Palio di Fucecchio, la polemica: "È una festa paesana o una rievocazione storica?"

Stefano Cartocci

Riceviamo e pubblichiamo una lettera sul Palio di Fucecchio, sulla storia e sulle origini, da Stefano Cartocci, in questo frangente nelle vesti di lettore, cittadino e storico (lo scorso anno era stato candidato al Consiglio comunale fucecchiese per la Lega). La riflessione vira in polemica sulle basi storiche del Palio e sulla necessità di smarcarsi da quello ben più longevo di Siena. Ecco le sue parole:

"Credo che sia arrivato il tempo di chiedersi cos’è il Palio di Fucecchio visto che ancora nessuno lo ha fatto abbastanza da quando è stato reinventato nel 1980 da una associazione di volontariato. È una festa paesana o una rievocazione storica?

Questa grande e importante manifestazione avrebbe bisogno di essere rivista aprendo anche un dibattito costruttivo con le parti per arrivare a ricollocare l’evento attuale con quello che veramente è stata la storia di Fucecchio. Nel passato medievale la contesa aveva tutt’altro aspetto in confronto alla corsa in pista dei cavalli delle contrade. Dal 1200 in poi avveniva con la lancia: i cavalieri dovevano infilzarla in un anello sospeso con una corda, vinceva chi per primo ci riusciva per 3 volte (non sono menzionate nelle memorie storiche conosciute le contrade). Poi vengono riportate alcune contese di cavalli, dal 1700 in poi, corse in linea ma mai in rappresentanza di contrada ma di privati possessori di cavalli con premi a pagamento.

Le contrade non sono mai esistite (il paese era ed è suddiviso in rioni, vicoli, paesini o frazioni), non esisteva la tratta, non esisteva la presentazione del cencio, non esisteva un premio che si chiamasse Cencio. Tutte pratiche e simboli ripresi dalla realtà del Palio di Siena. È comprensibile e lodevole la passione, l’impegno dei cittadini dimostrata di fatto per i luoghi di vita a loro cari e per la competizione tra le parti, lo spessore sociale e il ritorno finanziario per il turismo in quella settimana del “Palio”.

Come cittadino di Fucecchio, che è il paese dove sono nato e da sempre residente, intervengo ancora convinto di dare un prezioso contributo di idee, con la speranza di sensibilizzare le parti e i responsabili della cultura di questo comune per aprire un dibattito allo scopo di riuscire a riempire quel vuoto che c’è nel ricollocare questa realtà attuale a quella del Medioevo, dovere che abbiamo nel tramandare la storia ai nostri figli e ai posteri, cercando di avvicinare con simboli e eventi questo palio che se vuole può anche essere rievocazione storica, non deve certo somigliare al palio di Siena!

Fucecchio ha la sua identità per cui deve essere orgogliosa, ignorarlo credo sia una grave mancanza storico culturale da cui io voglio sottrarmi. Credo che su questo dovremo riflettere, ne va della nostra identità di cittadini italiani di Fucecchio. Il cda del Palio sta incontrando le contrade per ascoltare le loro necessità, penso che sarebbe utile che incontrasse anche gli storici.

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