Coronavirus, Staffoli all'opera: una catena di montaggio per produrre mascherine
Per far fronte alle necessità in uno dei momenti più difficili della storia recente, anche Staffoli si è messo in moto. C'è chi ha deciso di mettersi a fabbricare mascherine in casa e ne sta sfornando quasi cinquanta al giorno da circa una settimana.
L'idea è nata da una giovane staffolese, Elisabetta Arnolfi, che lavora in un maglificio e ha a che fare coi tessuti. Ha ideato e creato una prima mascherina in tessuto non tessuto e l'ha mostrata a Stefano Masi e a sua madre Lidia Giubbolini: i tre hanno iniziato una specie di catena di montaggio e sono arrivati a produrre centinaia di mascherine.
Si parte da loro tre, ma si coinvolge tutta Staffoli. Appena saputo dell'idea, alcuni abitanti della frazione di Santa Croce sull'Arno hanno deciso di dare una mano. Qualcuno ha aiutato con la cucitura, qualcuno ha rifornito di elastici, qualcun altro ha dato degli accorgimenti giusti per arrivare a un oggetto a norma.
Le mascherine sono in tessuto non tessuto, hanno ovviamente un elastico per tenerle sul volto e sono pure rinforzate sulla parte anteriore, non è stato tralasciato alcun dettaglio. Inoltre, prima di essere evase, sono igienizzate e lavate a dovere.
A chi vanno queste mascherine create da Elisabetta, Stefano e Lidia? I tre, così come la catena tutta staffolese che c'è dietro, sono a conoscenza della necessità di questi oggetti al momento attuale e sono in contatto con persone all'interno di associazioni del territori. In seguito sono poi date a chi ha bisogno, il tutto gratis.
Il periodo è complicato, c'è da stringere i denti e non si può (né si deve) uscire di casa. Ma pure in una difficoltà simile, arrivano belle notizie quando meno te l'aspetti: l'operosità dei giovani staffolesi è una di queste e va a aggiungersi al servizio di consegna a domicilio messo a disposizione della frazione nei giorni scorsi.
Gianmarco Lotti