorio in maniera periodica all’intera popolazione, ospiti e operatori, così da individuare e isolare i positivi. A fronte di casi positivi, i test agli operatori devono essere fatti rapidamente, mentre registriamo ritardi di diversi giorni. E servono anche alberghi sanitari per gli operatori pubblici e privati che non possono isolarsi a domicilio.

Quello che ci preoccupa è che le Rsa e le Rsd non sono strutture adeguate a gestire i casi di Covid positivo, sono strutture dove risiede una popolazione fragile, sono strutture non attrezzate per affrontare questa emergenza, e con certe caratteristiche, anche dal punto di vista dell’assistenza, che non le possono rendere adeguate nemmeno in futuro.

L’isolamento nelle camere singole è vanificato nei fatti da organizzazioni del lavoro che vedono i pochi operatori, spesso assistenti di base senza il titolo di Oss, a svolgere le proprie mansioni per tutti gli ospiti all’interno del turno, come per il personale infermieristico che spesso lavora addirittura su più strutture.

Nelle Rsa e Rsd il virus non deve entrare, e pertanto devono essere rafforzate le misure di contenimento del rischio con modalità organizzative rigide e dispositivi di protezione individuale che rileviamo generalmente carenti nelle strutture.

Dove invece i casi positivi ci sono, come nelle Rsa di San Godenzo e di Dicomano, bisogna che la gestione sia presa in carico direttamente dalla Usl. Non è sostenibile che agli ospiti positivi in struttura l’assistenza continui ad essere garantita da pochi operatori la notte, senza infermieri in turno.

La sicurezza dei residenti fragili delle strutture e degli operatori, come la sicurezza degli operatori della sanità, deve essere la priorità per vincere il Covid19. Su tutte queste questioni abbiamo allertato Usl e Prefetto di Firenze.

Fonte: Cgil Firenze - Ufficio stampa

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