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Coronavirus, Biffoni (Anci Toscana) scrive a Poste: "Dovete garantire il servizio"

Il sindaco di Prato, Matteo Biffoni

Pubblichiamo le lettera che il presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato Matteo Biffoni ha scritto a Poste italiane, contestando la decisione di chiudere unilateralmente oltre tremila uffici postali in Italia per l'emergenza Coronavirus, mentre quasi 2.500 apriranno tre giorni la settimana. Una scelta pesantemente penalizzante per i Comuni e per i cittadini, costretti a spostarsi anche fuori Comune per trovare un ufficio aperto.

Ecco il testo della lettera, inviata per conoscenza ad AgCom e alle Prefetture competenti.

Facciamo seguito alla Vs. comunicazione in oggetto indirizzata all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni in cui, a seguito dell'emergenza Corona Virus, comunicate, fra l'altro, una “rimodulazione delle aperture degli Uffici Postali”, disponendo sul territorio nazionale la chiusura di 3.350 UP mentre per 2460 viene disposta un'apertura a giorni alterni su tre giorni settimanali. A nome dei Comuni della Toscana che vengono pesantemente interessati dal suddetto provvedimento di chiusura, siamo a contestarne la legittimità e ad invitarVi a rivedere le decisioni assunte. Comprendendo l’assoluta esigenza di tutelare i vostri dipendenti, vi ricordiamo che il servizio universale postale rientra tra i servizi di pubblica utilità e che la Vostre società, quale affidataria del servizio, deve garantire a tutti i cittadini la possibilità di fruirne, indipendente da fattori come il reddito o la collocazione geografica. I provvedimenti di chiusura da Voi assunti determinano, specie in questo momento di emergenza, un grave danno alle comunità interessate che si troverebbero costretti a doversi spostare in altri Comuni o all'interno del Comune per trovare un UP aperto. Quanto sopra si pone in contrasto con i principi che hanno ispirato il recente DPCM 11 marzo 2020 che invita tutta la popolazione a contenere i propri spostamenti a ragioni di necessità, di lavoro o di salute, anche al fine di non creare assembramenti. Il minor accesso di utenti conseguente alle misure restrittive emanate per contenere la diffusione del contagio rappresenta un fattore che Vi consente di meglio gestire la sicurezza degli operatori e dei dipendenti della Vs. società che, ovviamente, rappresenta una priorità assoluta al pari della salute e sicurezza dei cittadini. Laddove le misure a tutela della sicurezza che elencate al punto 1 della Vostra comunicazione e quelle previste dal DPCM 11 marzo 2020 siano concretamente attuabili, riteniamo sia indispensabile continuare a garantire il servizio universale postale per non far mancare ai cittadini la possibilità di fruirne con il minor disagio possibile. Con la presente, pertanto, siamo a richiedervi di rivedere le decisioni di chiusura e ed effettuare tutto quanto necessario per garantire la continuità di funzionamento degli UP nei Comuni ove è prevista la chiusura, prevedendone solo la riduzione dei giorni e degli orari di apertura, per consentire la prosecuzione del servizio pubblico essenziale a voi deputato, sempre nel massimo rispetto delle misure disposte a tutela della salute e sicurezza degli operatori e dei cittadini. Con ogni ulteriore riserva ed auspicando la condivisione delle sopra indicate esigenze da parte di AGCOM e, conseguentemente, l'assunzione di conseguenti indicazioni nei confronti di Poste, restiamo in attesa di positivi riscontri.

La risposta dei sindacati

“Come rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali della Toscana siamo stupiti nell’apprendere la presa di posizione del Presidente dell’ANCI Matteo Biffoni, relativa alla scelta di Poste Italiane S.p.A. di rimodulare il servizio a seguito della grave emergenza sanitaria in corso in tutto il Paese. In questi giorni così drammatici, abbiamo pressato quotidianamente l’Azienda affinché attuasse pulizie straordinarie in tutti i locali aziendali e fornisse in maniera celere i DPI (mascherine, gel igienizzante e guanti) a tutti i lavoratori degli uffici postali, del recapito, degli stabilimenti e dello staff” spiegano Marco Nocentini Slp-Cisl, Graziano Benedetti Slc-Cgil e Silvia Cirillo Uil-Poste.

“Ad oggi queste misure non sono state attuate sul territorio e come Organizzazioni Sindacali, nella tutela della salute dei nostri lavoratori e di tutta la cittadinanza riteniamo che così come previsto dal protocollo siglato tra il Governo e le Oo.Ss. in data 14/03/2020 senza queste dotazioni, considerato che non possa essere garantita la distanza di un metro tra clienti e operatori o tra gli operatori stessi, il servizio non possa essere espletato.

Purtroppo alla data odierna, riscontriamo che due impiegati degli uffici postali della Toscana, siano risultati positivi al Covid -19, alla luce di questi due episodi a maggior ragione riteniamo che tutti gli ambienti di lavoro debbano essere adeguatamente sanificati e che tutto il personale debba essere fornito dei dispositivi di sicurezza. Chiaramente auspichiamo che per continuare a garantire i servizi minimi essenziali (accettazione raccomandata, accettazione telegrammi, pagamento bollettini con scadenze imminenti) il personale venga immediatamente dotato di tutte le protezioni”.

“Allo stesso tempo siamo stupiti che le Istituzioni” continuano i rappresentanti sindacali, “organismi deputati a garantire la tutela della salute della cittadinanza sul territorio, non siano a conoscenza che le mascherine e il gel vengano accentrati dalla Protezione Civile, la quale giustamente sta dando la priorità di distribuzione alle strutture sanitarie ed alle forze armate.

Pertanto risulta evidente che Poste Italiane, così come tante aziende del recapito privato, non riescano ad approvvigionarsi di tali materiali e senza tali strumenti non sia possibile continuare a garantire il servizio postale.”

Fonte: Anci Toscana - Ufficio Stampa

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