Coronavirus, le variazioni degli ingressi a Firenze prima e durante l'emergenza
“Abbiamo già elaborato i dati forniti da una società telefonica in termini di ingressi e movimenti in città prima e durante l’emergenza - ha detto il sindaco Dario Nardella -. È un primo passo utile per il monitoraggio aggregato dei flussi. Ritengo che l’utilizzo delle celle telefoniche possa avere un ruolo importante non solo per comprendere gli spostamenti, come emerge da questa indagine, ma anche in generale per ricostruire i contatti nella filiera epidemiologica e per il controllo delle quarantene”.
“I primi dati elaborati con un primo gestore - ha detto l’assessore ai Sistemi informativi Cecilia Del Re - dimostrano che le misure adottate sono state idonee a ridurre sempre di più i movimenti e gli spostamenti verso la città e dentro la città, con un ulteriore significativo abbattimento questa settimana con la chiusura dei siti prodottivi ritenuti non essenziali specie per gli spostamenti in città, e dalla città metropolitana a Firenze e viceversa. Abbiamo interrogato il sistema anche per capire i movimenti dai comuni e dalle Regioni ‘focolaio’ prima delle restrizioni e post, e abbiamo rintracciato un flusso di ingressi in città che invece sono stati poi azzerati una volta presa consapevolezza della situazione. Ad oggi - ha concluso l’assessore Del Re - abbiamo quindi un’indagine macro degli spostamenti di questi ultimi due mesi, nei prossimi giorni invece riusciremo a lavorare anche per capire quanti spostamenti abbiamo in città analizzando gli spostamenti interni. Andremo quindi più a verificare, sempre in forma anonima, il rispetto delle misure restrittive oggi vigenti”.
Nel dettaglio, gli ingressi dalle regioni rosse Lombardia, Veneto, Emilia Romagna sono calati del 57,68% al momento della definizione della prima zona rossa, del 67,85% con la chiusura delle scuole italiane, del 94,76% con la prima chiusura delle attività commerciali in tutta Italia e del 97,92% con la chiusura estesa a tutte le attività produttive non essenziali. In particolare si sono registrati rispettivamente dalla Lombardia -75,87%, -72,40%, -96,06%, -98,81%; dal Veneto -53,81%, -76,78%, -97,84%, -99,49%; dall’Emilia-Romagna -47,10%, -60,48%, -92,34%, -96,55%.
Al momento della definizione della prima ‘zona rossa’ nei comuni della Lombardi e del Veneto (21 febbraio), gli spostamenti interni a Firenze sono calati del 9,6%, gli ingressi dalla Città metropolitana del 7,08%, gli ingressi dalla regione Toscana del 14,94%, gli ingressi da fuori regione del 50,08%, gli ingressi da Lombardia, Veneto, provincia di Piacenza e provincia di Pesaro del 65,06%; le uscite dalla città di Firenze verso altre regioni sono invece calate del 39,69%.
Al momento della chiusura delle scuole e Università italiane (4 marzo), gli spostamenti interni a Firenze sono calati del 14,51%, gli ingressi dalla Città metropolitana del 13,76%, gli ingressi dalla regione Toscana del 26,62%, gli ingressi da fuori regione del 64,88%, gli ingressi da Lombardia, Veneto, provincia di Piacenza e provincia di Pesaro sono calati del 74,82%; le uscite dalla città di Firenze verso altre regioni sono invece calate del 63,21%. Al momento della prima chiusura delle attività commerciali in tutta Italia (avvenuta progressivamente tra 8 e l’11 marzo), gli spostamenti interni a Firenze sono calati del 53,98%, gli ingressi dalla Città metropolitana del 55,37%, gli ingressi dalla regione Toscana del 71,21%, gli ingressi da fuori regione del 93,66%, gli ingressi da Lombardia, Veneto, provincia di Piacenza e provincia di Pesaro sono calati del 96,90%; le uscite dalla città di Firenze verso altre regioni sono invece calate del 91,15%.
Al momento della chiusura di tutti i parchi cittadini (16 marzo) si è registrato un calo degli spostamenti interni alla città del 62,86%.
Infine, il 25 marzo, con la chiusura estesa a tutte le attività produttive non essenziali il calo ha raggiunto il 67,32% per gli spostamenti interni a Firenze, il 71,77% per gli ingressi dalla Città metropolitana, 86,67% per gli ingressi dalla regione Toscana, 97,74% per gli ingressi da fuori regione, 98,93% per gli ingressi da Lombardia, Veneto, provincia di Piacenza e provincia di Pesaro; mentre si è registrato un -97,76% di uscite dalla città di Firenze verso le altre regioni.
Per quanto riguarda gli ingressi con provenienza comuni “zona rossa”, ovvero il numero di persone che da comuni inizialmente definiti come zone rosse (Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D'Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini, Vo') si sono spostati verso la città di Firenze, la città metropolitana e la regione Toscana, si sono registrati: a Firenze un calo di ingressi tra il 24 e il 17 febbraio del 91,67%; mentre il calo è stato del 100% tra il 17 febbraio e il 16 marzo; nella Città metropolitana un calo di ingressi tra il 24 e il 17 febbraio del 91,30% e del 95,65% il 16 marzo; nella regione Toscana dell’84,44% sempre tra il 24 e il 17 febbraio e dell’86,67% il 16 marzo.
Per quanto riguarda gli ingressi a Firenze prima e dopo la chiusura delle scuole (4 marzo), gli spostamenti all’interno della città hanno segnato un calo dell’8,93% (nella settimana che comprende il provvedimento relativo alla chiusura delle scuole), un meno 9,01% di ingressi dalla città metropolitana, e un meno 14,98% di ingressi da altre province toscane.
Con la chiusura progressiva delle attività non essenziali in Italia (8-11 marzo), gli spostamenti interni a Firenze hanno segnato un -46,17%, gli ingressi dalla città metropolitana un -48,25%, gli ingressi dalla regione Toscana -60,77% e gli ingressi da fuori regione -81,94%.
Con l’ampliamento delle chiusure delle attività produttive (il 25 marzo scorso), infine, gli spostamenti interni a Firenze hanno segnato un -67,32%, gli ingressi dalla città metropolitana un -71,77%, gli ingressi dalla regione Toscana -86,67% e gli ingressi da fuori regione -97,74%.
Fonte: Comune di Firenze - Ufficio stampa