Premio letterario Chianti, ecco gli appuntamenti con i cinque finalisti
Il Premio letterario Chianti ha resto noti gli appuntamenti degli oltre 250 giurati con i cinque finalisti della XXXIII edizione. Dopo l'incontro con i lettori per la commemorazione del Prof. Giuseppe Panella, Presidente del Comitato Tecnico dal 2009 al 2019, nei locali della Società Filarmonica di Gaiole in Chianti, sabato 29 febbraio 2020 alle 17, "Nel Giardino di Zago" a Greve in Chianti (via della Montagnola, 179), il primo appuntamento con Gesuino Nemus e il suo romanzo " Il catechismo della pecora" (Elliot, 2019).
Sempre alle 17, sabato 14 Marzo 2020, al Cinema comunale di Radda in Chianti, i giurati incontreranno Valerio Aiolli e il suo nero "Nero ananas" (Voland), sabato 21 Marzo 2020, nel Teatro della Filarmonica G. Verdi, a San Donato (Barberino - Tavarnelle) Mariapia De Conto con "Il silenzio di Veronika" (ed. Santi Quaranta); sabato 28 marzo 2020, al Teatro Comunale Niccolini di San Casciano in Val di Pesa, Andrea Molesini con "Dove un'ombra sconsolata mi cerca" (Sellerio) e, infine, sabato 9 Maggio 2020, al Cinema Italia, nella sala Franco e Giovanni Niccolai, a Castellina, Enrico Ianniello e "La compagnia delle illusioni" (Feltrinelli).
La cerimonia finale sarà sabato 6 giugno 2020, alle 17, "Nel Giardino di Zago" a Greve in Chianti.
Il catechismo della pecora. Il primo ottobre del 1964, Mariàca Tidòngia sale sul davanzale della scuola di Telévras e scappa. Mariàca è figlia di un pastore e il suo futuro sembra già segnato; ciononostante Marcellino Nonies, maestro unico al suo primo incarico, fa di tutto perché quella bambina straordinariamente intelligente riesca a prendere almeno la licenza elementare. Un giorno però Mariàca, appena quattordicenne, annuncia di essere incinta e si rifiuta di dire chi è il padre del bambino. Poco dopo scompare nel nulla. Sono passati cinquant’anni e in paese nessuno sembra più ricordare questa storia finché non si torna a parlare di Mariàca e la sua presenza aleggia come un’ombra, insieme a due morti sospette, sulla piccola comunità di Telévras. Ettore Tigàssu, “brigadiere per l’eternità”, ce la metterà tutta per scoprire il mistero che circonda da decenni la donna e saranno i ricordi del maestro unico, vergati a mano in “bella e ornata grafia” ad aiutarlo a comprendere – almeno in parte – la verità. Mezzo secolo di storia narrato attraverso i miti culturali e politici degli anni Sessanta e Settanta (come il terrorismo, latitanti e pentiti inclusi), miti che ritornano prepotenti in questa nuova avventura narrata da Gesuino Némus, indimenticabile autore/protagonista de La teologia del cinghiale.
Gesuino Némus. È nato a Jerzu, in Sardegna, nell’entroterra dell’Ogliastra. Con il suo romanzo d’esordio, La teologia del cinghiale (Elliot, 2015) ha vinto il Premio Campiello Opera Prima, il Premio Selezione Bancarella 2016, il Premio John Fante 2016, il Premio letterario Osilo, il POP16 Premio Opera Prima. Con I bambini sardi non piangono mai (Elliot, 2016) ha vinto il Premio “Franco Fedeli Miglior Poliziesco dell’anno”. Nel 2017 Elliot ha pubblicato Ora pro loco.
Fonte: Premio Letterario Chianti