Si potrebbe definire una forma volontaria di “restituzione” per l’aiuto ricevuto e adesso è diventata legge della Regione Toscana. Nella seduta del Consiglio Regionale Toscano del 25 febbraio 2020 è stata approvata la legge in materia di “welfare generativo” alla cui scrittura hanno collaborato le ricercatrici Elena Vivaldi, coordinatrice dell’Area di Ricerca Power (Politica, Ricerca, Regole) dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ed Elena Innocenti, della Fondazione Emanuela Zancan di Padova, sotto la supervisione di Emanuele Rossi, docente di Diritto Costituzionale dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica e Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna. La legge, che aveva iniziato l’iter in Commissione a dicembre 2019, con le audizioni delle due ricercatrici, si pone in linea di continuità con i principi introdotti nel Piano sanitario e sociale integrato approvato a ottobre 2019.
Il “welfare generativo” prevede in concreto un innovativo percorso di partecipazione della persona al sistema di welfare regionale, costituito dal coinvolgimento del soggetto beneficiario di un intervento pubblico. Il soggetto può volontariamente realizzare azioni a vantaggio della collettività, denominate “azioni a corrispettivo sociale”, quale espressione del principio di solidarietà sociale.
Al centro, dunque, c’è il coinvolgimento attivo e responsabile della persona con l’obiettivo di restituire alla società, sotto altra forma, quello che ha ricevuto attraverso gli interventi sociali di cui ha beneficiato. Ad esempio, chi riceve una prestazione socio-sanitaria finalizzata al miglioramento di una condizione di bisogno o difficoltà, un ammortizzatore sociale in caso di perdita del lavoro o un intervento di sostegno al reddito potrà dare il proprio contributo in maniera volontaria attraverso azioni in vari settori, dall’assistenza sociale alla difesa dell’ambiente, dalla cultura all’istruzione, dalla lotta alla discriminazione alla protezione civile.
“Al rendimento economico e sociale delle azioni a corrispettivo sociale, a favore dell’intera collettività – spiegano Eleva Vivaldi ed Elena Innocenti -, si somma il beneficio del singolo soggetto coinvolto, il quale è chiamato, in questo modo, a valorizzare le proprie risorse e capacità, a rafforzare i legami sociali, a partecipare alla vita sociale”.
L’Area di Ricerca Power della Scuola Superiore Sant’Anna è impegnata nell’analisi dei modelli di welfare, dei loro tratti caratterizzanti ma anche delle linee evolutive, dello studio dei profili giuridici della vulnerabilità e delle possibili interconnessioni che possono instaurarsi tra condizioni diverse di fragilità, nell’ottica del pieno sviluppo della persona, richiamata dai principi fondamentali della Costituzione.
Fonte: Scuola Sant'Anna - Ufficio stampa
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