Coronavirus, una toscana in Francia: "Qui zero prevenzione, non si rendono conto della situazione"

"Zero prevenzione, niente di niente. Fanno tamponi solo ai malati e poi tracciano i contatti. Quindi ci sono un migliaio di casi ufficiali ma penso che in realtà ce ne siano molti di più. L'unico provvedimento è che sono vietati assembramenti di mille persone. Ciò non ha impedito a 3.500 persone vestite da Puffi di riunirsi per battere il record di persone vestite da Puffi".

A parlare è una 30enne del comprensorio del cuoio che sta vedendo l'emergenza coronavirus in Italia da un'altra prospettiva: quella di chi vive e lavora in Francia, precisamente a Lione. Sara, la chiameremo con un nome di fantasia perché vuole rimanere nell'anonimato, non ha peli sulla lingua verso i cugini d'Oltralpe. Per lei stanno sottovalutando il problema. Soprattutto alla luce dei provvedimenti presi dal governo italiano per la 'zona protetta' estesa su tutta la Penisola.

Ti senti allarmata? Hai paura del contagio in Francia?

La cosa che mi spaventa di più è la leggerezza con cui sembra prenderla il governo, ad oggi. La gente comincia ad aver paura penso, ma non credo si rendano bene conto della cosa. La sensazione che abbiamo (io e i miei amici italiani, e anche qualche francese in verità) è che si stia prendendo la situazione sotto gamba. Esattamente come in Italia un paio di settimane fa.

Come si comportano i francesi con voi sapendo che siete italiani?

Non ci sono stati atteggiamenti discriminatori e/o razzisti verso gli italiani, almeno non per quanto mi riguarda. Né verso di me direttamente né ne ho sentito parlare. Anzi, tanti clienti abituali a lavoro mi chiedono come va e come stanno i miei. Però ho l'impressione che per loro rimanga una cosa lontana. Ci tengo a precisare che stiamo parlando di una città che non è stata praticamente toccata.

Avevi in programma di tornare a casa dalla tua famiglia?

Sì, sarei dovuta tornare ad aprile, ma avevo già deciso di non scendere da quando la situazione a Milano ha iniziato ad aggravarsi. Soprattutto perché ci sarei passata per forza e non volevo rischiare, sia per me che per i miei.

In un post pubblicato su Facebook, Sara conclude con un monito amaro. "Essere costretta a guardare tutto questo da lontano e non sapere quando riuscirò a tornare a casa è surreale. Vedere la Francia scivolare inesorabilmente negli stessi errori, nelle stesse leggerezze che hanno ridotto l'Italia nello stato in cui è oggi mi fa una rabbia tremenda".

Elia Billero

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