Antonio Prete rilegge i classici al San Giovanni Bosco di Colle
Quale ruolo riveste oggi la letteratura e quale significato possiamo ancora attribuire a quell’orizzonte di esperienza che definiamo poetico? Quali scoperte riserva una lettura attenta di un testo letterario? Che tipo di dialogo sussiste tra pensiero e immagine nel corso del processo di apprendimento?
Sono questi solo alcuni degli spunti di riflessione emersi dall’incontro organizzato ieri, mercoledì 5 febbraio, dall’Istituto San Giovanni Bosco di Colle di Val d’Elsa con Antonio Prete, scrittore e critico letterario, nonché studioso di fama internazionale nell’ambito degli studi di letteratura comparata e di traduzione del testo letterario.
Attraverso la lettura e l’esegesi di alcuni testi classici della poesia, il traduttore dei Fiori del male ha delineato alcuni tratti del poetico, inteso come lingua del visibile e del sensibile, come convergenza di pensiero e immagine, sapere e ritmo, modalità conoscitiva e figurazione formale.
Dall’Infinito di Leopardi, risalendo a Vico, passando attraverso l’opera di alcuni grandi traduttori del poeta di Recanati, quali Rainer Maria Rilke o Yves Bonnefoy, la riflessione di Prete si è soffermata sulla scoperta del paesaggio dell’anima, inteso come esperienza conoscitiva del sé, fondamentale nel percorso di crescita di un individuo.
E si è parlato inoltre di confine. Il confine che separa le lingue e le culture e che costituisce, per certi aspetti, anche il banco di prova di ogni traduzione poetica. Che venga percepito come limite, o come soglia da varcare per entrare in contatto con l’Altro (sia esso il diverso, lo straniero, l’indicibile), il concetto di confine evoca un desiderio di scoperta da cui prende forma anche la capacità di saper accogliere. Ed è in effetti una lingua “ospitale” quella evocata da Prete in tutta la sua opera e nel corso di questa conferenza al “San Giovanni Bosco” che ha visto la partecipazione di insegnanti di italiano e lingua straniera non solo della scuola ospitante ma delle istituzioni scolastiche limitrofe. Alla domanda “come abitare il poetico in una società sempre più virtuale”, lo studioso non ha esitato a rispondere: “Favorendo lo sviluppo di uno spirito critico negli studenti senza mai dimenticare che l’esperienza conoscitiva passa attraverso il sentimento”.