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Coronavirus, Dell'Artino: "NCC in ginocchio per la crisi del turismo"

“Oramai da 10 giorni non sento che parlare di cancellazioni su cancellazioni. Pasqua ce la siamo già giocata, se non si interviene subito all'inizio della prossima estate avremo un mezzo deserto nel turismo fiorentino e toscano e in questo deserto i primi a morire di sete saremo proprio noi Ncc”, questo il grido di allarme che Giorgio Dell'Artino, presidente di Azione Ncc, rivolge alle istituzioni toscane.

“Ogni turista in meno, ogni comitiva che rinuncia – spiega Giorgio Dell'Artino - vuol dire un servizio in meno per le aziende di trasporto pubblico non di linea con conducente. Ogni stanza cancellata in un albergo a Firenze si traduce in una gita in meno verso le colline senesi e viceversa. E per noi che siamo quasi tutte aziende a conduzione familiare, quindi senza grandi capitali alle spalle e che magari per mettere in piedi l'attività ci abbiamo impegnato la casa, vuol dire un grande rischio di soffocare. E' sufficiente che la banca ci chieda di rientrare subito per il prestito che finiamo gambe all'aria. Per questo serve che la politica si attivi subito con misure straordinarie come quelle riguardanti l'accesso al credito e lo stop alle imposte, oltre che la sospensione dell’ISA per il 2020”.

“Per noi Ncc – puntualizza  Dell'Artino - servono interventi sui leasing e sarebbe utile che le prossime rate vengano messe in coda al finanziamento. In casi come questo, il maggior accesso al credito non è la soluzione migliore.  Serve invece che il pagamento delle rate sia sospeso e rinviato a quando l'economia si sarà rimessa in moto”.

“La salute viene sempre prima di tutto - aggiunge Dell'Artino - ma se da una parte occorre fermare il virus, dall'altra serve anche che il virus non uccida le nostre imprese. Per cui è necessaria una risposta strutturale che rilanci l'offerta turistica di Firenze e della Toscana e che cerchi di richiamare  quei visitatori e turisti che oggi sono spaventati - conclude Dell’Artino - O la politica agisce ora, senza divisioni e tentennamenti, o domani saremo costretti a piangere per le molte aziende e i molti posti di lavoro svaniti. E non saranno accettate lacrime di coccodrillo”.

Fonte: Ufficio stampa

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