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L'emergenza Coronavirus 'congela' la vertenza Vibac: sospesa per 15 giorni la procedura di licenziamento

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L'Emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 congela anche una delle più importanti vertenze sindacali del territorio dell'Empolese Valdelsa. È stata infatti sospesa per 15 giorni la procedura di licenziamento collettivo della Vibac di Vinci che avrebbe terminato la sua fase amministrativa il 1 aprile: dai primi giorni del prossimo mese i lavoratori potevano trovarsi, è proprio il caso di dirlo, con un bel 'pesce d'aprile', ossia il licenziamento per cessazione attività. Ma dopo alcuni dialoghi è stato raggiunto nei giorni scorsi l'accordo tra sindacati, la Regione (ARTI) e l'azienda: la sospensione come detto durerà 15 giorni, poi riprenderà il conteggio dei 31 giorni dall'avvio della procedura, rimandando di fatto la data al 15 aprile.

Anche la vertenza, quindi, viene messa in quarantena. Il dialogo, però, è tutt'altro che chiuso: dopo la rottura del tavolo di trattativa, l'azienda ha comunicato a metà marzo al Ministero una proposta che contemplava la possibilità di far rientrare un numero inferiore di lavoratori e continuare l'attività in 'modalità ridotta'. Una proposta che però i sindacati ritengono "insufficiente" riguardo il numero di lavoratori reintegrati, ma una base di partenza per assicurare un futuro alla Vibac: "L'azienda ha fatto una proposta minima - spiega Giuseppe Dentato della Cgil -  per noi insufficiente, che non ci ha permesso di arrivare ad un accordo in quella fase. Quella proposta, però, è una base di partenza per provare a trovare un accordo per salvare l'attività produttiva. Per farlo probabilmente servirà un ammortizzatore sociale che ci dia il giusto tempo per provare a rilanciare azienda. Nel tempo a disposizione vedremo quali attività possono rimanere per recuperare più lavoratori possibili"

L'obiettivo dei sindacati, quindi, è attivare ammortizzatori sociali che permettano di avere il tempo per pianificare una strategia di rilancio che possa salvare più dipendenti possibili. Su tutta la vicenda, però, incombe la scure dell'emergenza sanitaria che sta già iniziando a far sentire i suoi contraccolpi: nel solo settore della sigla Filctem-Cgil (che comprende tra gli altri il settore moda, tessile, ceramica, gomma plastica, calzaturiero, chimico) si registrano oltre 250 casse integrazione e circa l'80% delle aziende bloccate dal Dpcm del 22 marzo nell'Empolese Valdelsa.

"Il problema -spiega Dentato - sarà come gestire il rientro. Non sappiamo con quali modalità saranno riaperte le aziende, né siamo in grado ora di valutare l'impatto dell'emergenza sanitaria. Certamente l'impatto economico sarà molto importante. Una cosa è certa: in questo momento è nostro dovere tentare di bloccare i licenziamenti nell'immediato attraverso tutti gli strumenti a disposizione per poter dare adeguata risposta con la dovuta riflessione. In questo momento serve maggiore responsabilità da parte nostra, ma anche dei nostri interlocutori"

 

 

Giovanni Mennillo

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