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In isolamento volontario organizza una festa con amici. Tutti denunciati dalla polizia

Un ventiduenne pistoiese, in isolamento volontario per essere stato a contatto nei 10 giorni precedenti per motivi di lavoro con persone residenti in Emilia Romagna, ha ben pensato, non avendo alcun sintomo e non potendo uscire, di organizzare una festa a casa con 4 amici coetanei.

Immediate segnalazioni pervenute alla sala operativa della Questura di Pistoia hanno reso opportuno un immediato riscontro. Pertanto un equipaggio delle volanti si è recato sul posto per verificare quanto segnalato.
Grande stupore degli agenti, muniti dei previsti dispositivi di protezione individuale, quando giunti sul posto in zona San Biagio, hanno riscontrato la presenza di 4 ragazzi che non avevano alcun titolo per uscire di casa e raggiungere il proprio amico. Forse, secondo gli operanti, la circostanza ancor più grave è che i 4 giovani non erano affatto consapevoli della grave violazione commessa.
Tutti i soggetti presenti saranno deferiti alla competente autorità giudiziaria.

Si ricorda, ancora una volta, che con il DPCM del 9 marzo sono state estese a tutto il territorio nazionale le misure per contrastare il diffondersi del coronavirus. Tutto ciò comporta delle rigorose ma necessarie limitazioni alla mobilità, anche all’interno di ogni comune, sino al 3 aprile.
La sanzione per chi viola le limitazioni agli spostamenti è quella prevista in via generale dall’articolo 650 del codice penale (inosservanza di un provvedimento di un’autorità: pena prevista arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino 206 euro) salvo che non si possa configurare un’ipotesi più grave quale quella prevista dall’articolo 452 del Codice penale (delitti colposi contro la salute pubblica che persegue tutte le condotte idonee a produrre un pericolo per la salute pubblica).
La veridicità dell’autodichiarazione potrà essere verificata anche con successivi controlli.

Anche nella nostra provincia le pattuglie della Polizia di Stato, assieme a quelle delle altre forze di polizia, sono quindi impegnate incessantemente nei controlli di strade, autostrade, stazioni e centri abitati per verificare il rispetto delle prescrizioni adottate dal Governo.
L’invito è quindi quello di restare a casa e non uscire se non strettamente necessario o se non ricorrono i motivi di lavoro, salute e prima necessità indicati dal decreto.
Nella decorsa giornata gli operatori della Polizia di Stato hanno controllato 123 persone denunciandone ai sensi dell’art.650 del codice penale 23 persone.
La collaborazione di tutti, anche durante le fasi di controllo, è indispensabile. In gioco c’è la salute di tutti.
Nell’occasione si ricorda ancora una volta che Per contenere il contagio dovremmo evitare ogni contatto con gli altri e quindi rimanere tutti a casa. Tuttavia il Paese non può fermarsi, le attività principali devono andare avanti e si deve consentire di raggiungere i luoghi di lavoro a chi non può lavorare da casa propria, così come bisogna dare la possibilità di muoversi a chi ha bisogno di cure specifiche.
Per questo motivo il DPCM prevede delle deroghe con riferimento agli spostamenti. E si parla di lavoro, di salute e di necessità. Sono deroghe che nascono nell’interesse della comunità e non dei bisogni del singolo, con l’eccezione di ciò che riguarda lo stato di salute di ciascuno. È per questo motivo che si raccomanda di non spostarsi per fare una passeggiata (se lo facessero tutti ci si ritroverebbe in massa in strada) o per andare a trovare un amico.
Mentre si può raggiungere l’ospedale per fare una terapia o visitare un genitore anziano se è solo e malato (e non quando ne sentiamo la mancanza). Si può andare a fare la spesa, un solo componente per famiglia, rispettando le misure di precauzione perché è necessario per la nostra salute.
E per i singoli casi che ci interrogano basta che ciascuno risponda alla domanda “È davvero necessario spostarmi?” La risposta la conosciamo noi e non il poliziotto che ci ferma per il controllo. E deve essere la risposta di un singolo che si sente tutt'uno con gli altri e che antepone il bene comune al proprio.

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