Coronavirus, don Donato sulle nuove norme: "Uno sguardo di pace invece della stretta di mano"

Don Donato Agostinelli
Don Donato Agostinelli

"Invece che scambiarsi un segno di pace, ci scambieremo uno sguardo di pace". Non è preoccupato don Donato Agostinelli, da pochi mesi parroco di Santa Croce sull'Arno, prende l'allerta sul coronavirus con serenità. Lo racconta durante un'intervista a Clivo Tv. "I nostri vescovi ci hanno chiesto di attenerci ad alcune norme. Togliere l'acqua santa, distribuire la comunione sulle mani, non dare il segno della pace con le mani per queste norme igieniche. Credo che siano norme per tranquillizzare la gente", spiega il 'parroco in bici', lanciando la controproposta dello sguardo di pace.

Questo momento ha un risvolto di riflessione per il mondo della Chiesa: "Ci fa essere più vicino a chi è colpito da questa malattia, ai parenti, a chi lavora in questo ambito. È un'occasione per riflettere sul fatto che siamo già in un mondo globale in cui la malattia di uno è la malattia di tutti. È un modo per riscoprire la bellezza della vita".

Dondò chiede però che questa serenità venga trasmessa anche agli altri. "Ho visitato alcune famiglie preoccupate da quei corvi che si avventano a dare brutte notizie. Atteniamoci a quello che la scienza ci dice per il bene di tutti".

C'è stato un calo delle presenze durante le messe? "Non mi sono accorto se c'è stato un calo, domenica non si parlava di questo e qui (a Santa Croce, NdR) c'era il carnevale, la gente era in piazza a festeggiare".

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